Respingimento (illegale) segreto: spunta la Caio Duilio, incrociatore lanciamissili della Marina Militare italiana.
Il puzzle è quasi completo. Ma solo QUASI…
Nei giorni scorsi avete scoperto verità abbastanza sconvolgenti sul caso del respingimento segreto di cui vi sto raccontando ormai da due anni. Un caso venuto fuori da una conversazione tra me e Ato, un ragazzino eritreo che mi scriveva dal pavimento del lager libico di Zintan mentre tutti attorno a lui morivano di fame. Un ragazzino coraggioso, che oggi ha fatto causa al Governo italiano e alla nave che lo ha deportato in Libia, la Asso Ventinove.
Lo so, ho saltato qualche passaggio e mi scuso con i lettori di questo blog. Recupererò, prometto. Sono 6 mesi che non scrivo sul caso, per non disturbare il suo iter legale. Scrivere per me è come respirare, è stato duro non farlo, ma l’ho fatto. Dopo questa lunga apnea ho già ricominciato, con un articolo sul Manifesto.
Ho anche parlato, durante la conferenza stampa sul caso e in questa intervista a Left.
Parlerò (tanto) anche martedì 16 febbraio 2021, alle ore 18, nella diretta organizzata da noi del JLProject. Non la perdete!
Ma torniamo alla Caio Duilio
Come sapete, la Augusta Offshore, nel tentativo di spartire le sue responsabilità con qualcun altro, ha consegnato il diario di bordo della Asso Ventinove e una relazione che il comandante, Corrado Pagani, inviò al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto (MRCC).
Il contenuto del diario di bordo ce lo aspettavamo. Ma vi assicuro che è stata lo stesso un’emozione pazzesca apprenderlo: con una decina di comunicazioni alla nave Asso Ventinove, la Marina Italiana ha ordinato il respingimento collettivo.
Alle 22.10, infatti, i militari italiani di stanza a Tripoli sulla nave Caprera iniziano a chiamare la Asso Ventinove e le ordinano di convergere verso la motovedetta libica Zwara, che nel frattempo ha catturato Ato, Cris, la mamma del piccolo Loni e tutte le persone di cui in questi due anni ho raccontato. Il comandante Corrado Pagani obbedisce e va.
All’una di notte la Asso Ventinove arriva sul posto e chi vi trova?
La nave militare italiana Caio Duilio
E’ lì, inerte, accanto alla motovedetta libica Zwara.
Dobbiamo aggiornare la mappa
La Caio Duilio è un cacciatorpediniere della Marina Italiana che venne impiegato nell’Operazione Mare Sicuro. E’ lungo 152 metri e largo 20. Più del doppio della Asso Ventinove, lunga 60 metri, e gigantesco in confronto alla motovedetta libica Zwara, che non riesce a navigare perché ha preso a bordo troppi rifugiati (276 secondo i libici, 262 secondo gli italiani).
Iniziano le domande:
DOMANDA 1: Da quanto tempo era lì la Caio Duilio?
Non si sa. Sia il Governo Conte I (ministero retto da Toninelli) che il Conte II (ministero retto dalla De Micheli) hanno rifiutato di consegnare le comunicazioni in mare agli avvocati delle vittime del respingimento segreto. “Segreto militare” hanno risposto. E’ stata anche presentata una interrogazione in Parlamento, ma nessuno ha risposto.
Dal diario di bordo della Asso Ventinove, sappiamo soltanto che la sera del 1 luglio anche la Caio Duilio ha preso a dare ordini. Ha coordinato le procedure di trasferimento dei richiedenti asilo dalla motovedetta Zwara alla Asso Ventinove.
Ma prima delle ore 22, prima dell’entrata in scena della Asso Ventinove, cosa è successo?
DOMANDA 2: Perché la Caio Duilio non ha preso a bordo i migranti invece di aspettare la Asso Ventinove?
Anche questo non lo sappiamo.
Vi dico solo che se la Caio Duilio lo avesse fatto, avrebbe dovuto portare i richiedenti asilo in Italia. In quel periodo in Tribunale c’era il processo per il respingimento collettivo illegale operato dalla nave militare Orione, poi vinto dai deportati, che adesso sono tornati in Italia e sono stati risarciti dal Governo italiano.
Beh, certo, anche la nave Asso Ventinove aveva l’obbligo di portare i rifugiati in Italia. E per questo il comandante Corrado Pagani e la compagnia Augusta Offshore vengono ora citati in giudizio da 5 dei respinti.
Non è sbagliato asserire che la nave militare italiana Caio Duilio abbia per qualche ragione preferito far eseguire il respingimento collettivo illegale alla nave privata italiana Asso Ventinove.
Ma c’è qualcos’altro…
Il gommone affondato
I gommoni su cui i rifugiati respinti fuggivano dalla Libia erano 3. L’ultimo catturato dalla motovedetta Zwara era quello di Ato e Loni, ma ce n’erano altri due.
Uno di questi gommoni, secondo le testimonianze rilasciate dai sopravvissuti, è affondato. La maggioranza dei passeggeri è morta.
DOMANDA 3: la Marina Italiana, che dirigeva l’evento SAR, sapeva del gommone in difficoltà?
Anche questo è contenuto nei documenti che i Governi Conte I e Conte II non hanno voluto consegnare. E’ … SEGRETO MILITARE.
Io sono arrivata qui con tanto lavoro e mezzi scarsissimi, ma non ho intenzione di chinare la testa davanti ad un SEGRETO MILITARE appiccicato su un evento di soccorso di civili in mare.
In questi mesi in Tribunale c’è il processo penale per la Strage dei Bambini dell’11 ottobre 2013 e l’ONU ha già condannato l’Italia perché un’altra nave militare, la Libra, è stata almeno due ore inerte a poche miglia da un barcone che sapeva stare affondando.
Quindi…. può essere che la Caio Duilio sia arrivata così, per caso, appena cinque secondi prima della Asso Ventinove e che non sapesse nulla dei gommoni in difficoltà. Ma per appurare questa ipotesi abbiamo bisogno di avere accesso alle comunicazioni tra i militari di stanza a Tripoli, la nave Caio Duilio e i misteriosi aerei (certamente NON libici) che hanno sorvolato i gommoni, nonché alle registrazioni delle chiamate di soccorso.
Altrimenti non possiamo che porci l’ultima cruciale…
DOMANDA 4: c’è stato un ritardo nei soccorsi da parte della Marina Italiana?
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.