Sparito un comunicato stampa in cui la Marina ammette la complicità in un respingimento illegale in Libia. Era sul sito del Ministero della Difesa ma lo hanno eliminato.
I respingimenti collettivi dal mare alla Libia sono un reato.
Sbarcare persone in Libia è un REATO. La recente sentenza di Cassazione lo ha ribadito condannando il comandante Giuseppe Sotgiu ad un anno di reclusione (pena lieve perché mancavano le aggravanti, ho spiegato qui perché).
L’Italia ha compiuto questo reato molte volte.
Pochi giorni dopo la sentenza, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato davanti ad un giudice, balbettando, che l’Italia non ha mai consegnato persone ai libici. Non era vero.
Ci sono prove inoppugnabili di molti casi in cui l’Italia ha organizzato, collaborato, favorito respingimenti in Libia. Ne stavo facendo l’elenco quando mi sono accorta delle sparizione di un importante comunicato stampa.
Il comunicato stampa della Marina… sparito dal sito.
La Marina Militare italiana – per sua ammissione – è stata spesso correa di respingimenti collettivi illegali in Libia. Tra le tante prove ricordo molto bene un comunicato stampa del 2017 – periodo Minniti, governo Gentiloni. Era una fase in cui il Governo italiano ancora si vantava della deportazione nei lager libici di uomini, donne e bambini. Anche il successore Matteo Salvini – governo Conte I – aveva lo stesso atteggiamento. La Marina Militare ad un certo punto, nel 2018, smise di comunicare agli italiani i respingimenti illegali effettuati preferendo agire nell’ombra come nella deportazione segreta Asso Ventinove, per cui ci sono già state 2 sentenze di primo grado. Salvini continuò a vantarsi. E’ per questo che ricordo bene quel comunicato.
Vediamolo. Era sul sito del Ministero della Difesa, proprio qui, al link https://www.difesa.it/SMD_/Comunicati/Pagine/guardia_costiera_libica_prime_operazioni_salvataggio.aspx.
Ma… non c’è più!
Sarà sul nuovo portale?
Pare di no. E’ semplicemente… sparito.
Per fortuna ciò che è sul web a volte rimane per sempre sul web. C’è il fastastico sito Web Archive.org ! Inserendo il vecchio link del comunicato stampa della Marina, l’archivio ce lo restituisce.
Potete leggerlo anche voi cliccando qui.
Il comunicato stampa della Marina italiana è la prova di un reato
Leggiamolo:
27 settembre 2017 – Roma
Difesa – Marina Militare: unità della Guardia Costiera libica effettua prima operazione di salvataggio dopo le verifiche di efficienza
Nella mattinata odierna due imbarcazioni cariche di migranti sono state localizzate a circa 20 miglia a nord-est di Tripoli (Libia), all’interno della zona di responsabilità di soccorso recentemente dichiarata dalla Libia.
In zona era presente una unità della Guardia Costiera libica che ha dichiarato “evento SAR” (Search and Rescue). Il mezzo stava effettuando le necessarie verifiche di efficienza al mare, a seguito dell’intervento dei tecnici della Marina Militare italiana presenti nel porto di Tripoli a bordo di Nave Tremiti: è questo uno dei primi evidenti risultati delle attività di supporto tecnico e operativo fornite alle unità della Marina e della Guardia Costiera libiche.
La Guardia Costiera libica ha assunto la responsabilità del soccorso e, pertanto, alla sua unità è stato assegnato il ruolo, previsto dalla normativa internazionale, di On Scene Cooordinator (coordinatore delle azioni di soccorso). Essendo presente in area Nave Doria, il Comandante libico ha chiesto che l’unità italiana potesse prestare eventualmente assistenza.
Nave Doria, in ossequio a quanto previsto dalla citata normativa internazionale, ha reso disponibile un adeguato numero di salvagenti per garantire le necessarie condizioni di sicurezza che hanno permesso l’avvio delle operazioni di salvataggio a cura dell’unità libica.
Il respingimento – come potete leggere nel comunicato stampa della Marina Militare italiana – è stato condotto in tandem dall’Italia e dalla Libia, con ben due navi militari – la Tremiti e la Doria – che sono state corree dell’atto criminoso.
Il comunicato non dice CHI ha localizzato le barche, ma probabilmente non era un libico. I libici – secondo la Marina – assunsero il ruolo di On-Scene Coordinator (OSC) che – ricordiamo – NON E’ chi assume la responsabilità del caso SAR. La responsabilità può essere assunta soltanto da un Maritime Rescue Coordination Center (MRCC) ed a farsene carico è il primo MRCC che compie un’azione diretta sul caso.
Chi aveva la responsabilità di quel caso SAR?
Mmmmm, vediamo se sono state fatte azioni dirette da qualche MRCC…
Dunque, alle ore 03:09 UTC il comando della Guardia Costiera italiana (MRCC Roma) spedì un messaggio inmarsat chiedendo di riferire a lui stesso. Eccolo:
Il messaggio parla di due barche a est di Tripoli. Saranno le stesse catturate qualche ora dopo? Se così fosse sarebbe la prova che cerchiamo.
“Attività di supporto tecnico e operativo” le chiama la Marina.
Mi chiedo: supportare un reato non è configurato come correità o complicità?
Il contesto di quei giorni
Era già arcinoto che i libici fossero miliziani pericolosi. Soltanto il giorno prima – 26 settembre 2017 – una motovedetta della cosiddetta Guardia Costiera libica aveva attaccato la nave della ONG Mission Lifeline. I libici spararono alcuni colpi di arma da fuoco e salirono a bordo della Lifeline chiedendo la consegna dei 70 migranti che avevano appena salvato. I coraggiosi soccorritori della Lifeline rifiutarono di consegnare i naufraghi.
Nonostante sapesse che razza di persone fossero, il Governo italiano permetteva ai miliziani libici di entrare in Italia e circolare per le nostre città. Lo fa ancora oggi.
La nave militare italiana Tremiti era ancorata nel porto di Tripoli, sulla banchina di Abu Sittah, per dare “supporto” alla cosiddetta Guardia Costiera libica.
Nei lager libici gestiti dal governo di Tripoli avvenivano continue torture, stupri, omicidi.
Salviamo le prove!
Perché questo comunicato stampa è sparito? E’ stato un caso o è stato fatto sparire volutamente? Ne sono stati fatti sparire altri?
Dobbiamo aiutare la giustizia a salvare le prove, dobbiamo aiutare la Storia a salvare la verità.
Segnalatemi eventuali altri documenti importanti, così provvederò a salvarli.
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