La reazione delle mamme al (falso) comunicato di chiamata alle armi dei ragazzi italiani è forte e antibellica.
Da qualche giorno, su Facebook e sui gruppi Whatsapp delle mamme italiane, gira un (falso) comunicato di chiamata alle armi per ragazzi italiani nati tra il 1990 e il 2003, ovvero quelli che hanno da 18 a 30 anni. Eccolo:

E’ ovviamente un falso, ma qualcuno ci è cascato.
“Me lo ha mandato via whatsapp una mia amica” mi racconta una mamma ieri a cena “Lei ha un figlio di 19 anni ed era terrorizzata. Io ho un figlio della stessa età. Ci ho messo venti secondi a capire che fosse un falso, ma in quel breve lasso di tempo ho pensato che neanche morta avrei mandato mio figlio a fare la guerra, che dovevano passare sul mio cadavere per prenderlo”.
L’origine del falso comunicato di chiamata alle armi
Questo documento falso, costruito neanche troppo bene, arriva sui social all’indomani delle dichiarazioni di Mario Draghi sull’intervento militare italiano.

L’autore del fake è ignoto. La motivazione anche. Ma l’effetto è chiaro: tante persone che blateravano sulla necessità di un intervento militare italiano nella guerra in Ucraina si sono improvvisamente sentiti toccati sul vivo, hanno provato sulla propria pelle la paura di venire privati di ciò che hanno di più caro: i propri figli.
La guerra questo è. A volte lo dimentichiamo.
La guerra obbligatoria e la diserzione
“Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri” diceva Gino Strada.
Giorni fa il governo dell’Ucraina, con un comunicato emanato da un luogo sicuro, ha imposto il divieto di lasciare il paese a tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni e ha esortato la gente a combattere casa per casa, con quello che hanno, fabbricando molotov, contro l’equipaggiatissimo esercito russo. Come a dire: armiamoci e partite.
In Russia i cittadini manifestano contro l’invasione dell’Ucraina decisa dal loro governo e per questo vengono arrestati. Putin sta cercando di togliere voce ai pacifisti controllando il web e i social network.
“Per eliminare le guerre bisogna… non farle, disertare” dice mia figlia, che ha solo 8 anni. In famiglia conosciamo parecchi disertori, di varie guerre (Jugoslavia, Eritrea, Sudan…) e li consideriamoi degli eroi, perché pensiamo che ci voglia più coraggio a fuggire disarmati rischiando la fucilazione che a far parte di un esercito con un fucile in mano e perché con la loro diserzione hanno salvato la vita di tutti quelli che non hanno ucciso.
Mi torna in mente quel terribile ultimatum di chiamata alle armi nell’esercito fascista della RSI firmato nel 1944 da Giorgio Almirante (futuro capo dei neofascisti italiani). Ribadiva la pena di morte “mediante fucilazione alla schiena” per i disertori. Quello non era un fake.

Tutti questi ricordi, tutte queste considerazioni, le ha provocate una bufala che gira sul web. Ringrazio l’autore, chiunque egli sia.
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