Le violazioni dei diritti dei migranti DEVONO finire in tribunale. E’ molto importante. Cosa faccio io? Trovo i testimoni e le prove che permettono ai casi di comparire davanti ad un giudice.

Nel Mediterraneo avvengono centinaia di violazioni dei diritti umani, compiute dai Governi o da soggetti che lavorano per questi Governi. L’impunità, fino ad ora, è stata quasi totale, perché le vittime di queste violazioni sono migranti che vengono catturati e deportati nei lager libici, dove non esiste la possibilità di rivolgersi ad un avvocato o a qualsivoglia tribunale.

Questi casi dobbiamo denunciarli noi, da qui. E lo stiamo facendo! Gruppi di avvocati in tutta Europa scrivono esposti, fanno ricorsi. Il problema però è uno: rintracciare le vittime e i testimoni.

Così arrivo io. Trovo le persone. Vi spiego come

Avvocati che lavorano pro-bono mi chiamano con i loro casi. In genere hanno una data e poco più. Ad esempio: “Dobbiamo rintracciare 27 persone che erano su una barca catturata dalla cosiddetta guardia costiera libica due anni fa“.

Ago nel pagliaio, direte voi. Ma no, non è mai così. Dopo un po’ di lavoro riusciamo a racimolare tanti altri indizi utili: date, orari, nazionalità delle vittime, presenza di donne e/o bambini, descrizione della barca, nome della motovedetta libica, punto di sbarco ecc. E qualche volta riesco anche a trovare le foto delle persone da cercare, cosa utilissima.

A quel punto attivo tutte le mie reti di rifugiati. Sono gruppi di rifugiati e migranti con cui comunico costantemente. Alcuni sono in Libia, altri in Europa, Africa, addirittura in Canada. Con tanti di loro ci conosciamo bene, da anni, ci mandiamo gli auguri per i compleanni e le festività, le foto dei bambini quando nascono o imparano a camminare.

Ogni volta che lavoro ad un caso, tutti i rifugiati mi aiutano. E’ così che trovo le persone: con il classico vecchio passaparola. Più ore e ore di lavoro per trovare prove materiali che collochino vittime e testimoni trovati sulla scena del caso che sto trattando.

Cosa consegno agli avvocati per andare in aula?

Un dossier preciso con:

  • nome e dati del testimone/vittima disponibile
  • suoi contatti
  • il suo itinerario nella tratta libica, con date, documenti, nomi dei lager dove è stato ecc.
  • foto o video che lo collocano sulla scena al momento del fatto

Solo così il giudice lo ammetterà.

Esempio: questa foto appartiene al caso Asso Ventinove. E’ stata scattata da UNHCR al momento dello sbarco a Tripoli. L’ho ritrovata assieme ad altre. Qui vedete solo due nomi (Josi e Seid, che sono purtroppo morti in seguito alla deportazione in Libia), ma io e i miei amici Amr e Niccolò – che hanno lavorato con me – abbiamo identificato quasi tutte le persone in questa e in altre fotografie. Ci abbiamo messo molto tempo ma ne è valsa la pena, perché nelle foto ci sono i ricorrenti e i testimoni nella causa che andrà in tribunale tra pochi mesi.

Non è mai possibile, per gli avvocati europei, rappresentare o far testimoniare persone che sono in Libia. I libici non prevedono che i migranti possano essere assistiti da avvocati, i Governi europei non evacuano testimoni o vittime che sono in Libia. Così, nei processi, possiamo far testimoniare solo persone che vivano in paesi sicuri. Ciò complica un po’ le mie ricerche ed è il motivo per cui ho dovuto allargare a tutto il mondo le mie reti di contatti. Ma ce la faccio lo stesso: rintracciare un rifugiato in un paesino del nord della Svezia non è poi così difficile ed è legalmente possibile farlo venire a testimoniare. A volte trovo addirittura persone vicinissime (ad esempio un rifugiato che UNHCR ha evacuato in Italia due anni fa).

A volte le vittime non sono presenti nelle foto. E allora trovo testimoni che possono collocarli lì. E colloco i testimoni sulla scena con prove materiali. Lavoro certosino.

Oltre le persone, trovo anche prove materiali

Studio bene i dettagli del caso e procedo come un cane da tartufo. Seguo ogni pista e non mi abbatto quando sbatto contro una strada chiusa e devo ricominciare.

