Infuria la polemica sul Salone del Libro di Torino. Perdonatemi, ma voglio dire la mia. Non sono nessuno e il mio primo libro uscirà solo il mese prossimo, eppure mi sento coinvolta in questo dibattito. Sono pur sempre una persona che scrive e racconta agli altri delle storie.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha venduto uno stand ad Altaforte, casa editrice che si è dichiarata, apertamente, fascista. Lo ha fatto con le parole del suo editore, Francesco Polacchi, che ha dichiarato: “Io sono fascista”. E poi: “L’antifascismo è il vero male di questo Paese. Mussolini è stato sicuramente il miglior statista italiano” (fonte).
Lo ha dichiarato così, come se fosse il gusto di gelato preferito, come se non esistessero leggi, come se la sua fosse semplicemente un’opinione.
Come siamo arrivati a questo?
Il fascismo NON E’ un’opinione.
Dico io e dicono anche la nostra Storia e la nostra Costituzione.
Ma il Salone del Libro, evidentemente, non la pensa così. E non la pensano così tutti quelli che blaterano di pluralismo di idee in democrazia. E tutti quelli che da anni invitano fascisti a dibattiti televisivi.
Fanno molta confusione sul concetto di libertà di pensiero e non considerano che un diritto è tale finché non lede i diritti degli altri.
Vietare libri che diffondano idee come la pedofilia, la supremazia razziale, lo sterminio delle minoranze, l’omicidio di massa, il terrorismo, lo stupro ecc. non è censura.
Cosa penso del Salone del Libro
Penso che, permettendo alla casa editrice Altaforte di partecipare ad una manifestazione culturale, il Salone del Libro abbia attentato alla cultura stessa.
Andare o non andare al Salone del Libro di Torino?
La mia posizione è netta: non andare.
Il motivo è: per protesta verso il Salone del Libro.
Sì, certo, poi c’è anche il fatto che i fascisti mi fanno ribrezzo e che non ci parlo perché non li ritengo in grado di formulare un pensiero umano. Io e omuncoli che pensano che non tutte le persone abbiano gli stessi diritti, non abbiamo nulla da dirci, nulla da discutere. Non invito un pedofilo a parlare al saggio di scuola di mia figlia, non invito un fascista a parlare di cultura.
Il problema, comunque, non è andare o non andare ad opporci allo stand di Altaforte. Tirargli i pomodori o ignorarli. Assordarli con canti partigiani o murarli vivi con pareti di libri veri.
Il problema, qui, non è tra noi e Altaforte.
Il problema è tra noi e il Salone del Libro di Torino. Una manifestazione che dovrebbe promuovere la cultura ma, con il suo comportamento, ha inserito i fascisti di Casapound nel campo del culturale.
Il Salone del Libro ha accettato i fascisti.
Io non accetto il comportamento del Salone del Libro. E NON CI VADO.
C’è chi dice NO
Sono pochi, ma ottimi.
Il collettivo Wu Ming, assieme ai collettivi ad esso collegati, compreso Nicoletta Bourbaki di cui faccio parte, è stato il primo ad annullare la sua presenza al Salone.
Qui c’è il comunicato. Ne cito un pezzo:
(Il Salone del Libro) in sostanza dice: Casapound non è fuorilegge, dunque può stare al Salone, basta che paghi.
Come spesso accade, ci si nasconde dietro il «legale» per non assumersi una responsabilità politica e morale. Per rigettare il fascismo non serve un timbro della questura.
La casa editrice People (che tra un mese pubblicherà il mio primo romanzo) ha deciso di non andare e mandare in sua vece solo questo cartello, che verrà affisso sullo stand:

People ha anche annunciato che organizzerà attività alternative a Torino, in altri spazi. Ecco il comunicato completo.
Che dire?
Sono davvero fiera di far parte di entrambe la squadre che hanno detto NO!
Tra i singoli autori, cito anche volentieri Zerocalcare, che ha un’opinione personalissima, che esce dal suo cuore ma che condivido, perché anche io conoscevo un ragazzo che è stato ucciso dai fascisti in una delle tante, tantissime, aggressioni che i neofascisti, da anni, stanno compiendo nel nostro paese in nome di un’ideologia che non è – non è! – un’opinione ma è un reato.
Aggiornamento del 9 maggio
Il Salone del Libro capitola! Dopo le nostre sincere proteste, a cui sono seguite quelle più o meno da campagna elettorale di alcune istituzioni, i fascisti di Altaforte vengono cacciati a calci nel sedere dal Salore nel Libro.
E’ una bella vittoria, ma solo il primo passo.
I fascisti sono incompatibili con la cultura e con la società. Andrebbero cacciati dall’Italia, non solo dal Salone del Libro.
Ma adesso ci godiamo la vittoria. Il Salone ha appena smontato il loro stand.

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