Sul database di Frontex è indicata l’operazione Themis (ovvero Italia e Frontex) come responsabile di tutti i respingimenti in Libia. Il che li rende ILLEGALI.

Joint Operation Themis = Frontex + Italia

Sapete cos’è l’operazione Themis? La risposta ufficiale possiamo leggerla sul sito del Ministero della Difesa Italiano (prima era anche pubblicato al link)

“Dal 1 febbraio 2018 l’European Border and Coast Guard Agency (Frontex) ha lanciato, in sinergia con le Autorità italiane ed il supporto dei Paesi Membri dell’Unione europea e degli Schengen Associated Countries, la “Joint Operation Themis”, che sostituisce la precedente “Joint Operation Triton”, già in corso dal 1 novembre 2014, ridefinendone le aree operative in mare. L’operazione Themis è finalizzata ad aumentare la sicurezza delle frontiere esterne all’Unione europea attraverso il controllo dei flussi migratori irregolari nel Mediterraneo (fornendo assistenza tecnica e operativa anche in materia di Search and Rescue) ed il contrasto della criminalità transfrontaliera”.

Frontex è l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Finanziata con (tantissimi) soldi pubblici. Anche i suoi rapporti sono pubblici, a parte quelli che hanno… occultato (secondo il rapporto dell’Olaf, organismo di controllo dell’Unione europea, che nell’aprile 2022 portò alle dimissioni il direttore Fabrice Leggeri).

Il JLProject ha studiato il database con i rapporti di Frontex.

Dopo aver costruito il database Voldemort, che è il database dei respingimenti schedati dai libici, il JLProject ha studiato anche parte del database delle operazioni di Frontex.

Nel database di Frontex sono indicati tutti i casi di immigrazione di cui Frontex ha notizia, ognuno definito “incident”, con un numero a sei cifre. Guardando al Mediterraneo, ci sono, uno per uno, tutti gli sbarchi in Italia, Spagna, Malta. Viene annotato il tipo di barca, il numero di persone a bordo, se Frontex ha individuato l’imbarcazione. E ci sono anche gli sbarchi in Libia, con il porto di approdo ben segnalato. Sono i respingimenti su cui noi indaghiamo! Ma la cosa più sorprendente è che viene indicato, molto chiaramente, anche CHI ha condotto l’operazione.

Facciamo un esempio con un caso su cui noi del JLProject stiamo lavorando attualmente, un respingimento del maggio 2019. Abbiamo ritrovato vittime che erano su un gommone con 150 rifugiati, si riconoscono nelle foto che abbiamo. Ci hanno raccontato che quando erano in mare sono stati sorvolati da aerei europei prima dell’arrivo della motovedetta libica che li ha catturati. Su questo caso abbiamo stilato un dossier con 28 pagine di prove che imputano la direzione del respingimento al MRCC di Roma. Vediamo adesso se c’è un caso corrispondente nel database di Frontex. C’è! Corrispondono la data, il numero di persone, il punto di sbarco e altri particolari. Chi ha condotto questo respingimento collettivo di stranieri? Lo dice Frontex: è un’operazione Themis, Reporting country: Italy

Quanti respingimenti illegali nei lager libici ha effettuato l’operazione Themis? Quasi TUTTI.

Prendiamo il periodo dal 1 luglio 2018 al 1 luglio 2021: 3 anni. Sul database Voldemort abbiamo 425 casi di respingimento in Libia, dal database di Frontex scopriamo che l’operazione Themis ne ha effettuati 588.

588 volte l’operazione Themis (cioè Frontex e l’Italia) ha individuato le coordinate delle barche in fuga dalla Libia ed ha chiamato la cosiddetta guardia costiera libica (salvo una ventina di casi in cui ha delegato il respingimento a navi cargo). E’ rarissimo che i libici trovino una barca per caso, anche perché da numerosissime testimonianze sappiamo che gli scafisti pagano la cosiddetta guardia costiera libica per poter far salpare le loro barche. Considerando che i libici schedano i casi a seconda delle catture delle motovedette, che a volte comprendono più barche, possiamo calcolare che QUASI TUTTI i casi di respingimento in Libia degli ultimi anni fanno parte dell’operazione Themis. Sono quindi operazioni europee. Dato che le leggi europee (ed italiane) vietano i respingimenti collettivi alla frontiera, possiamo affermare che quasi tutti i casi di respingimento in Libia sono ILLEGALI.

L’Italia e Frontex violano le leggi italiane ed europee, le loro stesse leggi.

Nel secolo scorso i nazifascisti misero in piedi un sistema di deportazione e sterminio di esseri umani basato sulla razza. Che differenza c’è con quello che oggi gestisce l’Italia assieme a Frontex?

La differenza che salta subito agli occhi è che i nazifascisti avevano delle leggi che consentivano loro di fare ciò che hanno fatto mentre invece oggi Frontex e Italia non hanno la legge dalla loro parte, anzi STANNO VIOLANDO LE LORO STESSE LEGGI.

Cerco di spiegarlo in maniera semplice:

  • I respingimenti collettivi di stranieri alla frontiera SONO VIETATI in Europa da diverse leggi europee (e anche italiane).
  • La cattura di stranieri e la detenzione a vita con lavori forzati sono invece permesse in Libia dalla legge libica 19/2010.
  • Sul database di Frontex ci sono almeno 588 casi di respingimenti in Libia effettuati dall’operazione Themis
  • L’operazione Themis è di Frontex, Italia e altri stati europei. I libici NON sono coinvolti.
  • ERGO i 588 casi di respingimenti Themis in Libia che abbiamo trovato sono tutti ILLEGALI, perché compiuti illegalmente dall’operazione Themis, che è al 100% europea.

Il gigantesco sistema illegale delle deportazioni in Libia

I rapporti di Frontex, integrati al database Voldemort, raccontano perfettamente la verità cosa sta avvenendo nel Mediterraneo: un gigantesco sistema illegale di catture in mare, deportazioni nei lager libici e cessione di schiave e schiavi ad un paese straniero (ricordiamo ancora che per la legge libica 19/2010 una persona straniera irregolare è punita con la reclusione a tempo indeterminato con lavori forzati). Il tutto, made in Europe!

Questo sistema può essere fermato nei tribunali. Facciamolo. Subito.

Quando, appena qualche mese fa, noi dei JLProject dichiarammo di voler fare 2000 cause al governo italiano per i respingimenti illegali in Libia, qualcuno pensò ad una sparata. In realtà ci siamo tenuti molto bassi con i numeri.

Il JLProject è una banda, sempre più numerosa, di geniali dilettanti. Se vuoi farne parte puoi scrivere a jlprojectmed@gmail.com.

Dedico questo articolo, con grande affetto, ad Aldo C.

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