Aggiornamento 20/06/2016:
Questo articolo è stato liberato grazie a #NonLoLeggereSuVagabondo,
Leggilo qui, dove è LEGALE, dove è VERO.
Leggilo qui su SaritaLibre.
Tra tutti i paesi dell’America Centrale, il Guatemala è forse il più ricco di tradizioni culturali, rese ancora più affascinanti dal complesso sincretismo religioso radicato nella sua popolazione. Come in molti altri paesi anche qui il cattolicesimo, una volta sceso dalla nave degli spagnoli, si è sovrapposto, non sostituito ai riti locali e ha creato una religiosità unica al mondo.
Se potete scegliere il periodo del vostro viaggio in Guatemala, andate a Pasqua. Negli emozionanti giorni della “Semana Santa” i suoi altopiani si affollano di processioni variopinte ed il manto delle strade si ricopre di petali di fiori. La musica di flauti e tamburi è incessante e coinvolgente. Più che a riti religiosi sembra di assistere ad un vero e proprio Carnevale.
Una volta atterrati all’aeroporto internazionale non fermatevi nella capitale, ma salite subito fino ad Antigua Guatemala, appollaiata a 1600 metri su un altipiano cintato da possenti vulcani. Qui le strade vengono ricoperte da centinaia di alfombras, composizioni di segatura colorata, aghi di pino e petali di fiori. Sembrano tappeti. E’ un’opera effimera che ogni mattina deve essere ricostruita, ma qui ad Antigua la gente è paziente; del resto più e più volte in seguito ai furibondi terremoti ha ricostruito le proprie case. E le chiese. San Francisco, ad esempio, è un pachwork di diversi stili architettonici. Da qui il Giovedì Santo si muove una solenne processione: nella nebbia d’incenso vedrete apparire come in sogno centinaia di penitenti celati sotto lunghe vesti color porpora, flagellanti e fedeli incappucciati. Il Venerdì invece potete seguire la processione che parte dalla Merced, straordinario convento coloniale del XIV secolo che vanta una veneratissima statua di Gesù con veri capelli, oppure quella che si muove dalla Escuela de Cristo. La statua della Madonna viene sommersa di offerte di fiori e frutta, mentre un Cristo gigantesco avanza tra la folla a bordo della anda, una barca pesante otto tonnellata sorretta a spalla da giovani detti cucuruchos. Un’esplosione di colore che vi lascerà esterrefatti.
Per la Domenica di Pasqua trasferitevi a Chichicastenango per il celebre mercato. In questa giornata, tra le bancarelle variopinte degli indios, violenti scoppi di petardi annunciano il passaggio della processione dell’antica chiesa di Santo Tomàs, sorta sulle rovine di un tempio dedicato al dio del Mais. Al suo interno aghi di pino e fumi di candele creano un’atmosfera arcana.
All’ora di pranzo il mercato si estingue, in un’ora potete essere al lago Atitlan. Un silenzio rigenerante vi farà apprezzare meglio l’azzurro dell’acqua e del cielo, il verde delle piantagioni di caffè, il nero dei vulcani che tutt’intorno al lago si stagliano. A Panajachel salite su uno dei tanti traghetti per il paesino di Santiago Atitlan, che rimane ostinatamente fedele alle tradizioni maya. Le donne qui indossano gli huipiles tradizionali, ricamati con stormi d’uccelli in volo. Chiedete l’indirizzo della nuova casa di Maximon, vi ci condurranno.
E’ uno strano idolo Maximon, un incrocio tra un dio maya e il san Simon cristiano. La sua statua è di legno, ha gli occhiali scuri, la cravatta e il doppiopetto e due cappelli in testa. Ogni anno, a Pasqua, lascia la famiglia che lo ospita e passa ad una nuova, che appronta per lui una stanza cerimoniale ed un’orchestra perpetua. I pellegrini sfilano chiedendo favori e miracoli in cambio di offerte di candele, birra, sigarette e rum.
Le leggende che circondano questo idolo fanno paura. Mi hanno raccontato che una cinquantina di anni fa sparì la maschera di Maximon e riapparve dall’altra parte dell’oceano, a casa di un collezionista francese. Tutto il paese di Santiago Atitlan pregò per maledire lo sconosciuto ladro. Nel giro di pochi anni uno degli abitanti ebbe delle sventure familiari terrificanti che si tramandarono anche alla generazione successiva sotto forma di malattie e menomazioni. Era lui il ladro.
