Il JLProject, meno di un anno fa, ha iniziato una battaglia precisa: fermare le deportazioni in Libia effettuate da navi battenti bandiera europea.

Avevamo scoperto che navi cargo battenti bandiera italiana avevano effettuato almeno 2 deportazioni nell’estate 2018 (di cui una segreta). Per tutto il 2019 ci siamo dati molto da fare per raccontare l’accaduto, rintracciare le vittime, portare la questione in Parlamento e in Tribunale.

E’ stato molto faticoso. Pochi ci hanno dato retta. I grandi media non hanno voluto aiutarci.

Ma, alla fine, il JLProject e tutti gli attivisti hanno vinto e le deportazioni effettuate con navi europee si sono fermate.

Nell’estate 2019 la compagnia di navigazione Augusta Offshore, che aveva deportato in Libia centinaia di persone solo l’anno prima, ha smesso!

Poi c’è stata la grandissima vittoria ottenuta al Tribunale di Roma dagli avvocati ASGI Salvatore Fachile e Cristina Laura Cecchini per il caso della nave Orione, battente bandiera italiana, che respinse illegittimamente e deportò in Libia moltissime persone.

“Chi è stato respinto illegittimamente dall’Italia in Libia ha diritto a tornare in Italia” ha detto il Tribunale.

Battaglia vinta: nessuno verrà più deportato in Libia da una nave europea.

Solo 6 mesi fa, questo ci sembrava impossibile.

Ma certe volte si vince. Anche se si lotta contro forze gigantesche. Di sicuro, vale la pena lottare.

Il JLProject festeggia e va avanti

Il collettivo adesso mira ancora più in alto: fermare TUTTE le deportazioni in Libia, anche quelle compiute dalle motovedette della cosiddetta guardia costiera libica. Motovedette regalate dall’Italia alla Libia proprio per aggirare la legge.

Vi sembra una battaglia impossibile?

Anche a me lo sembra. Ed è proprio per questo che mi impegnerò ancora di più.

Unirsi al JLProject

Volete unirvi ad una banda scalcinata di persone che lottano per rendere possibile l’impossibile e qualche volta ci riescono?

Bene. Andate sul sito del collettivo e scriveteci.

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