Matteo Salvini ha accusato Carola Rackete di aver portato in Italia i 3 torturatori di Zawiya, che sarebbero stati salvati dalla Sea Watch.

Ovviamente Carola Rackete non aveva idea di chi fossero. Il suo dovere è salvare persone, non arrestarle. In ogni caso, se i 3 torturatori fossero tornati in Libia, avrebbero probabilmente continuato a lavorare nel sistema dei lager libici (finanziato dall’Italia), avrebbero ripreso a torturare, stuprare, uccidere, avrebbero goduto dell’assoluta impunità. Invece in Europa sono stati arrestati.
Ma non è questo l’argomento di questo tutorial per zucche vuote.
L’intento di questo mio nuovo tutorial è:
Spiegare alle zucche vuote che centinaia di torturatori e assassini libici sono stati portati in Italia dal Governo italiano. Non da Carola Rackete.
Dove?
A La Spezia e a Gaeta.
E a spese nostre.
Chi erano?
I militari della cosiddetta guardia costiera libica, quelli che:
- il 20 settembre scorso hanno ucciso un rifugiato sudanese a colpi di pistola.
- in moltissime occasioni hanno sparato contro pescherecci italiani e sequestrato cittadini italiani
- tante altre volte sono stati filmati mentre torturavano rifugiati.
Non tutti lo sanno, ma questi torturatori e assassini sono stati ospitati in Italia per dei “corsi di formazione”. A Gaeta e a La Spezia.
Ad agosto 2018 il ministero guidato da Matteo Salvini ha indetto una gara da quasi 1 milione di euro per formare in Italia equipaggi della polizia libica.
Quattro training di quattro settimane ognuno destinati a cinque equipaggi della cosiddetta guardia costiera libica.
Importo stimato: 993.176,54 euro delle nostre tasse.
Davvero ci siamo ritrovati i torturatori e gli assassini della cosiddetta guardia costiera libica a spasso per le strade delle città italiane?
Sì. A La Spezia per esempio. Lo ha raccontato Nello Trocchia in una puntata di Piazza Pulita dell’11 aprile 2019.

C’è una GRANDE differenza tra ciò che ha fatto Carola Rackete e ciò che ha fatto Matteo Salvini.
E’ questa:
- Carola Rackete non sapeva chi fossero i 3 torturatori di Zawiya
- Matteo Salvini SAPEVA PERFETTAMENTE chi fossero i componenti dei 5 equipaggi libici che ha fatto soggiornare a La Spezia a spese nostre.
Anche il governo Gentiloni ha portato in Italia i torturatori e gli assassini della Guardia Costiera Libica.
Anche il ministro Minniti sapeva chi fossero i militari della cosiddetta guardia costiera libica che sono stati formati e alloggiati nel 2018 a Gaeta, con servizio di “pensione completa“.
Il 21 aprile 2017 il ministro Minniti ha addirittura festeggiato con una cerimonia pubblica la fine del corso di formazione.

Anche questa formazione è stata pagata con i nostri soldi e ci è costata tantissimo.

E l’attuale Governo? Porterà ancora assassini e torturatori libici in Italia?
Finchè gli accordi Italia-Libia rimarranno in piedi, ho paura di sì.
Non so quale città verrà scelta stavolta. Non so quanto soldi costerà agli italiani. Ma stiamo attenti.
Questo tutorial è stato scritto anche grazie a chi, ieri, ha fatto donazioni al blog: Roberto, Leopoldo, Alessandra, Cristina, Valerio, Federica, Simona, Maurizio, Mattia.
Con il loro sostegno, oltre al contrasto alle zucche vuote, questo blog realizzerà prestissimo un altro bel progetto. Quindi questo è solo il primo dei ringraziamenti a Roberto, Leopoldo, Alessandra, Cristina, Valerio, Federica, Simona, Maurizio e Mattia.
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.
La responsabilità italiana è …antica e risale agli accordi di Berlusconi con Gheddafi. Grosse responsabilità anche dell’UE, basti pensare al mandato Frontex, alle ispezioni- farsa nei centri di detenzione ( e di tortura) libici. La situazione oggi è ancora peggio, con la recrudescenza dei bombardamenti e l’assoluta anarchia vigente in Libia in stato di guerra civile. Ogni giorno SOSMediterranee e MsF con le loro navi ripescanp cadaveri in acque SAR e salvano decine di naufraghi. Nessuno ne parla più.