#SalvateilmioamicoHarry, illegalmente deportato in Libia e illegalmente trattenuto in Libia dall’ #ambasciataAntitaliana a Tripoli, che non rispetta le leggi del proprio paese.
Il 2 luglio 2018 Harry venne illegalmente deportato in Libia dal governo italiano e dalla nave italiana Asso Ventinove. Dopo la sentenza di primo grado, questo fatto adesso inizia anche a divenire una verità processuale.
IL JLProject ha ritrovato moltissime delle vittime di questo gigantesco respingimento illegale, tenuto segreto e occultato dai governi Conte I e II i cui ministri Toninelli (5 stelle) e De Micheli (PD) rigettarono tutti gli accessi agli atti presentati dagli avvocati delle vittime. Fu la nave, la Asso Ventinove, nel vano tentativo di discolparsi, a rivelare la verità: il respingimento illegale era stato ordinato dalla Marina Militare italiana. Harry è uno di loro.
L’abbandono di Harry in mare
Harry ed il suo amico Malik ci hanno raccontato che chiamarono i soccorsi italiani quando il loro gommone iniziò ad imbarcare acqua. Poi l’imbarcazione affondò. 100 persone, comprese donne e bambini, finirono in acqua.
Sulle loro teste, molto vicino, volò per almeno un’ora un elicottero italiano, Eliduilio, del caccia torpediniere Caio Duilio. Le sue pale creavano onde addosso alla gente che tentava di restare a galla. L’elicottero NON lanciò zattere di salvataggio o salvagenti. Il suo ruolo fu quello di osservare affogare 82 uomini, donne e bambini.
Dopo un’ora a galla erano rimaste solo 18 persone. Gli italiani NON le prelevarono. Aspettavano i libici. Che arrivarono, infine.
Trovarono Harry così:
Harry venne caricato sulla motovedetta Zuwara, che catturò anche persone che erano su altre due imbarcazioni. 276 in tutto.
La motovedetta non poteva navigare con tutta quella gente. L’incrociatore italiano Caio Duilio era lì ma, forse memore del caso Orione per cui la Marina italiana era stata già citata in tribunale e poi perse la causa, decise di chiamare – in segreto – la nave cargo italiana Asso Ventinove.
La Asso Ventinove prese a bordo tutte e 276 le persone e dopo aver mentito loro (“Adesso dormite, vi portiamo in Italia”) le deportò in Libia. Potete leggere il libro scaricandolo gratuitamente qui.
Deportati nei lager libici, morirono almeno in 6
La maggior parte delle vittime vennero deportate nel lager di Tarek al Mattar, dove secondo IOM in quel momento c’erano 1900 persone ammassate in un capannone. Questo:
Almeno in 3 delle vittime di Asso Ventinove morirono di fame nei mesi successivi.
Il lager subì un attacco armato. Trasferirono le persone in altri lager.
Josi non l’ho mai conosciuto. Ho trovato i suoi amici quando era già morto, di fame, sul pavimento del lager di Zintan. Ho dato il suo nome al mio colettivo, il Josi and Loni Project.
Seid invece lo conoscevo. Morì di malattia, abbandonato da UNHCR, che quando era terminale lo prelevò nel lager di Gharian e lo scaricò in una strada di Tripoli, come un rifiuto di cui ci si vuole liberare in fretta. Il ragazzino fece in tempo a raggiungere un amico e morì tra le sue braccia.
Amela la conoscevo. Una bella ragazza che nelle foto aveva sempre lo sguardo triste e rivolto altrove, probabilmente in un posto migliore del lager. Fu violentata e uccisa da un libico.
Harry invece è sopravvissuto e ha vinto la causa contro il governo italiano
Lo scorso 10 giugno Harry, rifugiato sudanese che ancora si trova in Libia, ha vinto la causa intentata contro parte del Governo italiano (Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ambasciata d’Italia a Tripoli) al Tribunale Ordinario di Roma, sezione Diritti della Persona e Immigrazione.
“Il giudice”, dice la sentenza esecutiva, “accoglie il ricorso e, per l’effetto, dichiara il diritto del sig. HARRY (nome di fantasia) di presentare domanda di protezione internazionale in Italia e ordina alle amministrazioni competenti di emanare tutti gli atti ritenuti necessari a consentire il suo immediato ingresso nel territorio dello Stato italiano”.
L’Ambasciata (Anti) italiana a Tripoli ha perso la causa e per effetto della sentenza deve emettere immediatamente un documento sostitutivo che consenta ad Harry di poter salire sull’aereo. Eppure non lo ha ancora fatto.
Perché Ambasciata ANTI italiana?
Perché sta rifiutando di eseguire una sentenza emessa da un giudice del suo stesso paese.
Cosa gravissima e pericolosa.
A chi è fedele questa ambasciata? Non all’Italia, dato che viola le leggi italiane.
Salvate il mio amico Harry!
Harry vive in una casa con altri 30 rifugiati, in condizioni pazzesche. Ha il diritto di entrare in Italia, un diritto legale sancito da un giudice italiano e negato dall’ambasciata anti italiana a Tripoli.
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Una vergogna .