Studiando antropologia sono spesso entrata in contatto con leggende, tabù e maledizioni. Hanno sempre fiaccato il mio ateismo. Non so spiegare perché ma sono vere. Sono stata cinque volte a visitare Maximon, in cinque case diverse, l’ho sempre temuto e omaggiato, ho sempre avvisato chi era con me della sua potenza. Una volta alcuni viaggiatori non mi hanno dato ascolto e hanno scattato una fotografia senza lasciare un’offerta. Era solo uno scatto, poca cosa, ma Maximon gli ha scatenato contro un cagotto che gli ha squassato le budella per tutta la loro permanenza in Guatemala. Io ero con loro, avevo mangiato le stesse cose, ma la malattia non mi toccò minimamente.
Una volta discussi della cosa con il direttore del museo di etnologia di Roma, persona coltissima che mi parlava di un feticcio africano esposto dandogli le spalle. La modernità e la logica poco possono contro la furia dell’inspiegabile che remando contro tutte le leggi naturali diviene tragicamente terribilmente inesorabilmente vero.
L’idolo ligneo Maximon, placido, osserva questa umanità in trasformazione. Il fumo del suo sigaro sale al cielo mescolandosi alle esalazioni dei vulcani che minacciano e proteggono questa terra. Rispettatelo
Per le foto precedenti si ringrazia l’INGUAT (Instituto Guatemalteco de Turismo) che ne ha concesso l’uso a Sarita.
Le foto successive sono state scattate da Sarita e Mao nel 2015 e il permesso regolarmente acquistato presso la famiglia in cui aveva dimora.
————————————————–
Questo articolo:
- Lo scrissi nel 2008 per una rivista che non me lo pagò e fallì.
- Il racconto è attualmente… stato rubato. Lo pubblicai sul mio profilo in un sito internet (vagabondo. net) a cui poi ho revocato i diritti di utilizzo di quest’opera, secondo la normativa sul diritto d’autore. Oggi è ancora pubblicata lì, abusivamente, e lo usano per pubblicizzare i loro viaggi ricavandoci denaro. more info.
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.
Ciao, potresti consigliarmi il tour migliore per intraprendere il viaggio che voglio affrontare questa estate?
Arriverò a città del Guatemala il 21\08 e ripartirò il 07\09 da Cancun (Messico). Ecco l’itinerario:
21\08 arrivo a Guatemala.
22/08 arrivo ad antigua.
23/08 vulcano pacaya e ritorno ad antigua
24/08 chichicastenago e panajachel
25/08 panajachel
26/08 copan (ci volgiono circa 7 ore)
27/08 copan visita + spostamento a Rio Dulce
28/08 Da rio dulce a livingstone
29/08 livingstone
30/08 D rio dulce a Flores
31/08 flores visita a Tikal e notte a Flores
01/09 partenza per Belize city e si prende barca per Cayo Caulker
02/09 cayo Caulker
03/09 ritorno a Belize city verso messico (mahahual)
04\09 Mahahual
05\09 partenza per tulum
06\09 tulum
07/09 da tulum a cancun aereoporto
Grazie!!
Silvia
Ciao Silvia
questo itinerario mi sembra strutturato molto bene e fattibilissimo con i mezzi locali (bus, barche).
Certo, peccato non andare in Chiapas…
Ti faccio solo qualche mio appunto:
– non dormire a Città del Guatemala che è brutta e pericolosa, vai direttamente ad Antigua che dista solo 45 minuti (senza traffico) dall’aeroporto ed è una meraviglia
– 24 agosto è giovedì, giorno di mercato a Chichi, OK
– A me invece che a Panajachel piace più stare a San Pedro La Laguna, l’atmosfera è rilassata e simpatica.
– Non hai inserito Chichen Itza per una ragione? Non è tra i miei siti archeologici preferiti ma… io una puntatina ce la farei.
– Magari puoi recuperare un giorno tra Rio Dulce e Livingstone
Grazie per tutte le informazioni che mi hai dato. Pensavo di tralasciare Copan e concentrarmi sul Lago Atitlan e partire direttamente da Panajachel il giorno 27 agosto.Volevo chiederti, la tratta da Panajachel a Rio Dulce con che mezzo è fattibile percorrerla? Occorre fare molti cambi?
Eh si, da Pana a Rio Dulce è un bel viaggione. Probabilmente dovrai cambiare ad Antigua.
Valuta magari di tornare ad Antigua la sera prima.
E ricorda che una notte ad Antigua Guatemala non è mai sprecata, se è una città bella di giorno di notte lo è ancora di più!