A Vasto il calciatore Fabio Di Lello ha sparato 4 colpi di pistola al ventiduenne Italo D’Elisa, uccidendolo.
Il movente pare sia stato la vendetta.
D’Elisa era indagato per omicidio stradale, la vittima era Roberta Smargiassi, moglie di Fabio Di Lello. Tra venti giorni ci sarebbe stata l’udienza preliminare del processo. Ma non ci sarà perchè il marito della vittima ha deciso di farsi giustizia da solo divenendo carnefice.
L’Ansa scrive che la pistola era una calibro 9 regolarmente detenuta dall’assassino.
Aveva un permesso di detenzione per uso sportivo.
La pistola l’aveva comprata a settembre, dopo la morte della moglie. (fonte Corriere della Sera).
Possibile che le autorità abbiano dato il permesso di comprare una pistola ad un uomo che meditava vendetta?
Si.
Purtroppo è andata così.
Di Lello, secondo quanto dichiarano i suoi genitori a La Repubblica, “Aveva il porto d’armi da una decina d’anni, andava a sparare al poligono”.
Ma non chiariscono se da una decina di anni avesse solo il “Certificato di idoneità al maneggio delle armi”, che consente di sparare SOLO al poligono con le armi del poligono, oppure anche “l’autorizzazione all’acquisto di armi e munizioni” rilasciata dalla Polizia di Stato, che consente di comprare e tenere in casa un’arma da fuoco.
In ogni caso a settembre, quando Di Lello ha comprato la calibro 9 li doveva avere entrambi.
Non solo, acquistando la pistola, a settembre, si devono essere attivate due procedure:
- la segnalazione di acquisto dell’arma che obbligatoriamente Di Lello doveva fare alla Questura o ai Carabinieri di Vasto entro 72 ore.
- la segnalazione di vendita dell’arma a Di Lello che il titolare dell’armeria doveva fare alle stesse autorità.
Due segnalazioni parallele che dicevano che Di Lello era entrato in possesso di quella pistola.
C’è da chiedersi perchè in un centro piccolo come Vasto le autorità non si sono allarmate.
Perchè non gli hanno revocato il permesso di tenere quella pistola?
Ricapitolando:
Fabio Di Lello aveva il permesso di detenzione e acquisto per armi sportive.
A settembre 2016 ha comprato legalmente la pistola calibro 9. Inoltrando, presumibilmente, la dichiarazione di acquisto alla Polizia di Vasto.
A novembre Di Lello ha pubblicato sulla sua pagina Facebook la foto de Il Gladiatore, un personaggio che decide di vendicare con il sangue la morte della moglie.
Il 1 dicembre 2016 ha intestato ai genitori tutte le sue proprietà.
Nessuno ha chiesto la revoca del porto d’armi.
Sappiamo che le autorità hanno i potete di revocare il porto d’armi per prevenire abusi nell’uso delle armi a tutela della privata e pubblica incolumità, ragione per cui non occorre un obiettivo ed accertato abuso delle armi, ma è sufficiente la sussistenza di una o più circostanze che dimostrino come il soggetto non sia del tutto affidabile al loro uso”.
Perchè nessuno si è accorto della pericolosità di Di Lello e ha fatto presente alle autorità che aveva in casa una pistola?
Giorgio Beretta in queste ore sta facendo alcune considerazioni su armi e ‘giustizia fai da te’.
Ma il discorso è più ampio
L’Italia che spara,
che applaude gli spari
che oltretutto si permette di usare la parola Giustizia.
MI FA ORRORE.
E paura.#Vasto— Sarita (@Sarita_Libre) 2 febbraio 2017
Qui abbiamo un uomo che ha deciso di comprare una pistola per uccidere un altro uomo.
La gente lo applaude.
Avevo pensato di scansionare le migliaia di commenti e post che inneggiano a Di Lello come eroe. Ma non lo farò.
Farò invece una breve riflessione sulla parola Giustizia e metterò un unico post, questo:
Se Fabio Di Lello avesse voluto giustizia avrebbe aspettato 20 giorni. Ovvero l’udienza preliminare in cui si sarebbe deciso il rinvio a giudizio di Italo D’Elia.
Il problema è che Fabio Di Lello non voleva giustizia, non voleva la nostra giustizia che non prevede la pena di morte per i casi di omicidio stradale.
Fabio Di Lello voleva la pena di morte per l’uomo che con il suo comportamento pensava avesse causato la morte della moglie.
Qua siamo lontani mille anni luce dalla giustizia e dal problema della giustizia. Il problema semmai è il ricorso alla giustizia sommaria da parte di cittadini armati. Armati da uno Stato che gli ha concesso di tenere una pistola e dai forcaioli che sui social network li hanno invitati ad usarla.
Posterò qui gli aggiornamenti sulla vicenda via via che ne avrò.
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Questo di lello per quanto gli stronzoni di turno in tv e altrove adesso cerchino la scusa che stava male questo di lello E’ UN ASSASSINO e deve marcire in galera!! stop!
Oggi la condanna a 30 anni di Di Lello.
Ma NESSUNO si è chiesto perché non gli sia stato revocato il permesso per la pistola.
Una settimana fa un ragazzo vicino Orte ha preso il porto d’armi di mercoledì, comprato una pistola di giovedì e ucciso la sua ex fidanzata di venerdì.
Lo Stato continua a essere assente quando si tratta di tutelare l’incolumità dei cittadini.