Dopo questa storica sentenza della Cassazione gli accordi con la Libia, le multe e il contrasto alle ONG che salvano persone in mare diveranno illegali in quanto favoreggiamento di reato?
La sentenza di Cassazione sul respingimento illegale Asso Ventotto
Anche in Cassazione Giuseppe Sotgiu, il comandante della nave Asso Ventotto, viene condannato ad un anno di reclusione per aver illegalmen te sbarcato persone in Libia.
La nave Asso Ventotto respinse illegalmente in Libia 101 persone (tra cui 5 donne incinte e 5 bambini). Era il 30 luglio 2018. La deportazione venne scoperta dalla nave di salvataggio della Open Arms, che ascoltò una conversazione radio. Un gruppo di giuristi e attivisti fece una denuncia alla Procura di Napoli, città sede della Augusta Offshore, la compagnia armatrice della nave Asso Ventotto.
In 5 anni sono stati fatti i 3 gradi di giudizio. In tutti e 3 la condanna per il comandante Giuseppe Sotgiu è stata un anno di reclusione.
Tra gli articoli di legge violati dal comandante, c’erano:
Art. 591 del codice penale
Abbandono di persone minori o incapaci.
Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Alla stessa pena soggiace chi abbandona all’estero un cittadino italiano minore degli anni diciotto a lui affidato nel territorio dello Stato per ragioni di lavoro.
La pena è della reclusione da uno a sei anni se dal fatto deriva una lesione personale, ed è da tre a otto anni se ne deriva la morte.
Le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal genitore, dal figlio, dal tutore o dal coniuge, ovvero dall’adottante o dall’adottato.
Art. 1155 Codice Navigazione – Sbarco e abbandono arbitrario di persone.
Il comandante della nave o dell’aeromobile, che, fuori del territorio nazionale, arbitrariamente sbarca un componente dell’equipaggio o un passeggero, ovvero li abbandona impedendone il ritorno a bordo o anticipando la partenza della nave o dell’aeromobile, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire duecentomila a seicentomila (1). La pena non può essere inferiore a un anno se la persona sbarcata o abbandonata è priva di mezzi necessari alla sussistenza o al ritorno in patria. La pena è della reclusione da uno a sei anni, se dal fatto deriva una lesione personale; da tre a otto anni, se ne deriva la morte. (1) Multa, da ultimo, così aumentata dall’art. 113, l. 24 novembre 1981, n. 689.
Al comandante è stato contestato il dolo eventuale come conseguenza di un comportamento omissivo.
La Libia NON è un porto sicuro, sancisce la Cassazione, perché le persone possono subire lesioni e morte
La sentenza è un punto fermo nella giurisprudenza italiana: il comandante ha compiuto reato perché ha sbarcato le persone non in un porto sicuro, ma in Libia, che non lo è.
Se le avesse sbarcati in un porto italiano, non sarebbe stato contestato alcun reato, perché l’Italia è un porto sicuro dove le persone sarebbero state assistite..
E’ reato sbarcare persone in Libia perché si espongono ad una situazione di pericolo. In questo la Cassazione è netta.
Il Memorandum con la Libia è illegale in quanto favoreggiamento di reato?
Il Memorandum con la Libia, il “Piano Mattei”, il decreto Piantedosi, le motovedette regalate dall’Italia alla Libia, l’addestramento di cosiddetti guardiacoste libici, le multe alle ONG perché non ubbidiscono alla cosiddetta guardia costiera libica, il blocco delle navi delle ONG nei porti, la collaborazione, il coordinamento e la direzione dei respingimenti in Libia da parte dalla Guardia Costiera italiana e di Frontex… sono tutti atti che favoriscono il respingimento ILLEGALE di persone in Libia.
La Cassazione italiana ha sancito che per la legge italiana E’ REATO sbarcare persone in Libia.
Allora il favoreggiamento e la complicità nel reato di respingimento in Libia che cosa sono per la legge italiana?
“Il ministro Piantedosi”, segnala Luca Casarini su Twitter, nel processo a Salvini, “ha dichiarato davanti a un giudice a Palermo che i profughi che sono in mare vengono segnalati ai libici. Che poi li catturano”. “Si procede d’ufficio?”, si chiede Casarini.
