Ricordate la deportazione del 2 luglio 2018?

No?

Quella segreta, operata da una nave italiana.

Quella che ho scoperto io alcuni mesi fa, quella le cui vittime sono da 13 mesi e 19 giorni chiuse in lager libici orribili.

Quella che ha causato la morte di Josi.

La deportazione che nessun giornale italiano (eccetto Letf) ha voluto raccontare.

Eppure i giornali la conoscono. Ho parlato personalmente con praticamente tutti i giornalisti che scrivono quotidianamente di migranti sui quotidiani nazionali, ho passato loro testimonianze e prove. Ma… niente.

C’è il fortissimo sospetto che l’Italia operi reiterate deportazioni illegali di esseri umani utilizzando navi battenti bandiera italiana, ma ai giornali non sembra interessare.

Come è possibile?

La deportazione del 2 luglio nasce come deportazione segreta. Un’ingiustizia terribile perpetrata su centinaia di esseri umani, nella notte scura del Mediterraneo. Poi arrivo io, riporto i fatti alla luce, faccio una lista delle vittime, le trovo. Ma, di nuovo, viene tutto “secretato”, questa volta dalla stampa italiana.

La deportazione del 2 luglio è avvenuta, ma per il mondo ancora non esiste.

Io e tutto il collettivo JLProject lottiamo ogni giorno, da mesi, per far luce su questa vicenda e tirar fuori le vittime dall’inferno in cui l’Italia le ha cacciate.

Proviamo di tutto, anche a sensibilizzare alcuni politici. Qualche mese fa uno ci risponde e ci promette aiuto: Matteo Orfini. Poi passano due mesi e, scoraggiati, ci mettiamo in testa che si sia dimenticato.

Nel frattempo, tra l’altro, facciamo feroci e doverose critiche all’uscita dall’aula del PD durante il voto di riconferma alla missione Libia.

Invece, pochi giorni fa, una bella sorpresa: Orfini ha mantenuto la promessa di non dimenticare la deportazione dei 2 luglio. Di più. Ha messo per iscritto, in un atto parlamentare, il fatto stesso che sia avvenuta.

Matteo Orfini ha presentato alla Camera un’interrogazione parlamentare per far luce sulla deportazione del 2 luglio e anche su un altro gravissimo fatto di cui mi sto occupando come attivista e come scrittrice: quando da un gommone qualcuno chiede aiuto al soccorso italiano, viene spedita la cosiddetta guardia costiera libica che deporta tutti nei lager di Al Serraj.

Orfini, nella sua interrogazione, chiede delucidazioni al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E ricorda che: 

alcune fonti hanno riportato che, in almeno due circostanze, navi italiane avrebbero riportato i migranti soccorsi in Libia;

nello specifico, tra il 1° e il 3 luglio 2018 una nave italiana, secondo quanto riportato dalla guardia costiera libica, sarebbe stata incaricata di effettuare il soccorso e avrebbe riportato i migranti nel porto di Tripoli e tra il 31 luglio e il 1° agosto 2018 un’altra nave commerciale italiana avrebbe ricevuto la richiesta di soccorso proveniente da una imbarcazione di migranti in acque internazionali e dopo averli fatti salire a bordo li avrebbe ricondotti in Libia.

Il primo caso citato è proprio la deportazione del 2 luglio, quella a causa della quale è morto il giovane Josi, quella per cui le mie sorelline eritree, i miei fratellini minorenni e tante altre persone che ho faticosamente rintracciato in questi mesi stanno subendo le pene dell’inferno in diversi lager libici da 13 mesi e 19 giorni.

Il secondo caso è la deportazione del 31 luglio 2018 operata dalla Asso Ventotto, nave della compagnia italiana Augusta Offshore.

Su questi casi, Orfini chiede:

se al Ministro interrogato risultino pervenute le richieste di soccorso nelle date indicate al Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare (Imrcc), quali siano state le azioni intraprese dall’Imrcc a seguito di tali eventuali richieste di soccorso – come, ad esempio, segnalazioni «navtext» o «messaggi Inmarsat» – e quali siano state le eventuali istruzioni successivamente impartite alle navi coinvolte.

Ciò è molto importante perché ancora non sappiamo se la deportazione del 2 luglio sia stata operata per ordine dello Stato italiano o per iniziativa indipendente della compagnia di navigazione Augusta Offshore.

Le vittime, ricordo, hanno raccontato che i marinai italiani si sarebbero giustificati così: “L’Italia non vi vuole, ci hanno detto di portarvi in Libia”.

Adesso ricordate la deportazione del 2 luglio?

Forse voi ancora no. Ma io sì, non la dimentico e non la dimenticherò mai.


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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Mirella Poletti

    Dobbiamo dare voce a queste persone per favore dimmi come vi posso essere d”aiuto. Grazie

  2. Ilaria Marianelli

    È tanto che dico che le ong nn c entrano niente, ma che è il nostro governo d accordo con la libia che fanno la tratta di esseti umani. Queste 2 deportazioni neo lager nn le conoscevo. È in fatto gravissimo. Sn povera e malata,ma se posso fare iun post o firma, fatemelo sapere subito. Ilaria marianelli

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