Sono le foto del gommone affondato, si vedono benissimo i rifugiati che abbiamo rintracciato in Libia.
Le fotografie sono state ritrovate dal JLProject sull’account facebook dei guardiacoste della motovedetta Zuwara 644, che ha effettuato parte del respingimento Asso Ventinove. Erano state postate all’epoca ma nessuno le aveva notate.
Le foto illustrano benissimo una delle vicende più atroci avvenute in questi anni nel Mediterraneo: il 1 luglio 2018 un gommone affondò, più di cento bambini, donne e uomini morirono in mare. Solo in 18 sopravvissero, ma prelevati dai libici della motovedetta Zuwara 644, poi trasbordati sulla nave italiana Asso Ventinove (entrando, di fatto, in territorio italiano), quindi respinti illegalmente e in segreto in Libia. Assieme ad altre persone provenienti da altri due gommoni, furono deportate nei lager libici, dove vennero torturati, affamati, assetati e alcuni di loro morirono.
Ma torniamo a quel giorno, il 1 luglio 2018. Le poche persone sopravvissute all’affondamento del gommone blu, tra i quali i rifugiati sudanesi “AAOA” e “AAYI” (usiamo solo le loro iniziali), sono sopravvissute restando per ore attaccate al relitto del loro gommone. E’ così che le vede, dall’alto, l’elicottero Eliduilio, della nave militare Caio Duilio ed è così che le trovano i libici della motovedetta Zuwara 644.
In questa foto si vede AAYI attaccato al tubolare del gommone:

A pochi metri di distanza c’è anche AAOA, o come lo chiamiamo noi di JLP “Harry” (il nickname che abbiamo scelto per lui è in onore dio Harry Potter). Harry AAOA è attaccato ad un rottame:

I guardiacoste libici della motovedetta Zuwara 644 lanciano un salvagente a AAOA Harry:

AAOA Harry prende il salvagente e con le poche forze rimaste riesce a salire a bordo.

Anche AAYI (al JLP conosciuto anche con il nickname di Malik) riesce a salire a bordo. Tra le 100 persone che Malik ha visto affondare c’era anche suo fratello.

Dopo tante ore in acqua, dopo aver visto la morte, queste persone vengono caricate sulla nave italiana Asso Ventinove. L’equipaggio italiano mente loro: “Vi portiamo in Italia” dicono. Invece le deportano in Libia.
Al momento dello sbarco, sulla banchina di Abu Sittah – Tripoli, c’é UNHCR, che li fotografa. AAOA e AAYI si vedono anche in queste foto. Ma questa storia già la conoscete…


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