Mia nonna ci svegliò la mattina dell’Epifania annunciandoci C’è la neve! Io, mia sorella e mia cugina credemmo che fosse solo un espediente per tirarci giù dal letto e aprire le calze, ma quando andammo alla finestra la Roma che conoscevamo non c’era più e ci apparve un mondo completamente nuovo.
Mia nonna è morta 3 giorni fa con tutta la sua grande famiglia accanto al suo letto. Nel tempo di un respiro 90 anni di vita e storia sono come evaporati nell’atmosfera grigia del primo giorno di dicembre.
A poche ora di distanza se n’è andato anche Mezza Piotta, il barbone di Trastevere, quello che quando gli davi 100 lire te ne restituiva 50 e se gliene davi 500 te ne restituiva 450. Un altro pezzo di storia della mia adolescenza.
Un cimitero all’inizio di dicembre è il luogo più freddo della terra. Se poi è Prima Porta ed è il crepuscolo ti senti perso tra chilometri e chilometri di morti e grattacieli di loculi ammassati uno sull’altro e milioni di fiochi lumini che punteggiano di rosso il panorama. Ci vogliono almeno 20 minuti di guida per attraversare la città dei morti e arrivare sulla collinetta dove dobbiamo seppellire mia nonna.
In piedi, le mani in tasca nel tentativo di riscaldarle, presiedo silenziosa alle ultime decisioni familiari. Quali fiori, quale frase, quale foto. Mia sorella si avvicina e mi sussurra “Psss, vieni con me”. Mi scorta in un vialetto dietro la cappella e si ferma davanti ad una lapide interrata. Al posto della croce vi sono incise falce e martello. “Secondo te chi è?”.
Homero Romulo Cristalli. Juan Posadas. Wikipedia lo puoi consultare anche da un cimitero, tanto c’è campo. Io e mia sorella ci stringiamo a leggere ad alta voce la biografia di Juan Posadas, sindacalista trozkista argentino (“Cosa cazzo ci fa qui?”), operaio, calzolaio e calciatore professionista, diffusore di teorie deliranti, eccessive e folli anche per gli anni Sessanta, pazzamente guerrafondaio, ufologo in erba, apocalittico della peggior specie eppure in qualche modo e in quel contesto assolutamente e inequivocabilmente… comico. E così attacchiamo a ridere, forte, in una giornata in cui non c’è nulla da ridere ma una risata può solo farti bene.
Eh si. Vi ho raccontato tutte storie di persone morte:
– Premio alla Carriera a mia Nonna, per la sua vita lunga, bella e avventurosa
– Gran Premio della Giuria a Mezza Piotta, perché anche gli ultimi della terra sanno trovare una loro originalità
– Ex aequo con Juan Posadas, che pur teorizzando roba incondivisibile ha scritto che anche dopo un’apocalisse atomica ci saranno dei sopravvissuti
Tranquilli, in futuro voglio raccontare tante storie di gente viva e vegeta. Perciò oggi la Palma d’Oro la do a mia sorella, che con una risata mi ha fatto risorgere.
Sarita 04-12-2015
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