Vinta la seconda causa per il respingimento illegale Asso Ventinove: Oscar ha diritto di venire in Italia a chiedere asilo. Ma è in Sudan, in mezzo ad una guerra. Serve aiuto per tirarlo fuori.

“Il Tribunale accoglie il ricorso e ordina al Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, e per esso all’Ambasciata d’Italia in Sudan, di consentire il reingresso del ricorrente in Italia mediante lo strumento più idoneo nei sensi di cui in motivazione” si legge nel dispositivo della recentissima sentenza emessa dal Tribunale ordinario di Roma..
E’ il secondo ricorso vinto dai sopravvissuti al respingimento illegale Asso Ventinove. Il primo lo abbiamo raccontato un mese fa.
Questi ragazzi, questi sopravvissuti, hanno visto riconosciuto il diritto di ricevere un visto dall’ambasciata italiana e di poter così presentare quella richiesta d’asilo che il 2 luglio 2018 gli venne illegalmente e segretamente negata.
Il JLProject quindi lancia una colletta per pagare le spese del viaggio legale che Oscar può fare legalmente per raggiungere il nostro paese.
Non arriverà in Italia su camion scarcassati o su barche fatiscenti. Arriverà IN AEREO, come dovrebbero poter viaggiare tutte le persone del mondo.

Ma il viaggio è complicato e la guerra in Sudan è un problema. Vi spiego:
L’Ambasciata d’Italia a Khartoum è temporaneamente chiusa e si è traferita ad Addis Abeba, Etiopia.
Oscar, quindi, deve andare a prendere il visto italiano all’ambasciata italiana in Etiopia.
Ma il passaporto di Oscar scade a gennaio, non ha i 6 mesi di validità che servono per entrare in Etiopia dal Sudan.
Oscar deve prima rifare il passaporto ma a Khartoum l’ufficio passaporti è chiuso causa guerra. Deve andare a Port Sudan o in qualche altra città dove è ancora tutto aperto.
Quindi il piano di JLProject è: mandare Oscar a rifare il passaporto, con questo prendere il visto per l’Etiopia e andare ad Addis Abeba, lì richiedere il visto italiano (che l’ambasciata italiana è obbligata a concedere data la sentenza). Infine prendere l’aereo per l’Italia.
Il tutto con mezzi di trasporto ufficiali e sicuri (pullman, aerei).
Servono un po’ di soldi per tutto questo.
JLProject li sta raccogliendo sul PayPal di Niccolò, che è questo:
https://www.paypal.me/niccolofagotti
Potete versare con Paypal, è molto semplice. Se scriverete anche un messaggio rivolto ad Oscar, glielo faremo avere.
NOTA: JLP ha anche iban per fare un bonifico o postepay da ricaricare. Se ci scrivete in privato vi mandiamo i dati.
IMPORTANTE: JLProject in genere non chiede soldi ai suoi follower, questa è davvero un’emergenza. I soldi che versate saranno utilizzati esclusivamente per le spese di viaggio di Oscar. La maggior parte li useremo per comprare biglietti aerei online, altri (quelli per pagare bus e visto per l’Etiopia) li faremo arrivare ad Oscar in Sudan in modo trasparente e legale, tramite medici italiani amici che lavorano lì. Se avanzerà qualcosa o se per caso la sentenza di Oscar venisse appellata e bloccata (come è avvenuto per quella di Harry, che sta affrontando il processo di secondo grado), i soldi donati resteranno in un fondo che useremo per lo stesso scopo, cioè trasportare legalmente e in modo sicuro in Italia i rifugiati (Oscar, Harry e speriamo altri) che vincono le cause e ricevono il visto dall’ambasciata italiana.
Quindi DONATE. E pensate: quante volte capita di poter aiutare un rifugiato a venire in Italia legalmente e in aereo?