Foto, video, documenti, immagini satellitari. In tribunale “Carta canta” e io di carta ne trovo parecchia.

A volte, ad esempio, la Cosiddetta Guardia Costiera Libica tarda a rubare i telefoni alle persone catturate. Loro hanno il tempo per mandare foto e video ad amici e parenti. Io poi ritrovo questo materiale sui telefoni di destinazione.

Tutto questo l’ho imparato. Dai fallimenti (come per il primo grado del processo Asso Ventotto), ma anche dai successi! Ho avuto grandissimi maestri: gli avvocati di ASGI, gli attivisti di Alarm Phone, Mediterranea, Forensic Oceanography e tanti altri. Spesso alzo il telefono e chiedo “Spiegami questa cosa che non so“. Così imparo e poi insegno ad altri.

I successi di questo blog nel contrasto alla violazione dei diritti dei migranti

Io mi pongo sempre obiettivi che, pur sembrando ambiziosi ad un occhio esterno, ritengo assolutamente raggiungibili. Tra gli obiettivi che mi sono posta negli anni passati c’erano:

  1. Scoprire la verità sul caso della deportazione segreta del 2 luglio 2018. FATTO.
  2. Fermare le deportazioni segrete operate dalle navi della Augusta Offshore. FATTO.

Quando inizio a lavorare ad un caso di difesa dei diritti di migranti, lo faccio per arrivare ad un risultato concreto. A volte ci metto parecchio tempo, sbatto più volte la testa contro il muro, mi faccio male, ma mi rialzo sempre e non rinuncio. E’ il mio sofisticatissimo modus operandi: insistere come un pupazzo a molla. Fa un po’ sorridere, ma alla lunga funziona.

I casi su cui sto lavorando ora

Sono tanti. I miei prossimi obiettivi sono:

  1. Trovare TUTTE le vittime del caso Asso Ventinove. Finora ho trovato 1/3 delle 276 persone coinvolte.
  2. Aiutare le donne vittime di tratta. Sto collaborando con un team di avvocati per portare alcuni casi nei tribunali.
  3. Provare che le vittime del caso Asso Ventotto che ho ritrovato erano davvero a bordo.
  4. Trovare un gruppo di persone che erano in mare l’estate scorsa. Perché? Sono vittime e testimoni di un respingimento illegale molto importante. Alcuni avvocati mi hanno proposto il caso e ho accettato. Spero di potervi dare presto altri dettagli.
  5. Trovare le vittime sopravvissute ad un naufragio del 2019 e farle andare a testimoniare. Anche questo è un caso grosso, mi ha chiesto aiuto il bravo giornalista che lo sta seguendo. Quando ne scriverà, diffonderò i suoi articoli. La prima parte del lavoro l’ho fatta (ho trovate 4 vittime, con un video che li colloca lì), la seconda è da fare.

Come aiutarmi nelle indagini per la difesa dei diritti dei migranti

Innanzitutto diffondendo le mie indagini e i contenuti di questo blog. Grazie a voi che lo fate, sempre più addetti ai lavori (avvocati, attivisti, giornalisti) leggono e mi contattano per offrire o chiedere aiuto. Uno scambio importantissimo! (Ad esempio: il giornalista Lorenzo D’Agostino ha trovato 4 vittime del caso Asso Ventotto, io 10. Ci siamo conosciuti e ora collaboriamo sul caso).

Valmarecchia Solidarancia Sarita Khalil

Il mio lavoro per la difesa dei diritti dei migranti è concreto e materiale. Trovare la prova che consente di poter perseguire un’ingiustizia, è la modalità (pratica) con cui lotto per affermare dei principi generali. Ciò produce in me felicità e soddisfazione. E, soprattutto, produce risultati reali nella vita di persone reali.

Tutto il lavoro che faccio, lo faccio pro-bono, gratis. Ciò è un po’ un problema, perché non riesco a dedicare tutto il tempo che serve e devo spesso interrompere per seguire il puzzle di lavoretti che faccio per campare e per pagare le spese delle mie ricerche. Sto cercando una qualche associazione o ente benefico che possa sponsorizzare il mio lavoro (ecco, anche in questo magari potete aiutarmi).

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