Chi ha bambini piccoli sa che prima o poi arriva il periodo dei pesci, del cartone animato di Nemo guardato e riguardato fino allo sfinimento (dei genitori), del pane buttato nei laghetti sperando di attirare le trote, dei pupazzetti che nuotano nella vasca da bagno.

Il genitore però si spaventa. Perché è facile omettere che una mucca e una bistecca siano la stessa cosa, ma con i pesci…
Spaventa l’idea di riuscire a spiegare ai bambini che ci sono animali che uccidiamo e mangiamo. I genitori vegetariani hanno risolto il problema, o magari sono diventati vegetariani proprio per evitare questo momento. Noi altri siamo terrorizzati dall’idea di traumatizzare il piccolo e ci danniamo per essere nati italiani. Se fossimo spagnoli, per esempio, la lingua ci verrebbe in aiuto con due parole diverse: pez usato in genere per il pesce vivo e pescado per quello da cucinare. In italiano invece no, la parola è una sola.

Pesce.

Terrore!

… e invece non è successo niente. Mia figlia ha capito da sola e non si è minimamente preoccupata. Passa tranquillamente davanti al banco del pescivendolo e non si pente per essersi pappata il pesciolino Nemo.

Adora il pesce. Sia quello vivo nel mare che quello morto nel suo piatto.

Sarà sicuramente un’altra storia, rimanendo in tema marino, spiegarle perché il mar Mediterraneo è pieno di cadaveri di bambini morti nel naufragio dei barconi.

E dopo questa premessa che magari farà diventare vegano qualche onnivoro e onnivoro qualche vegano torniamo a PappaVera per raccontarvi come nel nostro gioco sia entrato il pesce.

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Tutto è iniziato grazie al cuoco dell’asilo. In realtà invece di “grazie a” dovrei scrivere “a causa di”. In questo asilo nido purtroppo il cibo non è vario e Nadia si stava abituando a mangiare sempre le stesse cose. Così ho deciso di fare un gioco: assaggiare tutti i pesci che esistono.

All’inizio Nadia ha detto no. A lei piace la sogliola (chiamala scema…).

Urgeva una seduta di PappaVera sul pesce. Al mercato Latino c’è una pescheria la cui proprietaria è davvero molto disponibile, e quindi io e Nadia abbiamo iniziato a farci consigliare pesci nuovi. Unico vincolo per cominciare: pesci con poche spine.

Prima le cose semplici: un bel trancio di salmone cotto in padella con cipollotti e prezzemolo.

PappaVera pesce SaritaLibre.it

Nadia non voleva assaggiarlo perchè, diceva, aveva uno strano colore. “Il pesce rosa non esiste”.

Poi lo ha assaggiato e lo ha mangiato. Tutto. Anche mezzo del mio.

“Si può fare il pesce al sugo?” ha chiesto un giorno.
“Certo che si”, ho risposto, e le ho comprato un trancio di merluzzo. Abbiamo approntato una ricetta:

Trancio di Merluzzo al pomodoro

Chef sarita

Ingredienti

  • 1 trancio merluzzo
  • pomodorini
  • 1 cipolla rossa
  • prezzemolo
  • olio d’oliva
  • basilico
  • 1 goccio vino bianco (a meno che non temiate di ubriacare i pargoli)

Istruzioni

  1. Nadia adora i pomodori. Per varie ragioni. Prima di tutto sono rossi, il suo colore preferito. Poi rotolano. Infine le piace il loro odore e sapore.
  2. Anche io adoro il pomodoro, soprattutto l’odore, che mi si pianta nel cervello e mi riporta indietro a quando ero piccola e giocavo nell’orto di mio nonno tra il verde delle piante e il rosso acceso dei san Marzano maturi.
  3. Ogni volta che cuciniamo qualcosa ci mettiamo una vita a lavare i pomodori. Nadia è gelosissima di questo compito. Li lava, toglie il picciolo e li mette in un piatto, ben ordinati. Se ne cade uno per terra è tragedia, la aiuto a scendere dalla sedia che usa per arrivare al lavandino e si impegna nella ricerca del pomodorino perduto.
  4. Poi ci mettiamo un altro quarto d’ora a rivestirla perché i bambini quando hanno un lavandino pieno d’acqua… giocano, necessariamente, e la cucina si trasforma presto in uno stagno.
  5. Ma questa ricetta è facile: soffrittino di cipolla, pesce rosolato a fuoco forte, poi sfumato col vino. Quando tutto è evaporato si uniscono i pomodorini tagliati a metà e il basilico. Si abbassa la fiamma e quando il pesce è cotto si aggiunge prezzemolo. Nel piatto un giro d’olio d’oliva a crudo.
  6. E il risultato è questo:

E poi continuiamo con altri pesci.

