“Frontex sapeva della barca affondata, ma preferì aspettare i libici, che arrivarono dopo 8 ore” denunciano gli 11 sopravvissuti. La nave Ocean Viking era ad un’ora di navigazione dal naufragio ma nessuno la avvisò. 42 persone migranti morirono per ipotermia.
Il racconto delle 8 ore in acqua è drammatico:
Ci sono urla. Un altro uomo è sparito. Lo vedevano galleggiare e poi, all’improvviso, non l’hanno visto più. Nessuno ne conosce il nome e non sanno come chiamarlo. Sono trascorse cinque ore dall’affondamento. Stanno morendo, ad uno ad uno, per ipotermia. Non si può sopravvivere immersi nell’acqua: ci si addormenta, il cuore batte sempre più lentamente e poi si ferma. Victoria si sta assopendo, si sta arrendendo. Il quindicenne Lamine la scuote: “Devi essere forte” le ripete. Alla sesta ora in acqua, il ragazzino chiude gli occhi, a Victoria sembra per un momento, invece è per sempre.
Potete leggerlo tutto su L’Unità.
L’agenzia europea Frontex scheda l’evento nei suoi database come IncidentID 540177 della Joint Operation Themis , che è una “sinergia tra l’European Border and Coast Guard Agency (Frontex) e le Autorità italiane con il supporto dei Paesi Membri dell’Unione europea”, come si legge sul sito del Ministero della Difesa italiano. I libici non ne sono partner. Questo caso secondo Frontex è un’operazione europea, come tante altre presenti nei suoi database sotto la voce “operazione Themis”.
In Europa sono vietati i respingimenti di stranieri verso la Libia e quindi il caso sarebbe un respingimento illegale.
Inoltre i sopravvissuti si chiedono se chi ha chiamato i libici, attendendo il loro arrivo per ben otto ore, abbia volutamente omesso di avvisare la Ocean Viking, che era a solo un’ora di navigazione e avrebbe potuto salvare in tempo molte delle persone poi morte per ipotermia.
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.