Una nuova straordinaria vittoria in tribunale per i migranti respinti in Libia: sono vittime di respingimenti illegali e l’Italia è obbligata a riammetterli.

La sentenza

Il 22 agosto 2024 il tribunale ordinario di Roma – sezione diritti della persona e immigrazione – in composizione monocratica nella persona della giudice Silvia Albano ha pronunciato una storica sentenza di merito che riconosce il diritto di Harry di presentare domanda di protezione internazionale in Italia e ha ordinato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e per esso alle amministrazioni competenti, di emanare tutti gli atti ritenuti necessari a consentire il suo immediato ingresso nel territorio dello Stato italiano.

Eccola:

Il tribunale ha anche condannato il Ministero degli Affari Esteri a pagare un bel po’ di spese processuali.

Qualcuno di voi forse ricorderà la storia di Harry (nome di fantasia) ma è meglio riassumerla.

Il respingimento di cui è stato vittima Harry era il caso Asso Ventinove

Il 2 luglio del 2018, su indicazione delle autorità italiane, la nave mercantile Asso Ventinove partecipò al respingimento illegale nei lager libici di 276 uomini, donne e bambini causando la morte di almeno 3 di loro (Amela, Josi e Seid). Il caso rimase segreto fino alla primavera 2019, quando lo scoprii io. Qui c’è tutto quello che ho scritto in questi anni su questo caso, se non lo avete già letto e avete una settimanella libera potete recuperarlo.

In questi anni Harry è rimasto sempre in Libia e noi del JLProject lo abbiamo aiutato a far valere i suoi diritti.

L’aiuto legale alle vittime dei respingimenti illegali e l’iter del caso di Harry

Grazie alle avvocate del progetto Sciabaca & Oruka di ASGI che rappresentano legalmente i respinti e grazie ai volontari del JLProject che hanno lavorato anni per trovare tutte le prove su questo caso, le vittime del respingimento illegale Asso Ventinove hanno potuto presentare ricorso in tribunale e vincerlo.

Quella di Harry non è la prima causa vinta ma è una causa molto importante.

Riassumiamo l’iter processuale del caso di Harry:

  • Il 10 giugno 2023 Harry ha vinto un “ricorso urgente” che condannava già l’Italia a traferirlo immediatamente in attesa della sentenza di merito.
  • L’ambasciata italiana a Tripoli ha rifiutato di rispettare la sentenza: prima non ha risposto agli avvocati di Harry poi, dopo un mese, finalmente, ha convocato Harry per dargli il visto un giorno alle 11 del mattino. Che bello! Ma proprio la mattina dell’appuntamento, alle 10, è arrivata la decisione di un giudice di secondo grado che sospendeva l’esecuzione della sentenza. Così l’ambasciata ha annullato l’appuntamento.
  • Il giudizio urgente ha avuto così un secondo grado. Ma tutta la causa è stata annullata perché gli avvocati dell’ambasciata italiana a Tripoli, a cui Harry aveva fatto causa, hanno sostenuto che la procura che Harry aveva dato ai suoi avvocati fosse stata presa male a causa di un errore compiuto… dall’ambasciata italiana a Tripoli! Sembra incredibile ma il giudice gli ha dato anche ragione. Risultato: la causa urgente è finita male.
  • A giugno 2024 è invece arrivata la sentenza della causa di alcuni compagni di Harry che già erano in Europa. Una vittoria storica! Il Tribunale di Roma ha stabilito che il Comandante della nave e le autorità italiane coinvolte li avrebbero dovuti condurre in un luogo sicuro, ovvero in Italia, e ha condannato i convenuti a risarcire i ricorrenti con 15 mila euro a testa.

E adesso è arrivata la sentenza di merito del caso di Harry. Appena sarà disponibile potrete leggerla qui.

Leggetela! E’ un vero trattato sui respingimenti illegali in Libia.

Una decisione che impatta su tutti i respingimenti che l’Italia fa o tenta di fare nel Mediterraneo.

E la procura? Era valida, dice il giudice, perché presa regolarmente da un funzionario italiano.

La soddisfazione del JLProject

Noi volontari del JLProject siamo davvero felici per questa sentenza. Abbiamo lavorato moltissimo per mettere assieme tutte le prove.

Non è stato facile, pensate che per trovare alcune foto abbiamo dovuto indagare sull’identità di tutti i cosiddetti guardiacoste libici addestrati in Italia. Alla fine abbiamo trovato quello giusto e scoperto che aveva pubblicato le foto della cattura di Harry sul suo account Facebook. Abbiamo anche convinto l’UNHCR di Tripoli a smettere di occultare le prove del caso Asso Ventinove. Ci abbiamo messo 3 anni.

Cosa dice la nuova sentenza

ASGI scrive:

La sentenza di merito stabilisce il diritto di Harry di entrare in Italia con un regolare visto di ingresso, a fronte della violazione degli obblighi di non-refoulement in capo all’Italia, per poter chiedere il riconoscimento del diritto alla protezione internazionale.

Secondo la giudice “le autorità italiane che hanno prestato ausilio e il comandante della nave commerciale italiana inviata sul posto, avrebbero dovuto comunque garantire che i naufraghi venissero sbarcati in un luogo sicuro, a prescindere dalla presenza di un ufficiale libico sulla nave e dal fatto che la richiesta di soccorso fosse venuta dalle autorità libiche.”

In virtù del “contatto qualificato” con i naufraghi, saliti a bordo di una nave battente bandiera italiana in acque internazionali, le autorità hanno violato l’obbligo di adottare misure per prevenire atti di tortura e trattamenti inumani: “lo Stato italiano avrebbe dovuto non offrire ausilio alla guardia costiera libica per sbarcare i naufraghi in Libia, ma assicurare il loro trasporto in un luogo sicuro, proprio nel momento in cui erano su una nave sottoposta alla sua giurisdizione”.

Questo ragionamento si applica evidentemente a tutti i casi in cui le autorità offrono supporto ai libici nell’operare le intercettazioni, ostacolando le attività di soccorso in mare delle ONG. Ogni volta che questo accade si configura una violazione del principio di non refoulement” dichiarano le avvocate ASGI Lucia Gennari del progetto Sciabaca&Oruka e Ginevra Maccarone del collegio difensivo.

Sulla base di questa sentenza, l’Ambasciata italiana a Tripoli è tenuta a rilasciare un visto che permetta al ricorrente, illegalmente respinto in Libia ormai 6 anni fa, di fare ingresso in Italia e richiedere protezione internazionale.

Cosa succederà adesso?

Noi del JLProject non sappiamo cosa altro si inventerà l’avvocatura di Stato per trattenere ancora Harry a Tripoli e non rispettare la sentenza che, ricordiamo, è esecutiva. Ci aspettiamo di tutto. Non capiamo il perché di questo accanimento. Harry potrebbe essere ucciso dalle milizie libiche o morire di stenti.

Una cosa però la sappiamo: non molleremo, non lo abbandoneremo MAI. Continueremo a fare indagini forensi pro bono per aiutare Harry e tutti gli altri respinti in Libia fino a che non riceveranno ciò che meritano: giustizia.

E un giorno, presto o tardi, Harry atterrerà all’aeroporto di Roma Fiumicino. Lo andremo a prendere e faremo una festa. E il giorno dopo ci rimetteremo al lavoro per aiutare qualcun altro.

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Questo articolo ha un commento

  1. Riccardo Vinetti

    Avete compiuto atti di eroismo come quelli dei nostri partigiani. Bravissimi

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