Il comandante Sotgiu ha avuto una condanna lieve perché le persone respinte non sono entrate nel processo
I reati contestati si aggravavano tutti in caso di lesioni personali o morte delle vittime. Le lesioni personali ai respinti provocate dal reato ci sono state – eccome! – non sono entrate nel processo perché le vittime non sono potute andare in aula a testimoniare ciò che hanno passato.
Al comandante Sotgiu, quindi, sono stati contestati solo condotte “nell’alveo dei reati di pericolo astratto”.
Le 101 persone respinte e abbandonate in Libia vennero rinchiuse nel lager di Ain Zara. Io ne ho ritrovate parecchie e mi hanno raccontato tante cose. Queste persone sono state torturate, violentate, si sono ammalate… Purtroppo però non erano nel processo penale al tribunale di Napoli. Abbiamo tentato di inserirne almeno una, una ragazza, ma non siamo riusciti a trovare prove che la collocassero sulla nave. Eppure, secondo le vittime, gli staff libici di UNHCR e IOM erano al porto al momento del loro sbarco e hanno raccolto i loro nomi. Perché UNHCR e IOM non vogliono consegnare queste informazioni?
L’estate scorsa al JLProject abbiamo lavorato duramente per attuare un blocco prescrizione che consenta alle vittime di poter intentare una causa civile contro chi le ha illegalmente deportate. Ci siamo riusciti.
Adesso stiamo lavorando per trovare prove che collochino queste persone nel caso. Sappiamo che esistono, le hanno UNHCR e IOM e spero che finalmente decidano di consegnarle agli avvocati dei rifugiati sopravvissuti.
Purtroppo in questo grande processo sui diritti umani mancano… gli umani. AIUTATECI A FARLI REINSERIRE!
Nel frattempo il JLProject ha trovato 18 casi di respingimento collettivo in Libia in cui il governo italiano ha avuto un ruolo dominante. Per tutti questi casi abbiamo ritrovato i respinti e possiamo provare che erano lì. I respinti hanno subito lesioni personali gravi e gravissime e in molti casi la morte. Stiamo lavorando per reperire prove su altri 95 casi.
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.
Quindi allo sbarco in Libia c’erano UNHCR e IOM, ah pensavo fossero stati abbandonati.
E se sono rifugiati, come mai UNHCR non li tutela? Forse perche’ ha appurato che non sono rifugiati,come documenta UNHCR, e sopratutto rifiutano qualsiasi soluzione che non sia EU.
L’IOM i migranti lo odiano, perche’ offre loro soltanto il rimpatrio, che ovviamente non accettano
Lei e’ preparata e conosce il tema, pero’ cerchi anche di narrare i fatti senza la faziosita’ della sua rispettabile ideologia, ma raccontandola tutta la storia
Cordialmente
Gentile (mica tanto) Mario
per tutto il weekend lei mi ha tempestato di sue errate e poco gentili considerazioni, tant’è che l’ho dovuta bannare su twitter.
Rispondo qui alle sue domande, anche se le trovo molto stupide:
– Le 108 persone respinte illegalmente dalla nave Asso Ventotto – reato per cui il comandante è stato condannato in via definitiva ad un anno di reclusione – sono state sbarcate a Tripoli alla presenza degli staff libici di IOM e UNHCR, che sì, li hanno abbandonati al loro destino. Le persone sono state deportate nel lager libico di Ain Zara, dove hanno subito torture, violenze e privazioni.
– Erano rifugiati con diritto allo status di rifugiato. Infatti quelli di loro che sono riusciti ad arrivare in Europa negli anni successivi hanno ricevuto subito l’asilo politico in paesi europei (Francia, Svezia, Belgio).
Sono fatti, non faziosità. Conosco personalmente le vittime di questo crimine e conosco molto bene questo caso, di cui ho tutte le prove materiali.
Cerchi di non rompermi più le scatole e di trovarsi qualcosa da fare nel weekend.
Sarita