Scaloppine di ombrina – con farina e limone (stesso procedimento di una scaloppina di carne)

Filetti di cernia al forno con patate, cipolla rossa e pomodorini

PappaVera pesce SaritaLibre.it_04

Orata al cartoccio – bello quando si apre il cartoccio! Io l’orata la farcisco con sedano, carota, aglio e prezzemolo.

Dentice al forno (di questo qui, che pesava quasi 2 chili, Nadia ne ha mangiato tipo 3 etti!)

PappaVera pesce SaritaLibre.it_14

e tanti tanti altri.

E abbiamo anche risolto il discorso spine, grazie ad un altro gioco inventato da mia madre quando ero piccola io: chi trova più spine vince. Ma non valgono quelle mangiate, solo quelle sputate.

Ma il pesce più bello alla fine di tutto il gioco, che è durato un mesetto, è quello che ha cucinato da sola, con la fantasia. Eccolo qui: “Nemo alla brace”.

PappaVera pesce SaritaLibre.it_16

PS Gioco non adatto a bambini inferiori ai 6 mesi. Da NON ripetere con i coniglietti.

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Questo articolo ha 6 commenti

  1. anna

    eppure quei pesci non sono più colpevoli dei bambini affogati nel mediterraneo. non hanno meritato di morire. sono individui con una individualità negata, ammazzati a centinaia di migliaia, venduti a peso nemmeno a numero come i vitelli.

    chi smette di mangiare animali non lo fa per evitare di traumatizzare i bambini, ma per evitare di perpetrare uno sterminio che senza indugio molti degli stessi sopravvissuti ai lager nazisti definiscono senza vergogna olocausto.

    queste le parole di Edgar Kupfer- Koberwitz, pacifista, deportato a Dachau, sopravvissuto, vegano, autore di una raccolta di lettere uscita con il chiaro titolo di “fratelli animali”.

    “Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz’acqua dirette al macello.

    Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso.
    È un ammonimento che suona quasi sovversivo.
    Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà.”

    io credo che con la tua sensibilità un giorno lo sentirai, perchè quel giorno arriva prima o poi per tutti coloro che non si tirano indietro, e tu non ti tiri indietro. ognuno ha il suo giorno.

    un saluto

    1. sarita

      Ciao
      mi dispiace di aver urtato la tua sensibilità di vegetariana.
      Personalmente rispetto la tua scelta di non voler mangiare animali. Ma non condivido affatto il tuo mettere sullo stesso piano la morte di uomini e la morte di animali. Svilisce la prima. Offende me.

      1. anna

        non hai urtato la mia sensibilità, semplicemente sto leggendo il tuo blog (ci sono arrivata per la questione dei campi di concentramento in Libia – su cui tra l’altro voglio farti davvero i complimenti) e mi è sembrata una nota stonata. per cui ho voluto offrirti una riflessione, che a mio tempo ho fatto e che vorrei aver fatto prima, tutto lì.

        non sono io a mettere le cose sullo stesso piano ma alcuni sopravvissuti ai campi di sterminio. loro hanno subito quelle cose, sono sopravvissuti a quelle cose, e trovano una profonda connessione tra la condizione animale e quello che hanno subito loro. avranno bene il diritto di esprimerlo?

        non capisco l’offesa oltretutto, paragonare le due cose non sminuisce in nessun modo le tragedie umane.

        se posso permettermi, ti consiglio un libro: Un’eterna Treblinka di Charles Patterson.

        libera di leggero o di non leggerlo ovviamente, e di trarne le conclusioni che vorrai.

        un saluto

        1. sarita

          Non ti offendere, ma io ritengo davvero una cosa abominevole mettere sullo stesso piano dei pesci finiti nei nostri piatti e dei bambini morti in un campo di sterminio.
          E non mi voglio neanche impelagare sul perché. Dovrebbe essere ovvio.

          1. anna

            Io non mi offendo, ma chissà magari Kupfer-Koberwitz si offenderebbe, non lo sapremo mai.

          2. Danils

            No, non mi piace affatto come ironizzi sulla carne. Chissà se esiste la reincarnazione, magari runasci mucca, diventando una bistecca per tuoi nipoti. P. S. E non sono vegetariana.

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