Ti ricordi l’argomento di tutti i referendum che ci sono stati in Italia?
La memoria dei Referendum è davvero il banco di prova per capire se sei affetto da PMC. Non solo perché i referendum sono stati tanti, 66 fino ad ora, ma anche perché l’occultamento della loro memoria, soprattutto di quelli che sono riusciti ad abrogare brutte leggi, è sistematico da parte di una classe dirigente che si sente sempre molto offesa quando il popolo pretende di decidere qualcosa.
La Democrazia è un concetto che piace, vende, ma per i leader democratici è sempre un grande imbarazzo doverla applicare veramente. Lo fanno di rado in verità, protetti dal loro sistema chiuso e dal dilagare della Perdita di Memoria Collettiva sui loro programmi elettorali (su cui faremo un capitolo a parte…).
Il Referendum è la loro unica spina nel fianco.
Per annientare la possibilità di una sovranità popolare usano in genere 3 sistemi infallibili
1) Ci dicono di non andare a votare. Semplice semplice.
2) Ci dicono di andare al mare, tanto il quorum non si raggiunge. Più elaborato del precedente, tipo scuola elementare invece che materna.
Foto di ArsenaleK.
3) Se ne fottono dei risultati del Referendum. Brutale ma efficace.
Analizziamo il punto 3. Come è possibile ignorare il volere del popolo in una Democrazia?
Facile: con la Perdita di Memoria Collettiva.
Prendiamo il caso della consultazione del 2011: acqua pubblica. Vince il si, che bello! Renzi esulta. Quest’anno lo stesso Renzi riprova a privatizzare l’acqua come se nulla fosse. La gente ha dimenticato di aver votato.
Prendiamo il caso del Finanziamento pubblico dei partiti. Sapete come è finita (o vi devo fare un test???)
Prendiamo il caso dell’abolizione del nucleare.
Nel 1987 grazie ad un primo referendum siamo riusciti a dire allo Stato che non vogliamo centrali nucleari nel nostro Paese. Ma non è stato sufficiente, perché nel 2008 hanno fatto una nuove legge per consentirlo. E noi di nuovo abbiamo dovuto raccogliere le firme per un nuovo referendum abrogativo, quello del 2011. Allora ci hanno detto di non votare, di andare al mare, in montagna, in campagna o al lago e noi ci siamo incazzati e abbiamo rotto l’anima agli amici che volevano andare al mare per fargli disdire weekend e gite. E poi ci hanno detto che ok, se andavamo a votare dovevamo considerare che il nucleare non è tanto pericoloso ed è conveniente.
E allora si è incazzato Dio.
Come un militante jihadista fresco fresco di nomina ha tirato fuori un gigantesco tsunami e l’ha scagliato su Fukushima 3 mesi prima del referendum. Gesto estremo e imperdonabile. Ma comprensibile.
E il popolo non è andato al mare. Anche perché temeva le correnti radioattive provenienti dal Giappone.
Tra qualche anno qualcuno farà un’altra legge per installare centrali nucleari e i pochi di noi che appeso sul letto hanno un post-it che recita “T’ho detto no. T’ho detto no. T’ho detto no” o “T’ho detto si. T’ho detto si. T’ho detto si” (perché nei referendum per dire no devi dire si, altra roba che se ti scordi è un macello), insomma quei pochi di noi che hanno ancora una memoria combatteranno fino allo stremo per il proprio diritto di decidere qualcosa. E grazie a questa lotta anche gli altri si ricorderanno che una volta nella vita è meglio non andare al mare, specie stavolta che il mare è in pericolo.
Ricordatevi di andare a votare il 17 aprile.
E rileggetevi tutti gli argomenti dei referendum italiani. Li trovate qui su Wikipedia.
CONTINUA IL TEST TERAPEUTICO ANDANDO AL CAPITOLO 3.
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