Per reati compiuti nel lager libico di Zawiya, a Messina ci sono stati 3 arresti. Per la prima volta, in Italia viene contestato il reato di tortura.
(Forse) il muro di omertà sta cedendo.
(Forse) gli italiani stanno smettendo di arrestare chi salva le persone e iniziando ad arrestare chi le persone le uccide, le tortura e le stupra.
E’ un buon segnale.
La notizia è stata letta (addirittura) nei telegionali delle sera ed è stato fatto un elenco dei reati contro l’umanità compiuti dalle guardie di Zawiya:
- omicidio di rifugiati (uccisi a colpi di pistola)
- stupri nei confronti di tutte le donne del lager
- sequestro di persona
- ricatto ed estorsione ai parenti delle vittime
- tortura
“Le stesse identiche cose che avvengono nel lager libico di Tajoura!” (si dirà chi legge questo blog)-
Sì.
Il reato di tortura
Nel nostro paese esiste il reato di tortura e questa è la prima volta che lo si contesta a un arrestato.
Le torture praticate a Zawiya sono:
- frustate
- scariche elettriche
- bastonate
- privazione di acqua e di cibo
e tutta una serie di pratiche dell’orrore.
Tutto vero.
Come abbiamo saputo cosa accadeva a Zawiya?
Si sapeva già, ma le vittime erano in Libia e non potevano denunciarlo prima. E’ stato possibile ricostruire il tutto grazie ad alcuni rifugiati coraggiosi salvati dal veliero Alex di Mediterranea lo scorso 7 luglio. Sopravvissuti all’inferno di Zawiya, hanno raccontato, mostrato prove e, soprattutto, riconosciuto tre dei loro carcerieri, che erano arrivati mesi prima in Italia.
Come scrive La Repubblica, i 3 torturatori sarebbero Mohamed Condè, detto Suarez, 27 anni della Guinea, Hameda Ahmed, 26 anni, egiziano e Ashuia Mahmoud, 24 anni, egiziano.
Cosa ancora non si racconta?
Quello che ancora non racconta nessuno è quante persone l’Italia, per mezzo dell’ “azienda” sua sottoposta, la cosiddetta Guardia Costiera libica, ha catturato in mare e deportato nel lager libico di Zawiya.
Quante persone l’Italia ha deportato a Zawiya?
Ecco una bella domanda.
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