La Cassazione emette una storica sentenza sul caso Vos Thalassa e assolve definitivamente i due ragazzi che si erano ribellati per evitare il respingimento in Libia.
La sentenza sancisce il diritto al non respingimento verso un paese insicuro e accende un faro sull’illegalità del sistema di respingimenti in Libia orchestrato e finanziato dal Governo italiano.
Mi unisco agli amici di Mediterranea per ribadire: opporsi alle deportazioni in Libia NON è reato!!!
Ricordiamo che la Vos Thalassa è una nave battente bandiera italiana.
La sentenza di Cassazione per il caso Vos Thalassa
“E’ scriminata la condotta di resistenza a pubblico ufficiale da parte del migrante che, soccorso in alto mare e facendo valere il diritto al non respingimento, si opponga alla riconsegna allo Stato libico”.
Netta e chiara.
Vengono quindi assolti i due ragazzi protagonisti del caso Vos Thalassa. Ricordo che erano stati assolti in primo grado e condannati in appello. Vale la pena di ricordare il caso e la loro storia.
Il contesto: l’estate 2018
E’ l’estate più tragica per i diritti umani nel Mediterraneo. Salvini è ministro dell’interno nel Governo Conte I. Nel solo mese di luglio, almeno altre 2 navi cargo italiane che lavorano per le piattaforme ENI compiono respingimenti segreti illegali: il caso Asso Ventotto e il caso Asso Ventinove (cioè il respingimento segreto che ho scoperto io). Entrambi i casi finiscono in tribunale. Per il primo – Asso Ventotto – c’è già la sentenza di primo grado: il comandante condannato ad un anno di reclusione per aver respinto in Libia 108 persone.
Il caso Vos Thalassa – 8 luglio 2018
Cronologia dei fatti:
- La mattina del 8 luglio 2018 l’IMRCC di Roma riceve una telefonata che lo avvisa della partenza di una barca di legno da Zwara.
- Roma comunica la cosa alla Guardia costiera libica
- alle 15:18 il rimorchiatore Vos Thalassa, battente bandiera italiana, che lavora per la piattaforma petrolifera Al Jurf – Oilfield, comunica a Roma di aver soccorso circa 65 migranti.
- Roma indica alla Vos Thalassa di far rotta per Lampedusa
- Alle 22:00 Vos Thalassa comunica a Roma di aver ricevuto ordini differenti dalla Guardia Costiera Libica: tornare in Libia.
- Il comandante della Vos Thalassa inverte la rotta e punta su Tripoli.
- I rifugiati, sulla nave, si rendono conto che stanno tornando in Libia e si “ribellano“*.
- un membro dell’equipaggio (per sua successiva ammissione in aula) mente ai rifugiati. Prova a dire che sta tornando indietro solo per soccorrere un altro gommone (in realtà inesistente). Ma capisce che la bugia non ha funzionato e chiede al capitano di invertire nuovamente la rotta.Il capitano torna a far rotta sull’Italia e la protesta si placa.
*La “ribellione”
Nel processo di primo grado è emerso che non vi fu una vera e propria ribellione. Casomai una protesta. Nessuno si è fatto male, non ci sono stati contatti fisici. Sono volati solo gesti e parole.
L’equipaggio ha testimoniato che gli imputati avrebbero urlato “No Libia” e fatto il segno di una lama sulla loro gola e indicato il mare. Gli italiani avrebbero interpretato questi gesti come una minaccia: “Se ci portate in Libia vi tagliamo la gola e vi gettiamo in mare”.
Molti testimoni tra i migranti hanno riferito le stesse parole e gli stessi gesti, ma anche il fatto che gli imputati chiedessero a tutti di infilare i giubbetti salvagenti. Gli stranieri avrebbero interpretato i gesti come: “Se ci riportano in Libia ci ammazzano. Buttiamoci in mare”.
All’epoca ho scritto del processo di primo grado. Potete andare a rileggere tutto qui.
I politici italiani e la loro manipolazione del caso Vos Thalassa
Nell’estate 2018 ogni tweet di Salvini faceva propaganda anti migranti. Ma il Movimento 5 stelle non era da meno, basti ricordare Di Maio e il suo definire “taxi del mare” le ONG che salvavano persone in mare.
Va ricordata anche la strategia mediatica di Danilo Toninelli, allora ministro dei trasporti. Questo suo tweet, oltre che dimostrare una totale ignoranza sui mezzi di trasporto battenti bandiera italiana (la Vos Thalassa non è certo un incrociatore, è una nave cargo civile!), racconta la linea pro-respingimenti in Libia adottata da Toninelli e da tutto il Movimento 5 stelle.
Anche definire “facinorosi” persone che semplicemente chiedevano di far valere la legge italiana (una nave battente bandiera italiana ha il dovere di accettare le richieste di asilo politico delle persone che trasporta) descrive molto bene la competenza di Toninelli su leggi e trasporti.
Non dimentichiamo che qualche mese dopo lo stessi ministero retto da Toninelli rifiutò di concedere accesso civico alle informazioni sul respingimento segreto del 2 luglio 2018. Rifiuto che, di fatto, coprì la verità su quel caso e occultò i nomi dei responsabili (fu poi il comandante della stessa nave cargo Asso Ventinove – citato in giudizio – a rivelare di aver ricevuto ordini dalla Marina Militare Italiana).
Chi sono i ragazzi assolti nel caso Vos Thalassa.
Sono un ragazzo sudanese e un ragazzo ghanese. Due giovani coraggiosi che hanno fatto una cosa giusta, che hanno agito per salvare non solo loro stessi da future torture, stupri e morte in Libia, ma anche tutti gli uomini, le donne e i bambini che erano sulla nave.
Paradossalmente, i ragazzi “ribelli” hanno salvato anche il comandante della Vos Thalassa da un processo penale. Egli, infatti, stava per violare la legge italiana respingendo collettivamente in Libia dei richiedenti asilo. Ricordiamo che, per lo stesso reato qui tentato, il comandante della Asso Ventotto è stato condannato ad un anno di reclusione. Credo che il comandante della Vos Thalassa dovrebbe ringraziare questi ragazzi.
A loro, comunque, va il mio pensiero e il mio ringraziamento.
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