CasaPound sapeva già da anni che Soumahoro fosse imparentato con la dirigenza della cooperativa Karibù. Perché lo ha fatto uscire proprio ora?

Alcune premesse doverose:

  1. Da tempo mi occupo di monitorare e analizzare le uscite mediatiche di CasaPound. Non sono mai fatte a caso, nei tempi e nei modi. Recentemente vi ho raccontato l’incursione di Francesca Totolo alla manifestazione contro gli accordi Italia – Libia.
  2. Il mio progetto Benaccoglienza è un monitor sul sistema di accoglienza italiano. Non ho mai ricevuto segnalazioni, né buone né cattive, sui progetti della cooperativa Karibù. Perciò non me la sento, adesso, di affermare con sicurezza che tali progetti di accoglienza non rispettassero i diritti degli accolti. Prendo molto sul serio le testimonianze apparse sui giornali e la mia esperienza nel campo suggerisce che qualcosa c’è. Ma non ho materiale diretto e io non lavoro per sentito dire. Quindi abbiate pazienza: sto cercando di approfondire a modo mio e ci vorrà un po’ di tempo.
  3. Non ho intenzione di difendere o di attaccare il deputato Abubakar Soumahoro. Nè riguardo alla cooperativa Karibù (che non è sua) né riguardo alla Lega Braccianti (che invece è roba sua). Non adesso, non qui. Qui l’argomento è solo uno: lo zampino di CasaPound dietro il linciaggio mediatico e politico che sta subendo Aboubakar Soumahoro. Una persona può essere anche colpevole, ma se viene attaccato per la sua identità e non per le sue azioni, allora sì, va difesa.
  4. Non ho mai conosciuto Soumahoro, mai parlato con lui. Non l’ho neanche votato.

I disservizi della cooperativa Karibù erano noti fin dal 2017 ai giornali e giornaletti della provincia di Latina

Basta fare una rapida ricerca in internet: articoli e articoletti che, in parallelo a notizie di fantomatiche proteste dei residenti sul surplus di africani neri nella provincia, sembravano anche cavalcare le proteste dei migranti sulle condizioni di accoglienza, senza mai dimenticare la frecciatina sul wifi e sui “vizi” degli accolti.

Qualche esempio:

Un corteo di richiedenti asilo politico, gli ospiti africani della casa famiglia allestita nell’hotel Casal delle Palme, si è riversata ieri mattina nel centro abitato di Latina Scalo per protestare contro il trattamento riservato loro dalla cooperativa sociale. Lamentano di non ricevere cibo e vestiti a sufficienza, ma sono arrivati al punto di ritenersi insoddisfatti per la connessione internet wi-fi, diffusa con un segnale troppo debole per sostenere tutti i terminali. ( 7 aprile 2017 LatinaOggi)

Latina: protesta dei migranti per il cibo, interviene la Polizia.
Protesta dei migranti ospiti dell’hotel Casal delle Palme sull’Appia a Latina. E’ successo nel pomeriggio di ieri.
Sul posto sono intervenute le volanti della Polizia e la Digos, ai quali era stato segnalato dagli operatori della struttura che gli ospiti stavano inscenando una protesta, urlando dalle finestre. Il motivo della protesta sarebbe la qualità del cibo e le condizioni in cui vivono.
Non è la prima volta che i migranti protestano per le condizioni dell’accoglienza. Il 27 marzo scorso, in Piazza Roma a Latina era andata in scena una protesta a tratti surreale con decine di richiedenti asilo che avevano protestato contro il cuoco della cooperativa che li ospitava.
(16 novembre 2017, LatinaPress)

NB L’hotel Casal delle Palme era uno dei centri di accoglienza più grandi della cooperativa Karibu, chiuso dalla polizia nel 2017 per sovraffollamento.

E Aboubakar Soumahoro? Dov’era?

Non c’era. Nè a fianco dei rifugiati né a fianco dei responsabili della cooperativa Karibù. E’ stato solo nel 2018 che Aboubakar Soumahoro ha conosciuto Liliane Murekatete, che diventerà sua moglie. La signorina Murakatete era già impiegata presso la cooperativa Karibù della madre Marie Thérèse Mukamitsindo.

Nel 2019 CasaPound cavalca le proteste dei migranti?

Sembra assurdo? La regola dell’amico del mio nemico è mio amico è sempre valida in politica. In realtà CasaPound non è mai stata vicina ai migranti, non li ha aiutati. Li ha solo usati in una battaglia politica locale contro l’assessora di Latina Patrizia Ciccarelli, rea di supportare l’accoglienza e l’integrazione.

Il 29 ottobre 2019 il leader di CasaPound Latina Marco Savastano diffuse un comunicato riguardante la cooperativa Karibù. Si chiedeva “Che fine ha fatto Marie Therese Mukamitsindo” e la dipingeva come “fiore all’occhiello dell’assessore Ciccarelli”.

