Rgowans, portavoce dei libici (e forse pure di Frontex), manipola foto e video sui migranti in Libia per coprire dei crimini. Ma non è molto bravo.
Il JLProject ha trovato diverse prove della sistematica manipolazione di materiale audiovisivo operate del tutto goffamente da Rgowans.
Il fine: coprire i crimini della cosiddetta guardia costiera libica e di chi vi collabora.
Vi riporto alcuni esempi:
La foto tagliata del respingimento Manta Zuhal
Il 24 giugno 2023 Rgowans pubblica questo tweet:
La motovedetta Sabratha 654 avrebbe salvato, in una “joint operation”, 50 migranti da una barca alla deriva.
FALSO! La motovedetta Sabratha non era sulla scena al momento del salvataggio in mare. E’ arrivata soltanto dopo.
Ma, direte, c’è la foto…
Riguardiamola:
Notate qualcosa in alto a destra?
Già, è la fiancata di una nave molto più grande della motovedetta libica Sabratha.
Vi dico subito che Rgowans ha manipolato la foto, per la precisione l’ha tagliata nel goffo tentativo di nascondere l’importante prova di un respingimento illegale compiuto da una nave cargo e probabilmente diretto da Malta.
Come lo so?
Perché al JLProject, grazie ad una fonte, abbiamo la foto originale, che è questa:
Qui la nave si vede bene. E’ la Manta Zuhal, che il 24 giugno 2023 consegnò illegalmente ai libici un gruppo di 43 migranti, tra cui 5 donne e 5 bambini, per ordine del governo maltese. Del caso si sono occupate Sea Watch e Alarm Phone.
Rgowans voleva eliminare la nave dalla sua falsa ricostruzione del caso. Ma non ci è riuscito molto bene.
Il taglio nel video per nascondere i libici che sparano su un gommone
Nel luglio 2018 i cosiddetti guardiacoste libici, da una motovedetta regalata dall’Italia alla Libia, la Ras el Jadir 648, spararono colpi di fucile su un gommone carico di persone. Lo hanno raccontato i sopravvissuti a noi di JLProject.
Rgowans pubblicò un video dell’operazione, tagliando proprio il momento degli spari. Dato che è materiale processuale, non ve lo mostro ma ve lo racconto:
Nel video si vede la motovedetta avvicinarsi velocemente ad un gommone bianco in fuga dalla Libia. Il motore ancora funziona ed i migranti cercano di fuggire. Ma poi, come magicamente, si vedono una decina di persone in acqua. Hanno giubbotti salvagente e nuotano verso la motovedetta.
Ciò che non si vede ad occhio nudo è il taglio effettuato. Ma passando il video in un software di montaggio e analizzandolo fame per frame, eccolo là: un taglio che Rgowans ha effettuato zitto zitto, cercando di attaccare due diverse scene. Si è impegnato parecchio scegliendo due frame in cui la linea dell’orizzonte fosse allo stesso punto dell’inquadratura, ma la manipolazione è comunque goffa e semplice da sbugiardare.
Cos’è Rgowans
E’ un account Twitter che sistematicamente, dal 2017, distorce la realtà di ciò che accade in Libia e nel Mediterraneo propagandando la storia falsa di una guardia costiera libica buona che salva le persone e di ONG cattive in combutta con i trafficanti. Nega che nei lager del governo di Tripoli le guardie compiano torture, stupri e omicidi. Riceve materiale in diretta da tutte le milizie e guardie costiere libiche. Pubblica spesso foto e video che alterano la realtà, per esempio eliminando le immagini dei cosiddetti guardiacoste libici che sparano colpi di fucile sui gommoni e montando solo la parte in cui i passeggeri terrorizzati vengono recuperati dall’acqua. L’account pubblica anche materiale sensibile e riservato europeo, comprese foto aeree scattate dai droni di Frontex e documenti della Guardia Costiera Italiana. Per questo in Italia c’è stata un’interrogazione parlamentare che chiedeva anche di far luce sull’identità di Rgowans.
Il primi di giugno 2023 noi di JLProject abbiamo scoperto la vera identità di Rgowans: un ex venditore di lampade vintage, ex modello, ex assistente parlamentare, ex guardiacoste canadese, ex giornalista. Un uomo che le ha provate tutte, fallimento dopo fallimento, per poi approdare al social media management per i miliziani libici.
Lo abbiamo scoperto perché ha fatto un errore da principiante: ha usato lo stesso indirizzo email per vendere lampade vintage e per scrivere a Frontex.
Il ministro della Giustizia Italiano Nordio ha deciso di diffondere pubblicamente il nome e cognome di Rgowans: Robert Brytan.
Il proprietario dell’account Rgowans è attualmente sotto indagine presso un paio di procure italiane. Ci sono state anche due interrogazioni parlamentari. In quella dei deputati PD Arturo Scotto, Elly Schlein e Ciani, ottimamente scritta, si chiede al governo italiano se Robert Brytan / RGowans lavori per Frontex. Questo perché – abbiamo scoperto noi del JLProject – ha lo stesso nome del direttore del data center di JORA, il sistema del controllo delle frontiere europee. Circostanza alquanto sospetta e preoccupante.
Il governo italiano non ha ancora voluto rispondere alla domanda Rgowans è il direttore del data center del controllo delle frontiere europee?
Anche Frontex si è rifiutata di rispondere, ma non ha detto “Non è lui”.
In ogni caso, in questa logica di segreti militari, spie e controspie, io continuo a restare sconcertata dalla goffagine e dalla dozzinalità di certe manipolazioni della realtà e di certi cattivi di oggi.
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