2000 cause contro chi deporta persone in Libia: comandanti di navi, compagnie di navigazione e Stati dovranno risarcire le vittime.
Quando, soltanto 7 mesi fa, abbiamo annunciato che preparavamo 2000 cause legali contro chi deporta persone in Libia, molti hanno pensato ad una sparata.
Oggi, da portavoce del JLProject, vi annuncio che abbiamo materiale sufficiente a farne molte di più.
Il JLProject è un collettivo composto attualmente da 50 normali cittadini che effettua indagini forensi pro bono per aiutare chi ha subito una violazione dei propri diritti e non può permettersi di assumere un investigatore. Aiutiamo i migranti, ma non solo, anche gli italiani si rivolgono a noi, soprattutto donne vittime di stalking e lavoratori sfruttati. Produciamo dossier di prove che le vittime possono far utilizzare ai loro avvocati. Siamo dalla parte della legge e della legalità.
Ultimamente il JLProject è divenuto famoso per aver scoperto l’identità di un super cattivo, ma ciò per cui ci piacerebbe essere ricordati è la più ampia opposizione pratica al gigantesco sistema di deportazione su base razziale nei lager libici messo in piedi dall’Europa, Italia in primis.
La prima causa vinta
Lo scorso 10 giugno Harry, rifugiato sudanese vittima del respingimento illegale Asso Ventinove del 1-2 luglio 2018, ha vinto la causa intentata contro parte del Governo italiano (Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ambasciata d’Italia a Tripoli) al Tribunale Ordinario di Roma, sezione Diritti della Persona e Immigrazione.
JLProject segue questo caso fin dall’inizio. Dopo la deportazione, JLProject ha ritrovato Harry in Libia e ha trovato anche le prove che lo collocavano nel caso Asso Ventinove. Sono prove fotografiche, molto solide, che l’avvocatura di stato ha provato e non è riuscita ad impugnare. I dossier prodotti da JLP sono sempre molto accurati e al caso di Harry hanno lavorato ben 15 persone.
Così Harry ha vinto la prima causa. “Il giudice”, dice la sentenza esecutiva, “accoglie il ricorso e, per l’effetto, dichiara il diritto del sig. HARRY (nome di fantasia) di presentare domanda di protezione internazionale in Italia e ordina alle amministrazioni competenti di emanare tutti gli atti ritenuti necessari a consentire il suo immediato ingresso nel territorio dello Stato italiano”.
La sentenza è una pietra miliare nella lotta contro il sistema di deportazioni in Libia.
Il Governo italiano è rimasto talmente di sasso. L’ambasciata italiana a Tripoli sta illegalmente rifiutando di eseguire la sentenza e ha generato una situazione molto pericolosa per la democrazia. Più informazioni le trovate qui.
Le altre cause contro chi deporta persone in Libia
Quella di Harry, abbiamo detto, è solo la prima causa di cui sia uscita la sentenza. Stiamo aspettando tanti altri esiti e lavorando a nuovi casi. Oltre che cause per l’evacuazione delle persone illegalmente deportate in Libia, stiamo facendo ricorsi per fare avere loro un risarcimento danni. Ad oggi abbiamo 66 casi di respingimento illegale con vittime ritrovate.
Facciamo:
Cause contro i comandanti delle navi cargo e le compagnie navali
I comandanti delle navi cargo sono personalmente e penalmente responsabili per aver deportato persone nei lager libici. Non lo dico io, lo sostiengono i tribunali. Qualche mese fa è stato condannato anche in secondo grado ad un anno di reclusione Giuseppe Sotgiu, comandante della Asso Ventotto che il 30 luglio 2018 aveva deportato nei lager libici 108 persone, tra cui 5 donne incinte e 5 bambini. JLProject ha ritrovato le vittime, compresa una bambina, che possono fare causa per danni a Sotgiu.
Le vittime del caso Asso Ventinove stanno già facendo causa al comandante Corrado Pagani. Per le prime 5 siamo in attesa di sentenza. Se tutte le vittime facessero causa (ricordiamo che i deportati furono 276 più un bimbo ancora nella pancia dela mamma), assieme ai parenti di Josi, Seid e Amela (morti di fame nei lager i primi, stuprata e uccisa da un libico l’ultima), il risarcimento potrebbe essere, non so, almeno di 15 milioni di euro.
I comandanti delle navi cargo che deportano le persone nei lager libici rischiano la galera e di dover rimborsare cifre da capogiro alle vittime.
Ho scritto tempo fa un dettagliato articolo sui rapporti tra navi cargo e governo italiano nella gestione del sistema illegale di deportazioni su base razziale nei lager libici. Allo stato attuale, alcune compagnie di navigazione e alcuni comandanti hanno deciso di interrompere le deportazioni illegali, chi perché è una brava persona, chi per salvaguardare il proprio conto in banca. Altre compagnie e altri comandanti continuano a deportare persone illegalmente.
JLProject ha ritrovato le vittime e le prove delle deportazioni effettuate da molte navi cargo (Vos Triton, Nivin ecc.) e sta provvedendo a far arrivare i casi in tribunale.
Cause contro i governi che deportano le persone nei lager libici su base razziale
Dietro tutto questo ignobile sistema ci sono alcuni governi europei. Come da triste tradizione il primo tra tutti è quello italiano. Nel secolo scorso il governo fascista aveva emanato leggi razziali che gli consentivano di deportare su base razziale persone nei lager nazisti. Oggi il governo italiano non sta riuscendo a fare delle leggi per lo sterminio delle persone che non gli piacciono e quindi lo fa illegalmente, in segreto, in modi subdoli e facendo accordi con gli stati dotati di leggi razziali (la Libia ha la legge 19/2010, che condanna al carcere a vita con lavori forzati tutti gli uomini, donne e bambini stranieri irregolari).
Le leggi europee, oggi, sono ancora dalla parte dei diritti umani e il JLProject lavora perché vengano rispettate. Farà 2000 cause al governo italiano. Forse di più. Per far capire a tutti che questo governo, con le sue politiche inumane e razziste, sta impoverendo l’Italia e gli italiani, in tutti i sensi.
Il JLProject sta anche agendo contro il governo maltese e contro Frontex. In futuro ci espanderemo anche alla Tunisia e alla Grecia.
Siamo anche in prima linea per supportare la difesa di persone ingiustamente accusate di scafismo, come Diouf, e ricordiamo che i veri scafisti sono quelli con cui il governo italiano fa affari.
Tifate JLProject!
Oggi è un bel giorno e tutto il gruppo ha ultimato un durissimo lavoro di 3 settimane sulla nostra prima class action. Ve ne parlerò più avanti.
Da portavoce del JLProject sono fiera della prima causa vinta e del supporto che questa banda di persone normali sta dando nella lotta per i diritti umani.
Continuate a tifare JLProject!
Come entrare nel JLProject
Servono sempre volontari! Nell’ultimo periodo ci hanno contattati centinaia di migranti e stiamo lavorando su 86 casi di respingimento illegale in Libia.
Abbiamo bisogno di volontari per un facile lavoro di interviste ai rifugiati.
Scrivetemi una mail e vi darò m aggiori dettagli.
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