E Aboubakar Soumahoro? Dov’era?

Si è tanto detto che nessuno lo avesse collegato alla cooperariva Karibù, che nessuno sapeva che sua suocera ne fosse l’amministratrice. E’ vero? NO.

CasaPound sapeva già dal 2019 che la Mukamitsindo era la suocera di Soumahoro.

Nella provincia di Latina lo sapevano tutti. Il leader di Casapound Latina Marco Savastano si era occupato in modo approfondito della cooperativa Karibù.

Nell’aprile 2019 su un giornale online, LatinaTu, iniziarono ad apparire articoli contro la cooperativa Karibù a firma di Emanuele Coletti. C’è tutto, compresa la sterile polemica sui vestiti e le borse di Liliane Murekatete, con tanto di foto del profilo instagram.

Tutti gli articoli erano a firma Emanuele Coletti, un cronista della provincia di Latina.

Lo stesso Coletti il 3 maggio 2019, in un lungo articolo sulla cooperativa Karibù, scrisse:

La giovane donna assume notorietà non solo per essere la promotrice di iniziative riguardanti la sartoria e la moda come “Sotto le stelle…oltre il confine”, ma anche per essere la partner dell’abile sindacalista italo-ivoriano Aboubakar Soumahoro.

Aggiunse perfino una profezia: “Non è errato ipotizzare che il sociologo, un tempo bracciante e muratore, sia destinato a far strada nel mondo del sindacalismo e della sinistra italiana. Se non altro una buona cultura politica a fargli da supporto è evidente a tutti.” (Emanuele Coletti, 3 maggio 2019)

Perché CasaPound ha aspettato almeno 3 anni per tirar fuori il collegamento tra Soumahoro e la Karibù?

Non l’ha fatto in campagna elettorale ma ha scelto la settimana della Manovra 2023. Ha aspettato di vedere la foto di Aboubakar entrare alla Camera dei Deputati con gli stivali da lavoro, prima di gettarlo nel fango.

Un agguato ben preparato e ben eseguito.

In questo mondo di eroi innalzati e fatti precipitare, il mio pensiero va a tutti i migranti sconosciuti che lottano ogni giorno per i loro diritti e la loro vita. Sconosciuti e solidi, inascoltati, lontani anni luce dai riflettori, resistono. Alcuni di loro sono accolti dall’Italia, in strutture apposite, che DEVONO consentire loro di vivere dignitosamente e di integrarsi, di diventare italiani. La cosa più triste in questa storia è che i rifugiati accolti sono stati usati come carne da cannone nell’ennesima orripilante battaglia politica.

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. Francesco

    Quindi per te la cosa scandalosa è il fatto che CasaPound abbia aspettato tanto per denunciare le malefatte di soumahoro and co e non le malefatte compiute dai suddetti.
    Se le malefatte alle spalle degli immigrati esistevano da almeno 3 anni dovevano essere quelli come te a denunciarle subito e non dovevate se aspettare le denunce postume di un’associazione di estrema destra.
    Ma figurati se voi altri immigrazionisti denunciate qualcosa che non va nel vostro mondo di eroi salvazionisti e immigrati vittime .

    1. sarita

      Ciao e buon Natale
      noto che hai mangiato un po’ pesante. In questo caso c’è solo una cosa da fare: DIGERSELTZ.
      Per il resto:
      L’ho già scritto, ma forse non lo hai letto e/o non lo hai capito: non ho MAI ricevuto segnalazioni, né buone né cattive, sui progetti della cooperativa Karibù. Cosa potevo denunciare? L’aria fritta? Quando ho ricevuto segnalazioni sui gravi problemi di uno sprar in Irpinia sono intervenuta (lo hanno commissariato). Per non parlare di quando ho ho saputo delle mancanze delle ONG Helpcode ed Emergenza Sorrisi! Allora le ho immediatamente denunciate su questo blog.

      Colgo l’occasione per aggiornare i miei lettori (non te, che non sai leggere): non sono ancora riuscita a trovare un rifugiato in grado di dirmi qualcosa di male della cooperativa Karibù. Ho cercato. Ne ho trovato uno ad un certo punto, un ex ospite. Ma non si è rivelato un testimone affidabile a causa di suoi trascorsi personali che non sto a raccontare (non mi piace il gossip). In più, quando era ospite della Karibu ne scriveva bene sui social.
      In ogni caso sto ancora cercando testimonianze.

      Ho anche indagato sulle vecchie proteste. Il motivo era che i rifugiati pensavano venisse dato loro riso di… plastica. Chi aveva diffuso questa bufala?

      Ovviamente tutto ciò non riguarda Soumahoro, ma la cooperativa Karibù, in tempi, tra l’altro, in cui Soumahoro neanche conosceva chi la gestiva. Ma i fasci fanno di tutt’erba un fascio.

  2. sarita

    Qui c’era un commento così idiota e offensivo che NON l’ho approvato.

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