Stefano Cucchi è stato ucciso dai carabinieri.

Dopo 10 anni posso scriverlo.

E lo scrivo.

Di nuovo:

Stefano Cucchi è stato ucciso dai carabinieri.

Dopo 10 anni in cui lo Stato italiano si è diviso e impantanato in depistaggi e processi annullati…

10 anni in cui i cittadini invece si sono uniti per chiedere verità e giustizia con manifestazioni nelle piazze, memorial, maratone, concerti, film…

Oggi, finalmente, la sentenza:

  • condannati a 12 anni per omicidio i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.
  • condannato a 2 anni e 6 mesi per falso il carabiniere Francesco Tedesco
  • condannato a 3 anni e 8 mesi per falso Roberto Mandolini, comandante della stazione Appia

E c’è anche l’interdizione dai pubblici uffici!

Di Bernardo e D’Alessandro sono stati interdetti per sempre dai pubblici uffici. Mandolini solo per 5 anni.

La sentenza non è perfetta e c’è chi è stato salvato da cavilli e prescrizioni varie.

Ma il muro di omertà è crollato, la verità è emersa (soprattutto con la testimonianza del condannato Tedesco).

La verità sulla morte di Stefano Cucchi

“La verità è che Stefano è morto per le percosse subite” ha detto Fabio Anselmo.

Una verità semplice e drammatica. Eppure ci sono voluti ben 10 anni. Se penso a tutte le false perizie mediche uscite in questi 10 anni, compresa quella che inventava una improbabile epilessia come causa della morte, mi gira la testa.

La giustizia per la morte di Stefano Cucchi

Giustizia, per me, è soprattutto che gli assassini di Stefano non possano più indossare una divisa. Come dovrebbe accadere in un Paese civile in cui le forze dell’ordine vengano addestrate e pagate per aiutare e proteggere le persone, non per massacrarle di botte e ucciderle.

Gli assassini di Stefano Cucchi non gireranno più armati per le strade della mia città! Questa cosa mi sembra bellissima, quasi incredibile!

In Italia non siamo più abituati alla giustizia e la notizia di oggi, sì, sembra qualcosa di eccezionale e meraviglioso.

Ilaria Cucchi, con la sua lotta durata 10 anni, ha fatto un regalo importantissimo a questo Paese: ci ha restituito un po’ di speranza.

In questi anni ho incontrato diverse volte Ilaria. Tutte le volte mi ha abbracciata. Un abbraccio vitale e intenso, che unisce. Ilaria abbraccia così. Ilaria unisce. Ilaria non si arrende e, quando l’abbracci, capisci che nella vita non devi arrenderti neanche tu.

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