Ricordiamo Amela, ragazzina eritrea che l’Italia ha illegalmente deportato in Libia e ha consegnato agli stupratori e assassini libici.
Il mio collettivo, Josi & Loni Project (JLProject) si chiama così dai nomi di due vittime del governo italiano Conte I, con Salvini ministro dell’interno: Josi, morto sul pavimento di un lager libico, e Loni, nato sul pavimento di un lager libico. Entrambi sono stati catturati in mare dal governo italiano e illegalmente deportati nei lager libici. E’ anche verità processuale. Era il 2 luglio 2018 e il caso è conosciuto come “Asso Ventinove“. Ci sono già diverse sentenze in cui i tribunali stabiliscono che la responsabilità di quesrto gigantesco respingimento illegale è dell’Italia.
Quando fondai il JLProject Amela era ancora viva. Anche lei era stata deportata illegalmente dall’Italia nei lager libici durante il caso Asso Ventinove.
Chi era Amela

Ragazzina eritrea piena di sogni.
Non poteva realizzare i suoi sogni in Eritrea, paese in perenne guerra, dove il dittatore Isaias Afewerki ha vietato la stampa e ha perseguitato le comunità religiose, soprattutto i cristiani. Così è fuggita.
Ha raggiunto la Libia è si è imbarcata. Il 2 luglio 2018 il governo italiano l’ha illegalmente deportata nel lager libico di Triq al Sikka, finanziato dall’Italia.
Dal lager, pur essendo donna ed eritrea, non è stata evacuata perché era bella. Le guardie volevano tenerla lì e depennavano sempre il suo nome dalle liste di evacuazione. L’UNHCR era connivente.
La fine di Amela è il prodotto del sistema di catture in mare e respingimenti nei lager libici creato e gestito dal governo italiano: la ragazza è stata violentata e uccisa da un libico.
Amela chiese asilo politico all’Italia ma fu illegalmente respinta
La notte tra il 1 e il 2 luglio 2018 Amela entrò in territorio italiano. Era salita in acque internazionali sulla nave Asso Ventinove, battente bandiera italiana. Legalmente era in Italia.
Amela e le altre ragazze eritree che erano con lei, che parlavano inglese, andarono dal comandante Corrado Pagani e chiesero asilo politico in Italia.
Per legge il comandante avrebbe dovuto accettare la richiesta di Amela. Ci sono tante leggi, italiane ed europee, che regolano l’asilo politico, ma quella che preferisco è l’articolo 10 comma 3 della Costituzione italiana, perché spiega bene le cose:

“Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge“.
L’articolo 10 fa parte dei principi fondamentali della nostra Costituzione.
L’Eritrea è certamente un paese che impedisce l’effettivo esercizio delle libertà democratiche. Lo sapeva anche l’equipaggio della nave Asso Ventinove. Annuirono e dissero che stavano facendo rotta per la Sicilia. “Adesso dormite” dissero “vi sveglierete in Italia”. Ma mentivano. La mattina successiva approdarono nel porto di Tripoli.
La nave aveva ricevuto dalla Marina Militare italiana l’ordine di effettuare il respingimento illegale. E’ verità processuale.
In Libia ci sono altre ragazze come Amela. Possono essere salvate.
Non abbiamo fatto in tempo a salvare Amela. E’ un mio grosso cruccio. Con il JLProject stiamo salvando le persone che erano con lei, ad una ad una. Abdulatif per esempio. Ma Amela, Seid e Josi sono morti prima che riuscissimo a tirarli fuori dalla Libia.
Abbiamo bisogno di più tempo e più risorse. Il JLProject funziona, va solo ampliato. Si può andare QUI e leggere come partecipare e/o supportare il progetto.
Violando uno dei principi fondamentali della sua stessa Costituzione, l’Italia ha provocato la morte di Amela.
Questa è la verità.
Il sistema dei respingimenti illegali nei lager libici consegna ai criminali libici ragazzine indifese come Amela.
A volte, per strada, in metropolitana, noto ragazze allegre che chiacchierano amabilmente tra loro mentre vanno al liceo o all’università, con i libri nella borsa e tanti sogni nel cuore. Penso ad Amela, come sarebbe oggi se non fosse stata assassinata dal governo italiano.
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