All’inizio di marzo 2025 in Libia vi fu un aumento di discorsi d’odio e discriminazione razziale contro le comunità nere con richieste pubbliche di espulsione di massa e violenza. Questo incitamento era particolarmente evidente nella campagna che promuoveva il cosiddetto “Friday for the Expulsion of Africans from Libya,” (“Venerdì per l’espulsione degli africani dalla Libia”), un raid programmato per venerdì 14 marzo 2025.

La popolazione di Tripoli non è mai stata solidale con i rifugiati. Nel migliore dei casi denuncia i migranti clandestini alla polizia, nel peggiore li rapisce o li compra da rapitori e poi li utilizza come schiavi domestici. Il lavoro forzato in Libia non viene mai stigmatizzato, quando a subirlo sono cittadini di altri paesi.

Tra il 12 e il 16 marzo, nella Libia occidentale si verificarono raid, arresti arbitrari di massa, aggressioni, omicidi ed espulsioni collettive di persone nere. Le persone prese di mira da queste violenze erano principalmente migranti e rifugiati africani, ma anche libici e tunisini neri.

Il movimento Refugees in Libya prese nota di tutti gli episodi e li raccolse in un comunicato stampa.

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