Aggiornamento 20/06/2016:
Questo articolo è stato liberato grazie a #NonLoLeggereSuVagabondo,
Leggilo qui, dove è LEGALE, dove è VERO.
Leggilo qui su SaritaLibre.
Siria. 2005. Respiravo un’atmosfera festosa lungo le strade di Damasco e Aleppo. Mi immergevo nella vita culturale del posto, ascoltavo e raccontavo storie.
Al ritorno scrissi questo articolo. Ora tragicamente inattuale.
Per visitare la Siria basta poco più di una settimana. E’ un paese molto ospitale e ben attrezzato, con una buona rete stradale e voli di linea giornalieri dagli aeroporti di Damasco e Aleppo. Ma la particolarità di questo paese è che ogni sua pietra racconta una storia millenaria. Alcune storie, e alcune pietre, risalgono ad oltre 7000 anni fa, ai tempi delle splendenti civiltà mesopotamiche, altre ai romani e ai feroci Saladini e infine alcune, che qui riportiamo, le sapete già perché le avete ascoltate e riascoltate in chiesa la domenica fin da bambini: sono le vicende narrate dai Vangeli e dalla letteratura cristiana.
Tutti ricordano della conversione dell’apostolo Paolo sulla via di Damasco. Oggi nella città vecchia della capitale, da cui vi consigliamo di iniziare il viaggio, c’è una simbolica cappella a lui dedicata. E’ proprio da questo punto che i suoi discepoli lo calarono in una cesta giù dalle celeberrime mura salvandogli la vita. Damasco al tempo dei Vangeli era diventata una città pericolosa per i seguaci di Cristo. Ora è proprio il contrario e vi si trasferiscono da tutto il Medio Oriente. Il quartiere cristiano è molto animato e le chiese, cattoliche o ortodosse che siano, distano tra loro solo pochi metri. Qui la piccola minoranza cristiana costituisce un curioso melting-pot di confessioni, riti e culture. Nel cuore di questi antichi vicoli trovate anche la cappella di Anania, il discepolo di Gesù che sulla via di Damasco fece recuperare la vista a Paolo, divenuto cieco durante la sua conversione. La scena è dipinta in questa belle cripta, con soffitti a volta di pietra.
Lasciata Damasco dirigetevi a nord. Si sale in montagna, tra valli verdeggianti chiuse da appuntiti speroni rocciosi. Dopo una curva vi appare come per magia un villaggio di case colorate chiamato Malula. Qui ancora oggi gli abitanti, in maggioranza greco-ortodossi, parlano l’aramaico, la lingua di Cristo, in cui fu scritto anche il vangelo secondo Matteo. La piccola comunità si stringe attorno alla chiesa e al monastero di San Sergio, del IV secolo, in pietra bianca. All’interno potete ammirare superbe icone che narrano la storia di san Sergio martire, un ufficiale dell’esercito romano giustiziato nel 297 a causa della sua fede. Ci sono anche dei rarissimi altari sacrificali usati agli albori della cristianità, prima del divieto del Concilio di Nicea nel 325. Questa è una delle chiese più antiche del mondo e se siete fortunati – noi lo siamo stati – vi può capitare di ascoltare il Padre Nostro recitato in aramaico. Una bella passeggiata tra le rocce infine vi porta al monastero e alla grotta di Santa Tecla, una discepola di san Paolo che fu perseguitata perché cristiana. Curiosamente oggi la venerano anche i musulmani.
Spingendovi ancora più a nord, verso il fiume Eufrate, nei pressi della città di Aleppo trovate il santuario di San Simeone lo Stilita. Saliteci al mattino, il panorama e l’atmosfera sono mozzafiato. Il pastore san Simeone nell’anno 405, a soli 15 anni di età, decise di ritirarsi dal mondo. Ma le pareti di una angusta cella non si addicevano alla sua fervente ascesi, così salì su una colonna alta 12 metri posta su una collina e lì rimase, senza mai scendere, per circa 40 anni. Una basilica costruita subito dopo la sua morte oggi testimonia questa straordinaria storia. Al centro troneggia il basamento della celebre colonna: solo due metri di diametro. Un piccolo spazio, ma anche una postazione da cui il grande stilita – come voi oggi – poteva osservare la Siria fino all’orizzonte, con tutte le sue contraddizioni e tutta la sua storia.
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.