Avvistato a Napoli miliziano libico addestrato dal governo Meloni. Filmava ragazze di nascosto e postava le immagini su Facebook. FATE ATTENZIONE!
Il Governo Meloni sta addestrando decine di miliziani libici, molti dei quali pericolosi. Ne ho già scritto QUI e QUI mostrandovi le foto che sono soliti pubblicare sui loro profili Facebook: strumenti di tortura, fucili… Ho anche espresso più volte le mie perplessità sul fatto che il governo italiano trasporti questi miliziani pericolosi in Italia, li alloggi in hotel 4 stelle e li lasci liberi di girare per le nostre città.
Tutte denunce cadute nel vuoto.
Negli ultimi 6 mesi sono stati organizzati addestramenti a Bacoli, Gaeta e chissà dove altro. Poi i miliziani sono andati in giro per l’Italia e arrivati anche a Roma. Il Governo Meloni non avvisa mai i cittadini e, anzi, sembra fare mistero di questi arrivi.
Il video girato a Napoli dal miliziano libico
Il miliziano in questione è stato addestrato in Italia negli ultimi mesi. Eccolo:

E’ amico di Robert Brytan (Rgowans) su Facebook ed ha due diversi profili Facebook dove posta contenuti sullla guerra e sull’uso delle armi


Negli ultimi mesi è stato addestrato in Italia ed è andato parecchio in giro. Ha postato selfie a Roma, per esempio.
E’ stato anche a Napoli ed ha pubblicato su Facebook un video in cui filma di nascosto delle ragazze italiane a piazza Plebiscito. L’ho salvato e potete vederlo qui. Nell’inquietante zoommata ho oscurato io i volti delle ragazze, perché lui non lo ha certo fatto.
Non so chi siano le ragazze riprese. La zoommata è inquietante, come è anche inquietante che pubblichi sui social le prove di questa “caccia”.

Se qualche ragazza pensa di riconoscersi in questo video, mi contatti. Estendo l’appello anche a tutti quelli che hanno informazioni.
I miliziani libici sono persone pericolose ma il governo italiano concede loro visti per trascorrere periodi di addestrameto nel nostro paese. Come vendono controllati i loro precedenti penali? Uno dei guardiacoste, per esempio, è stato fermato a Tunisi (motivo sconosciuto) ed è arrivato in Italia dopo gli altri. Perché?
Sembra assurdo che questi miliziani vengano lasciate liberi di circolare per le nostre ciittà. Ma purtroppo è così e le conseguenze sono evidenti.
I precedenti
L’imbarazzante precedente delle violenze sessuali durante gli addestramenti in Italia
Come raccontato coraggiosamente dalla giornalista sarda Enza Plotino in questo articolo, durante i corsi tenuti dalla Marina militare, i miliziani libici avrebbero molestato sessualmente diverse ragazze italiane e per questo sarebbero stati rispediti in Libia.
“Su questi libici” scrive Enza Plotino “il velo di omertà risale al periodo dell’addestramento in Italia, nel quale alcuni personaggi sono stati allontanati, in fretta e furia, dai centri militari in cui si stavano “formando”, per aver abusato di alcolici e aver molestato le donne del luogo. Ubriaconi e molestatori.
Dove è successo? A La Maddalena, scrive la Plotino, ma potrebbe essere accaduto anche in altri centri.
Il miliziano libico fuggito durante l’addestramento
Il 19 dicembre 2020 uno dei miliziani addestrati, facente parte del GACS libico, fuggì per rimanere in Italia e venne ricercato dalla DIGOS, non so con quale risultato. Ne parlò Segio Scadura su Radio Radicale.
Devastazioni alla Mariscuola di Taranto
I guardiacoste libici devastarono la Mariscuola di Taranto, racconta sempre Scandura su Radio Radicale.
A Taranto venne addestrato anche Halim, il miliziano libico che pubblica su Facebook decine di foto terribili di fucili, coltelli e una gallery particolareggiata di strumenti di tortura.
Il segreto militare sui crimini dei miliziani libici addestrati in Italia
I giornalisti denunciano l’omertà del governo italiano: “Fatti messi a tacere per non alimentare una narrazione contraria all’accordo” scrive la Plotino “tutto coperto da segreto militare e su cui non è dato indagare. Ma il paese è piccolo, la gente mormora e questi fatti hanno girato sulla bocca di tutti”.
Quindi il mio appello rimane quello di denunciare e raccontare. Sempre.
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