Rgowans è davvero Robert Brytan e il 5 novembre verrà processato in Italia. La Procura conferma quanto scoperto dal JLProject.
L’amico Nello Scavo questa mattina ci ha comunicato la bella notizia: il processo a Robert Brytan si farà il 5 novembre. Come leggiamo su Avvenire, le indagini della Procura di Modena, svolte con la collaborazione di autorità internazionali, hanno confermato l’identificazione dell’uomo che sotto lo speudonimo di Rgowans ha minacciato don Mattia Ferrari e lo stesso Nello Scavo.
Come fondatrice e portavoce del JLProject, il collettivo che nel giugno 2023 ha scoperto la vera identità di quest’uomo, sono soddisfatta e orgogliosa e spero che con questo processo verrà fatta luce sulle connessioni tra le milizie libiche e Frontex.
Robert Brytan, oltre che il portavoce di milizie criminali libiche, secondo Avvenire risulta essere anche il direttore del data center di Asseco Business Solution, società che ha l’appalto da Frontex per gestire i dati personali di milioni di persone migranti e il database JORA di Frontex, che contiene tutti i dati dei respingimenti dal mare ai lager libici e della collaborazione dell’Italia in questi reati. Ciò è gravissimo.
Se è così, è anche gravissimo che Frontex, interpellata nel 2023 sulla questione dai giornalisti del Corriere della Sera, abbia negato ogni connessione; che il ministro Nordio nel 2023 abbia eluso la domanda scrivendo soltanto che Brytan lavora “per una società polacca che sviluppa software” senza specificare quale e che nel 2024 Ursula Von Der Leyen dopo un’interrogazione al parlamento europeo abbia dichiarato che Brytan “non è un dipendente di Frontex“. Noi non abbiamo mai detto che Robert Brytan sia un dipendente interno di Frontex ma abbiamo rivelato alle forze dell’ordine, con assoluta precisione, che Brytan ha lo stesso nome del direttore del data center di Asseco Business Solution, società che ha l’appalto da Frontex per la gestione del sistema JORA (Joint Operations Reporting Application) di Frontex, ovvero il sistema di controllo delle frontiere europee.

Il database JORA di Frontex contiene informazioni personali sulle persone migranti catturate in mare e deportate nei lager libici, l’elenco degli aerei spia in servizio all’operazione Themis (governo italiano + Frontex) che hanno partecipato ai respingimenti, le coordinate di avvistamento in mare delle barche in fuga dalla Libia ma anche tante informazioni sensibili su altre rotte migratorie (Egeo, rotta balcanica ecc.), sui soccorsi delle ONG in mare e sulke operazioni della guardia costiera italiana. Un pozzo infinito di dati sensibili che potrebbe essere gestito da una persona sotto processo che come secondo lavoro fa il portavoce delle milizie libiche. Uno scenario a dir poco agghiacciante.
Le indagini del JLProject
Il JLProject, collettivo che fa parte di Mediterranea Saving Humans composto ora 50 attivisti, ha scoperto la vera identità di Rgowans nel 2023, informato subito le forze dell’ordine italiane e poi pubblicato un’inchiesta giornalistica che negli anni è stata letta e citata da tante persone. Una spy story art-deco, l’abbiamo soprannominata.
Una storia appassionante e a tratti divertente. Quando l’account Rgowans ha minacciato don Mattia e Nello Scavo, al JLProject abbiamo deciso di indagare per scoprire la vera identità della persona che lo usava. Abbiamo letto gli oltre 16.000 tweet e ogni pagina dei suoi blog e trovato alcuni indizi. Siamo andati molto indietro nel suo passato perché pensavamo che potesse aver commesso un errore all’inizio della sua “carriera”. Era così! Rgowans nel 2017 aveva scritto una email a Frontex commettendo l’errore di usare un indirizzo email che lui stesso usava per vendere… lampade vintage. Poi è stato facile: abbiamo trovato il suo vero nome, Robert Brytan, il suo indirizzo, il numero di telefono, l’account Facebook, il nome dei parenti e del suo cane.
Noi del JLProject abbiamo anche scoperto che un uomo di nome Rober Brytan è il direttore del data center di Asseco, società a cui Frontex ha appaltato il controllo delle frontiere europee. Non siamo mai riusciti ad accertare che Robert Brytan – Rgowans (di cui abbiamo le foto) sia la stessa persona di Robert Brytan – Asseco (di cui non ci sono foto) ma ci siamo sempre chiesti: “Può essere una coincidenza?”. Se fosse una coincidenza, abbiamo pensato, perché il Robert Brytan che lavora all’Asseco non si è fatto avanti e ha detto “Guardate la mia faccia, non sono io!”?
Ricordiamo anche che Robert Brytan – Rgowans ha spesso pubblicato online fotografie aeree scattate dai droni spia di Frontex, materiale riservato di difficilissimo accesso per tutti noi, ma immediatamente accessibile a chi lavora al sistema JORA di Frontex.
Il processo
Non pensiamo che Robert Brytan, che vive tra la Germania e la Polonia, si presenterà al processo. Negli anni scorsi veniva spesso nel nostro paese. Adesso, non so, forse smetterà.
In questi anni ho lottato tanto per la verità. Ero in un contesto in cui la giustizia sembrava qualcosa di irraggiungibile quindi la verità rappresentava per me un risultato già ottimo, da festeggiare come se non ci fosse un domani. E’ successo anche per il respingimento Asso Ventinove: alla fine della seconda parte del libro sul caso, intitolata “la verità” (qui potete scaricarlo gratis), ho parlato di una terza parte, “la giustizia”, che forse non avrei mai scritto. Però sotto sotto ho sempre sperato nella giustizia. Di più: ho sempre lavorato per ottenere giustizia, indagando e persino fondando un collettivo che effettua indagini forensi. Poi è accaduto l’impensabile: sono arrivate le sentenze di condanna del governo italiano per il respingimento Asso Ventinove (eh sì, adesso mi tocca scrivere la terza parte del libro!) e di altri casi a cui ho lavorato. La settimana scorsa ho raccontato questi successi ad una platea di persone e mentre lo facevo sentivo aleggiare un favoloso vento di speranza che ci univa tutti e che ci dava nuova energia per continuare su questa strada.
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