La Procura di Napoli ha chiuso le indagini sul caso Asso Ventotto 30 luglio 2018, individuando diversi reati commessi, per cui sono indagate due persone: il comandante della nave italiana, Giuseppe Sotgiu, e il D.P.A. (Designated Person Ashore) dell’Augusta Offshore, Pollice.
Ho avuto l’onore e il piacere di annunciare la notizia su Il Manifesto e ne ha scritto anche Nello Scavo su Avvenire.
Del caso Asso Ventotto, chi legge questo blog lo sa, mi sono occupata tantissimo, avviando anche la ricerca delle vittime di questa terribile deportazione e scoprendo che la Augusta Offshore, compagnia armatrice della Asso Ventotto, ha compiuto anche un altro respingimento segreto con le sue navi.
Quindi adesso sono felicissima e mi auguro che i magistrati titolari dell’indagine, Barbara Aprea, Giuseppe Tittaferrante e Raffaello Falcone, aggiungano al processo anche il caso gemello, quello del 2 luglio 2018, in cui navi Asso hanno deportato in Libia almeno 276 persone (anche di questo ne ho scritto di recente su Il Manifesto). Vi ricordo che ho trovato moltissime delle vittime, anche minorenni, nei lager libici e che Josi e Seid, due dei giovani deportati, sono morti di fame e malattia.
Le accuse al comandante della Asso Ventotto
Le accuse sono pesanti: Sotgiu e Pollice, in concorso, sono indagati per aver sbarcato arbitrariamente 101 persone nel porto di Tripoli. Avrebbero abbandonato, tra l’altro, cinque minori e cinque donne in stato di gravidanza al loro destino in un paese non sicuro.
Deportando delle persone in Libia, Sotgiu e Pollice hanno violato leggi italiane e internazionali.
In particolare:
Gli articoli 3 e 14 della Convenziona europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, ratificata in Italia, sanciscono il divieto di respingimento degli stranieri verso Paesi in cui possano essere sottoposti a trattamento inumano o degradante o dove sia comunque impedito l’esercizio dei diritti fondamentali.
L’articolo 33 della Convenzione di Ginevra, anch’essa ratificata in Italia, prevede il divieto di espellere o respingere, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.
L’articolo 19 del D.lgs. 286/98 è una legge italiana che vieta in ogni caso il respingimento e l’espulsione di minori e di donne in stato di gravidanza, nonché il respingimento di cittadini stranieri verso un Paese ove siano a rischio di subire torture e trattamenti disumani e degradanti.
In aggiunta a questi e altri articoli delle leggi italiane e internazionali c’è anche la violazione della Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare, sempre ratificata in Italia, che impone al comandante di una imbarcazione che soccorra naufraghi di avvisare le autorità competenti per il coordinamento e soccorso nella zona SAR interessata.
Il comandante Sotgiu, si legge nella comunicazione di fine indagini della Procura di Napoli, non avvisò alcuna autorità e sbarcò arbitrariamente persone in Libia negando loro il diritto di chiedere asilo in Italia.
Una nave italiana è territorio italiano
Una nave italiana in acque internazionali deve rispettare le leggi italiane. Leggi che VIETANO la deportazione di uomini, donne e bambini nei lager di un Paese in guerra.
Cosa succederà al comandante Sotgiu della Asso Ventotto?
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, ci sarà, a quanto pare, una prima udienza. Sotgiu e Pollice potrebbero essere rinviati a giudizio e subire un processo penale.
Processo che, se ci sarà, racconterò nei minimi dettagli perché è un anno e mezzo che mi occupo incessantemente di questa brutta storia ignorata dai giornali e dalle tv.
Nell’estate 2018 navi private italiane hanno deportato centinaia di persone in segreto.
Questo è un fatto.
E’ un fatto su cui il Governo italiano si è dimostrato sempre omertoso:
- Non è mai stata data una risposta alla Interrogazione parlamentare sulle 2 deportazioni segrete operate dalla Augusta Offshore.
- Il ministero di Toninelli (M5S) ha rigettato il primo accesso civico agli atti per far luce sulla vicenda.
- Il ministero della De Micheli (PD) ha rigettato il secondo accesso agli atti.
E’ un fatto che io non mi stancherò mai di raccontare. Perché Kissa, Cris, Sid e tanti tanti altri sono ancora in Libia e stanno morendo. Perché Seid e Josi sono già morti. Vittime di una deportazione segreta compiuta da una nave battente bandiera italiana.
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