Assurdo errore di traduzione presso la commissione territoriale di Caserta. “Non riconoscimento della protezione internazionale” è l’esito. Ma solo in arabo. Nelle altre lingue è invece stata assegnata la protezione sussidiaria. E’ un caso isolato? Nel dubbio, avvisiamo i rifugiati che parlano arabo.
“La commissione territoriale ha respinto la mia domanda di protezione internazionale”. Il messaggio mi arriva condito da più faccine in lacrime.
Sono incredula. L’Italia, d’accordo, accoglie in prima istanza sostanto il 28% delle domande di protezione internazionale contro il 40% medio dell’Unione Europea (dati 2021, fonte Eurostat) ma il mio amico è fuggito da un paese dove c’è una terribile e comprovata guerra, è stato selezionato dall’ONU per l’evacuazione dalla Libia e portato in Italia con un volo del Governo italiano. Perché hanno negato la protezione internazionale anche a lui?
Mi faccio mandare copia della sentenza, ben decisa a sguinzagliare tutti gli avvocati che conosco per fare un appello. “Coraggio” cerco di consolarlo.
La sentenza è in italiano. Termina con un “la commissione territoriale DECIDE di riconoscere, allo stato del contesto attualmente vigente, lo status di protezione sussidiaria ai sensi dell’art. 14 lettera C D.gls 251/2007”.
Non è un rigetto, tutt’altro!
Lo chiamo: subito: “Ti hanno concesso la protezione sussidiaria!” gli urlo in inglese. Rido “Non hai capito: in realtà è andata bene, benissimo!”.
Lui non ci crede. Perché?
Legge dalla sua copia: “Esito: Non riconoscimento della protezione internazionale”.
Adesso sono io a non capire. “Dove stai leggendo?”.
“Pagina 4”.
La pagina 4 è la traduzione in 4 lingue (inglese, francese, spagnolo e arabo) dell’esito della sentenza. Eccola:

Leggo nelle lingue europee: “Decides to grant the Subsidiary Protection status / decide d’octroyer le benefice de la protection subsidiaire / decide reconocer el estatus de proteccion subsidiaria” e poi c’è l’arabo…
In arabo, a quanto pare, c’è scritta una cosa del tutto diversa:
قرار
عدم الاعتراف بالحماية الدولية

“Esito: Non riconoscimento della protezione internazionale”.
Un copia e incolla sbagliato. Possibile? Sì.
“Leggi l’inglese” consiglio al mio amico, che conosce molto bene questa lingua. E poi leggo e traduco il primario e vero esito della sentenza, quello in italiano.
Adesso ridiamo in due. Non capendo l’italiano e vedendo che l’esito della domanda era tradotto in arabo, lui si era limitato a leggere quello.
“Benvenuto in Italia” gli dico, in italiano, ridendo di cuore.
Caso isolato in una sentenza o errore diffuso sul manuale della commissione territoriale?
Mi chiedo se questo errore sia solo sulla sentenza del mio amico oppure su tutte. La pagina 4 sembra la fotocopia di un manuale.
Chiamo la commissione territoriale di Caserta e mi risponde uno dei giudici, molto gentile e simpatico. Lui, come me, non capisce l’arabo, ma si fida della mia traduzione. Sì, ammette, c’è un errore. Qualcuno deve aver fatto il copia e incolla sbagliato e nella sentenza è finito il diniego in arabo. Mi ringrazia per la segnalazione e mi rassicura ulteriormente: il mio amico può stare tranquillo perché fa fede la risposta in italiano.
Per ovvi motivi di riservatezza, la commissione territoriale di Caserta non mi può dire se il diniego in arabo è finito anche su altre sentenze. Mi promette però di controllarle tutte e, naturalmente, di correggere l’errore per il futuro.
Certo, ripenso, se il mio amico non mi avesse spedito le carte, ora sarebbe convinto di aver ricevuto il diniego della protezione internazionale. Sarà accaduto anche a qualcun altro?
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