Chi è Oscar
Oscar (nome di fantasia) è uno dei sopravvissuti al respingimento segreto illegale Asso Ventinove. Il JLProject lo conosce da quasi quattro anni. Nel 2018 è stato deportato dall’Italia nel terribile lager libico di Tarek al Mattar, dove lo hanno torturato in modi indicibili, soprattutto con il fuoco. Nonostante fosse vittima di un respingimento illegale, l’UNHCR non lo ha evacuato in paesi sicuri ma lo ha fatto rimpatriare in Sudan dall’IOM.
“Buongiorno, piacere di conoscerti. Mi chiamo Oscar, sono del Sudan”.
Il messaggio ci arrivò il 20 febbraio 2020. La data è una curiosa sequenza di due e di zeri: 20-02-2020. Secondo Messanger, la chat di Facebook, è la prima volta che il JLProject e Oscar entrarono in contatto.
Quasi quattro anni fa.
Oscar aveva saputo che il JLProject indagava sul caso Asso Ventinove. Lui c’era, ci disse. Non ci fidavamo. Scaricammo una foto dal suo profilo Facebook e la inviammo agli altri respinti, che erano allora tutti eritrei. “Lo conoscete?” chiedemmo, senza aggiungere il nome. “Certo” risposero tutti immediatamente “è Oscar”.
Quando, un anno dopo, trovammo le foto del caso Asso Ventinove, Oscar si vedeva benissimo. Era così riconoscibile, che anche le perizie informatiche effettuate con software di riconoscimento facciale accertarono la sua presenza nel caso.
«Oscar è sempre stato il solo e l’unico che, anche nelle situazioni più difficili, ha sempre aiutato tutti al costo di perdere la propria vita» dissero di lui gli altri sopravvissuti.
Ci stupì come il ricordo di Oscar fosse così lucido e vivo in loro e come la sua umanità illuminasse come un caldo raggio di sole i loro racconti di luoghi bui e dolorosi.
Niccolò, volontario del JLProject, si occupa del caso di Oscar da quasi quattro anni. Oggi scrive: “Pensai come spesso un gesto di umanità rimanga addosso come una cicatrice sulla pelle più di quanto resti il dolore”. La prima volta che Niccolò scrisse ad Oscar, lui gli rispose con un “Hey Brother”. “Ancora oggi” dice Niccolò “Oscar continua a rispondermi così. Oggi per entrambi quel “Hey Brother” ha acquisito un valore più profondo grazie alle infinite conversazioni che ci siamo scritti e nelle quali spesso Oscar mi ha confidato le sue paure per il futuro, ma anche i suoi più grandi sogni ancora da realizzare. In questi anni ho conosciuto la sua storia e lui la mia, ho assistito ai suoi crolli emotivi che ha saputo affrontare con un’immensa dignità, l’ho visto diventare padre e superare con coraggio continue difficoltà senza mai smettere di trasmettere anche a me la riconoscenza e la forza necessaria per lottare per la sua causa. Circa un mese fa, finalmente, un giudice italiano ha dichiarato Oscar vittima del respingimento illegale della Asso Ventinove avvenuto con il coinvolgimento del governo italiano e ha chiesto in suo favore e in via urgente, il rilascio di un visto di ingresso per l’Italia, ma i costi per il viaggio, la burocrazia e il rinnovo del passaporto sono alti.Quanto sarebbe bello, adesso che ne abbiamo la possibilità, riuscire a restituirgli insieme un po’ di quella umanità che lui stesso ha donato agli altri mettendo a rischio la sua di vita: contribuiremmo a disegnare un nuovo cammino di vita per Oscar. Quanto sarebbe bello, anche grazie al vostro aiuto, che fossi io per una volta a scrivergli presto, “Hey Brother, ci vediamo in Italia”.
Quindi DONATE. E pensate: quante volte capita di poter aiutare un rifugiato a venire in Italia legalmente e in modo sicuro?
Pochissime. Questa è una.
I fasciorazzisti accusano sempre i volontari delle ONG di favorire l’immigrazione clandestina. Non è vero, noi volontari favoriamo l’immigrazione legale e questa ne è l’ennesima dimostrazione.
IMPORTANTE: Ricordate di usare questo link per le donazioni a Oscar: https://www.paypal.me/niccolofagotti , NON quello che trovate sotto in questo blog. Se per caso vi sbagliate, scrivetemi, così rimediamo.
Aggiornamento 24 ottobre 2023:
Grazie a voi siamo riusciti a raccogliere una somma sufficiente per far andare Oscar in Etiopia! Grazie di cuore a tutti quelli che hanno donato qualcosa o più di qualcosa.
Purtroppo i soldi non sono ancora arrivati a Oscar. La guerra in Sudan ha reso difficile la nostra operazione. Omdurman, il sobborgo vicino Khartoum dove vive Oscar, è stato pesantemente bombardato e abbiamo perso i contatti con lui per una lunghissima settimana in cui abbiamo davvero temuto per la sua vita. Doveva andare a ritirare i soldi presso un medico italiano che si trova a pochi chilometri da casa sua, ma non lo ha fatto. Immaginate la nostra paura! Per fortuna Oscar è vivo. Ci ha contattati e ci ha spiegato che tra lui e il dottore italiano c’è un invalicabile fronte di guerra. Stiamo attendendo che si possa passare. Appena la situazione lo permetterà, Oscar andrà a Port Sudan a rifare il passaporto. E poi, si spera, in Etiopia.
Nel frattempo l’avvocatura di Stato italiana ha appellato la sentenza e bloccato l’esecuzione del primo grado. Le nostre avvocate stanno affrontando la causa di secondo grado, per lui e per Harry, che si trova ancora in Libia. Inoltre abbiamo procedimenti aperti anche per altre vittime del caso Asso Ventinove e stiamo attendendo le sentenze.
Il piano rimane comunque far rifare il passaporto ad Oscar e trasferirlo legalmente in Etiopia in attesa della decisione di secondo grado. Resta valido che useremo i soldi raccolti per trasferire in Italia tutti quelli che vinceranno le cause. Se non basteranno integreremo la colletta.
Spero di aggiornarvi presto con belle notizie.
AGGIORNAMENTO NATALE 2023
Buone notizie: Oscar è riuscito a raggiungere Port Sudan e ora ha un passaporto valido!
Ma non solo. Vi racconto:
Grazie all’aiuto di Emergency, che ha un ospedale a Khartoum, a inizio dicembre siamo finalmente riusciti a far avere metà dei soldi raccolti (circa 300 euro) ad Oscar. Con i pochi soldini raccolti siamo riusciti a trasferire a Port Sudan non solo lui, ma anche una donna, una neonata e due bimbe piccole che si trovavano a Omdurman. I soldi sono bastati per prendere una stanza in affitto e fare il passaporto di Oscar. Poi è arrivato l’inverno, la stanza non aveva coperte, il cibo era poco e la sentenza di appello di Oscar non usciva. Le bimbe si sono ammalate ma per fortuna anche a Port Sudan c’è Emergency, che le ha curate.
Così abbiamo deciso di usare i soldi rimasti per rinnovare l’affitto, comprare delle coperte e per il cibo. Abbiamo mandato tutto quanto in Sudan e hanno passato tutti un bel Natale, al caldo e al sicuro. Tutto questo grazie a voi.
In questo momento sospendiamo la colletta, ma certo, se dovessimo vincere l’appello la riapriremo. Per ora, comunque, siete riusciti a salvare dalle bombe cinque persone (di cui 3 sotto i 6 anni) e a tenerle al sicuro, al caldo e con la pancia piena. Non male! Grazie, grazie infinite!
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