Ricordate il caso Asso Ventinove? E’ stata la gigantesca deportazione segreta di richiedenti asilo avvenuta tra il 1 e il 2 luglio 2018. (vedi sotto)

In questi anni ho mantenuto i contatti con i sopravvissuti al respingimento, che ho rintracciato in tutto il mondo. Molti di loro (troppi!) sono ancora in Libia e uno, in particolare, si trova attualmente nello spaventoso lager libico di Ain Zara.

Si tratta di Malik (è un nickname, usiamolo per proteggere la sua identità) ed è un richiedente asilo di nazionalità sudanese. Negli ultimi anni, dopo la deportazione operata dalla Asso Ventinove, è stato recluso in diversi terribili lager, dove ha visto morire tanti compagni e compagne di sventura. E’ riuscito a fuggire dai lager e nell’autunno-inverno 2021-2022 ha partecipato al presidio di protesta davanti all’ufficio di UNHCR a Tripoli. Malik, come tanti altri rifugiati/e, ha il numero UNHCR ed attende l’evacuazione. Da 4 anni.

Due mesi fa le guardie libiche hanno arrestato i rifugiati del presidio e deportato tutti nel lager di Ain Zara. Malik è uno di loro.

Questo articolo è un appello – a cui spero vi unirete – per la liberazione dei rifugiati dai lager e per la loro evacuazione dalla Libia.

Di tutti i rifugiati, non solo di Malik.

Ma Malik, con la sua storia e le sue sofferenze, è qualcosa che riguarda molto da vicino noi cittadini italiani, perché è una nostra vittima diretta.

Malik è stato deportato illegalmente dalla nave italiana Asso Ventinove per ordine della Marina Militare italiana.

Con lui c’erano altre 275 persone, di cui 54 erano bambini e minorenni. Almeno due di loro – Josi e Seid – sono morti di stenti nei lager libici.

Malik potrebbe morire nel lager di Ain Zara. E sarebbe l’ennesima vittima del governo italiano.

Ho descritto le condizioni del lager di Ain Zara. Questo, ad esempio è l’unico cibo che mangiano. Il video è della settimana scorsa.

Il Governo italiano – che in questi giorni sta affrontando una causa civile per il respingimento Asso Ventinove (vedi sotto) – dovrebbe evitare altre morti ed evacuare subito tutte le vittime della deportazione segreta.

Il respingimento Asso Ventinove

276 bambini, donne e uomini (con Loni, che era ancora nella pancia della sua mamma, fanno 277) in acque internazionali salirono a bordo della nave italiana Asso Ventinove, chiesero asilo politico in Italia (paese di bandiera), ma il comandante della nave non rispettò le leggi e fece rotta su Tripoli. Secondo la compagnia di navigazione ad ordinare questo furono le navi Caprera e Caio Duilio della Marina Militare italiana. Il tutto in totale segreto.

Scoprii questo caso nel 2019. Ho anche scritto un libro che potete scaricare gratis.

Di tutte le cose che sono state scritte sul caso, quella che amo di più è questa intervista che ho rilasciato a Mediterranea.

Oggi al tribunale civile di Roma c’è una causa: una donna, un bimbo e tre ragazzi sono riusciti a scappare dalla Libia e hanno presentato un ricorso contro il comandante della nave, la compagnia di navigazione, il Consiglio dei ministri italiano e i ministeri di Difesa, Trasporti e Interno (allora retto da Salvini).

Malik e tutti gli altri sopravvissuti che sono ancora in Libia purtroppo non hanno diritto a venire rappresentati da avvocati. Non possono quindi unirsi alla causa civile italiana.

Malik si sta spegnendo in un lager. Con le poche forze che ancora gli rimangono, ha aiutato a ricostruire il caso Asso Ventinove per la causa civile intentata da quei compagni di viaggio che, più fortunati, sono usciti dalla Libia.

Il sistema dei lager libici, finanziato dall’Italia, si sta liberando di tutti i testimoni delle violazioni dei diritti umani compiute dal governo italiano.

Anche Malik morirà, se non facciamo nulla.

PS Alcuni di voi mi hanno scritto chiedendo cosa si può fare per salvare Malik e gli altri.

In questo momento c’è chi ha il potere di salvarli dal lager di Ain Zara e di portarli al sicuro con un legale volo di evacuazione: sono le nostre istituzioni. Per la precisione 2: il Governo italiano e l’UNHCR. Due settimane fa hanno organizzato assieme un volo di evacuazione, ma Malik non era a bordo.

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