Gli agenti governativi tunisini ridevano mentre i bambini morivano assieme alle loro mamme. “La Tunisia non è un paese per Neri” hanno detto ai loro padri disperati.
Oggi potete leggere la cronaca di questa terribile strage su L’Unità, che ha pubblicato la mia inchiesta in prima pagina, con le testimonianze dei sopravvissuti, e su altri giornali (sotto faccio la rassegna).
Non la leggerete invece sui giornali tunisini perchè in Tunisia non c’è libertà di stampa. I giornali governativi hanno pubblicato solo la lamentela del direttore regionale della sanità di Sfax, Hatem Al-Sherif, per il “superamento della capacità del reparto autopsie” dell’obitorio di Sfax dopo l’arrivo di 13 cadaveri (NB cadaveri di bambini e donne). Hatem Al-Sherif ha sottolineato “la necessità di accelerare le procedure e di seppellire i corpi il prima possibile affinché la situazione non peggiori a causa delle alte temperature”.
Questa terribile strage di bambini è avvenuta il 5 aprile 2024 nelle acque davanti ad Al Amra, poco a nord di Sfax: la Garde nartionale tunisina ha deliberatamente speronato (almeno 5 volte) una barca di ferro carica di persone. I guardiacoste tunisini ridevano e filmavano i bambini che affogavano assieme alle loro mamme. I sopravvissuti sono stati deportati nel deserto al confine con la Libia e alcuni di loro sono morti di sete.
Altri terribili dettagli li trovate nella mia inchiesta su L’Unità. Non sarà una lettura piacevole, lo so, ma queste cose vanno lette, diffuse e denunciate.
La strage di Al Amra non è un caso isolato. Fa parte, anzi, di un sistema di omicidi di massa su base razziale avviato un anno fa in Tunisia dal governo del presidente Saied.
Persone migranti subsahariane – considerate inferiori perché “nere” dai tunisini, che hanno la pelle solo di un tono più chiara – vengono barbaramente uccise in mare e nel deserto in nome di una ideologia xenofoba propagandata dal presidente Saied e più volte denunciata da Amnesty International.
Il tutto con l’assenso e la complicità del governo italiano di Giorgia Meloni, che finanzia gli assassini. La strage di Al Amra è avvenuta con motovedette regalate dall’Italia alla Tunisia e nonostante i ripetuti casi di omicidi di massa nel deserto – con vittime soprattutto bambini e donne – il governo Meloni ha aumentato i finanziamenti alla Tunisia.
Si può chiedere a Giorgia Meloni se continuerà a finanziare e aiutare il governo di Saied anche dopo questo omicidio di donne e bambini da parte della Garde Nationale tunisina?
Spero che qualcuno lo faccia.
Cosa stiamo già facendo
Tutto questo è materiale per la Corte Penale Internazionale e noi del JLProject stiamo cercando di aprire lì un procedimento per crimini contro l’umanità (ripetuti omicidi di massa con movente razziale).
Stiamo anche cercando di aiutare i sopravvissuti e di chiedere all’ONU la loro evacuazione in paesi sicuri. Ma non è facile, perché moltissimi membri degli staff delle agenzie dell’ONU presenti in Tunisia e in Libia – UNHCR e IOM – sono corrotti e/o collaborazionisti degli assassini, un problema che denuncio da anni ma che l’ONU non sembra voler risolvere.
A livello legale, alcune associazioni (ASGI, ARCI, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet) hanno impugnato con istanza cautelare di fronte al TAR del Lazio la cessione di 6 motovedette dal governo Meloni alla Garde Nationale assieme ad un finanziamen di 4,8 milioni di euro. La motivazione è che violerebbe la normativa italiana che vieta di finanziare e trasferire armamenti a Paesi terzi responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani.
Cosa potete fare voi? Informatevi, parlate, discutete, condividete, protestate. Chiedete la FINE degli accordi con la Tunisia! Usate l’hashtag #NienteAccordiConLaTunisia. Non state in silenzio.
Rassegna stampa
- Refugees in Libya : LEGGI.
- Memoriamediterranea: Le autorità tunisine hanno ucciso i miei figli perché erano neri – Strage di El Ambra. LEGGI.
- L’Unità: Sarita Fratini – Il racconto dell’assalto. Così le guardie tunisine affogano i bambini. LEGGI.
- La Repubblica: Alessia Candito – La strage dei bambini in Tunisia. I sopravvissuti: “Ci ha speronato la Garde nationale”. LEGGI.
- Il Manifesto: Giansandro Merli – Tre associazioni denunciano: «Le autorità tunisine hanno provocato un naufragio e 16 morti». LEGGI.
Per non dimenticare
“Abbiamo dei bambini” hanno implorato le persone migranti che erano sulla barca di Al Amra e hanno preso in braccio Angie, 3 anni, per mostrarla agli agenti della Garde Nationale tunisina. Non è servito. Gli agenti hanno speronato e distrutto la loro barca. Mentre Angie affogava assieme alla sua mamma, assieme ad altri 5 bambini e altre 8 donne, gli agenti della Garde Nationale tunisini filmavano e ridevano.
Non rimenticate mai questa immagine raccapricciante!
Questo articolo lo dedico ad Angie, bellissima bambina di cui so il vero nome e ho la foto, assieme ad una promessa: lotterò per far finire davanti ad un tribunale internazionale chi ti ha assassinata e chi l’ha armato e finanziato.
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