Il cononavirus sta minando ciò che gli italiani hanno di più caro: le vacanze.
Diciamoci la verità: fino a ieri eravamo in vacanza.
Eravamo un paese in vacanza (da almeno 70 anni) da guerre e carestie, una società che si permetteva di sentenziare e dissertare sullo status e sui diritti degli “altri”: “Questo non è un profugo, è un migrante economico…“
Oggi Massimo va in vacanza nel paradiso tropicale dell’isola di Mauritius, ma appena sceso dall’aereo c’è chi gli scartabella il passaporto e si impiccia sul suo indirizzo di residenza. Milano, Lombardia, Italia. E sentenzia: “Questo non è un turista, è un untore“.
L’aereo italiano atterrato a Mauritius viene bloccato. A seconda del loro indirizzo di residenza, i turisti vengono divisi in due gruppi: quelli che possono fare le vacanze sulla bella isola e quelli che invece non sono graditi. Se sei di Napoli, di Palermo o di Reggio Calabria puoi andare al mare, se sei lombardo o veneto ti toccano 14 giorni di quarantena chiuso in ospedale, o il reimpatrio.
“Un incubo“, lo definiscono i 40 lombardi e veneti a cui sono state negate le vacanze. Li hanno tenuti per 3 ore seduti per terra, senza neanche poter andare in bagno.
“Ci stavano aspettando con le mascherine, come fossimo marziani“.
Così?

Non proprio così. Ma i 40 lombardi e veneti (che non avevano fatto nulla di male e volevano soltanto fare delle vacanze) sono stati discriminati, ghettizzati, schifati. Qualcuno, senza conoscerli, basandosi solo su ciò che avevano scritto sul passaporto, ha deciso che erano immigrati pericolosi e non graditi.
Non ho mai creduto in Dio, ma oggi sto rivalutando la cosa.
Qualche settimana fa Matteo Salvini ha provato a sfruttare la paura del coronavirus cinese per diffondere fakenews e chiedere la chiusura dei porti, ma non ci è riuscito e, anzi, forse ha portato proprio sfiga ai suoi: il coronavirus è stato diffuso da manager lombardi e il nord Italia sta subendo una ghettizzazione che potrebbe portare i suoi abitanti ad una riflessione culturale e ad una salutare immedesimazione con le minoranze da loro in precedenza ghettizzate.
Le notizie si susseguono. Dipingono un mondo (finalmente) all’incontrario.

Ieri l’Austria ha bloccato (provvisoriamente) i treni sul Brennero.
In Francia Marine Le Pen ha chiesto misure straordinarie contro chi arriva dall’Italia.
La Romania mette in quarantena chi arriva da Lombardia e Veneto.
E Ischia, dopo decenni di “Napoli colera” ricevuti, si vendica bloccando gli sbarchi a lombardi e veneti.
Anche l’incoming non va bene. Grecia e Croazia hanno già sospeso le gite scolastiche in Italia e turisti di tutto il mondo stanno annullando le vacanze nel nostro paese. La crisi economica del settore turismo italiano è ormai prossima.
Vacanze rovinate e conti da pagare
Prenotare le vacanze è diventato un rischio, per gli italiani.

“Ho prenotato un volo per le Maldive, un villaggio per una settimana e un corso di diving. Tutto prepagato con la mia carta di credito. Ora temo che all’aeroporto di Malè mi bloccheranno e mi rimanderanno indietro. Perché, sai, sono milanese. Temo che nessuno mi rimborserà le vacanze rovinate“.
Trenitalia e Italo rimborsano i biglietti dei treni non utilizzati, ma i resort maldiviani pare non lo facciano.
Come salvare le vacanze dei milanesi
Le idee sono tante.
Trafficanti libici potrebbero organizzare dei barconi illegali. 5000 euro per viaggiare sul tubolare di un gommone e sbarcare (forse…) a Saint-Tropez o Ibiza.
Ci sono milanesi che hanno contattato Mimmo Lucano. Chiedono di mettere una buona parola per richiedere il domicilio a Riace e avere una nuova carta di identità. Ma dal comune di Riace è arrivata una pernacchia via messaggio audio whatsapp e i milanesi sono stati costretti ad annullare le settimane bianche a Chamonix.
Prima o poi qualcuno si imbarcherà come clandestino per una settimana benessere su una nave Costa Crociere. E sarà la fine.
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