Ecco i cosiddetti Paesi Sicuri 2024 dove l’Italia può effettuare rimpatri di stranieri. Tutta la lista.
La lista 2024 dei cosiddetti Paesi Sicuri
Sono 22, precisamente:
Albania
Algeria
Bangladesh – aggiunto il 7 maggio 2024
Bosnia-Erzegovina
Camerun – aggiunto il 7 maggio 2024
Capo Verde
Colombia – aggiunto il 7 maggio 2024
Costa d’Avorio
Egitto – aggiunto il 7 maggio 2024
Gambia
Georgia
Ghana
Kosovo
Macedonia del Nord
Marocco
Montenegro
Nigeria
Perù – aggiunto il 7 maggio 2024
Senegal
Serbia
Sri Lanka – aggiunto il 7 maggio 2024
Tunisia
Chi li ha scelti e quando?
Il decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, (governo Prodi) ha considerato sicuri: Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Senegal, Serbia e Tunisia.
Il decreto 7 maggio 2024 del governo Meloni ha aggiunto Bangladesh, Camerun, Colombia, Egitto, Peru’ e Sri Lanka.
I cosiddetti Paesi Sicuri sono davvero generalmente sicuri?
Probabilmente no. Per la maggior parte di essi la Farnesina ha diffuso bollettini che ne sconsiglliano caldamente la visita ai cittadini italiani, con motivazioni piuttosto serie in Egitto e Nigeria.
Nella maggio parte dei cosiddetti Paesi Sicuri non vengono garantite le libertà fondamentali dei cittadini. Ad esempio le persone LGBT vengono perseguitate, arrestate, condannate all’ergastolo o addirittura alla pena di morte. L’omosessualità è illegale in Algeria, Bangladesh, Camerun, Egitto, Gambia, Ghana , Marocco, Nigeria, Senegal, Sri Lanka e Tunisia. In Gambia c’è l’ergastolo, in Nigeria è prevista la pena di morte. QUI TUTTA LA LISTA.
Notiamo infine che non c’è la Libia. Le Commissioni Territoriali italiane concedono l’asilo politico ai cittadini libici minacciati dal governo libico finanziato e supoortato dal governo italiano. Il tutto mentre il governo italiano dirige respingimenti collettivi dal mare alla Libia. Un bel paradosso.
Cosa accade alle persone che arrivano illegalmente in Italia dai cosiddetti Paesi sicuri?
– Possono presentare richiesta di asilo? Sì.
Chi arriva in Italia dai cosiddetti Paesi Sicuri ha comunque il diritto di presentare richiesta di ASILO perché è un diritto sancito dalla Costituzione (art. 10: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“). Una persona riceve l’asilo quando nel suo paese è perseguitata personalmente e non perché il suo paese d’origine è pericoloso o non pericoloso.
La persecuzione personale va provata dal richiedente in sede di audizione davanti alla Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale.
In alcuni casi però la persona che chiede asilo non è perseguitata personalmente ma rischia la vita in quanto appartenente ad una determinata categoria di persone invise al governo da cui è fuggita. Esempio: il mio amico Antony, di etnia Nuer, fuggito dal Sud Sudan dopo che i Dinka hanno preso il potere, era in pericolo di vita in quanto Nuer, non in quanto Antony (la sua famiglia è stata uccisa perché appartenente all’etnia nuer, chi l’ha uccisa non conosceva nemmeno i loro nomi). Rientrano in queste casistiche tutte le persecuzioni generali di genere, religione, etnia, politica ecc. In questi casi si ha diritto alla PROTEZIONE SUSSIDIARIA, che garantisce diritti simili a quelli dell’asilo politico. Alle persone che fuggono da paese in guerra o da un paese considerato non sicuro, l’Italia in genere concede la protezione sussidiaria. La lista dei Paesi Sicuri orienta le Commissioni Territoriali nelle decisioni.
Chi arriva da un paese sicuro – dove l’Italia suppone non esistano persecuzioni generalizzate – in teoria non può avere la protezione sussidiaria e deve quindi dimostrare una persecuzione personale.
– Possono avere l’asilo? E’ molto difficile
Vengono giudicate con la “procedura accelerata”
Uno dei primi problemi è che l’Italia gestisce le richieste di chi arriva dai cosiddetti Paesi Sicuri con un iter chiamato procedura accelerata, una procedura semplificata in cui il richiedente deve essere in grado di produrre prove stringenti del rischio di persecuzione nel Paese di origine. Non vi sono vere indagini e spesso questa procedura si traduce in un diniego e in un decreto di espulsione.
Di recente alcune sentenze hanno stabilito che la stragrande maggioranza dei dinieghi ricevuti con la procedura accelerata sono illegittimi perché l’Italia non ha rispettato i tempi di trasmissione delle documentazione e di risposta.
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