“Portali a casa tua”. Quante volte vediamo scritta questa cosa sua social, sempre a firma di fasciorazzisti più o meno anonimi. Morena, una signora siciliana, ha accettato il consiglio e ha salvato due persone dai lager della Libia.
Morena La Rosa è una signora siciliana. Ricca? Per niente, vive in affitto e spesso fatica ad arrivare a fine mese. Ma a casa sua, un semplice appartamento di Ragusa, c’è una seconda stanza da letto.
“Portali a casa tua” le scrivevano i fasciorazzisti.
Noi attivisti riceviamo sempre una serie impressionante di messaggi, tutti uguali nei contenuti. Qui sotto ne ho preso qualcuno dai profili social di Morena:
Come si risponde a questa gente? Non si risponde, perché “Portali a casa tua” è una frase semplicemente idiota, volta a sviare la conversazione, volta a eludere il dramma degli altri. Se ne è parlato molto negli ultimi anni. Morena La Rosa, però, in qualche modo ha risposto. Ha detto “Va bene” e ha portato a casa sua Irene e Hasan, due rifugiati evacuati dalla Libia.
In realtà sono anni che Morena ospita migranti, soprattutto richiedenti asilo africani. Li conosce alla Caritas, li porta a casa sua, li tratta come figli, trova loro un lavoro, li aiuta a richiedere i documenti. Quest’anno i due ragazzi del Gambia che vivevano da lei hanno trovato lavoro altrove e si sono trasferiti. Morena è rimasta sola. Morena La Rosa è un’attivista e ci tiene a lottare contro le ingiustizie. “Io non mi ritengo una persona buona. Sono anche molto incazzosa” mi dice. E’ vero. La bontà è roba che forse non esiste in sè. Ma l’amore, la passione, la rivolta esistono e hanno molto a che fare con la storia che state leggendo.
Come funziona il corridoio umanitario di Sant’Egidio
Sono i 5 voli di evacuazione per cui abbiamo tanto lottato. Ricorderete, forse, la lettera alla ministra Lamorgese che scrivemmo e pubblicammo su molti giornali. Alla fine i voli li hanno fatti partire, con il patto che l’accoglienza non sia a carico del governo italiano ma delegata a privati e istituti religiosi. Insomma: le persone si possono evacuare solo se si trova dove alloggiarle e come mantenerle.
Così Morena ha offerto a sant’Egidio la sua disponibilità ad ospitare Irene, una donna della Costa D’Avorio che ne ha passate tante, tantissime. Un anno fa la straziante storia di Irene, che allora usava il nickname Sophia, dopo nostra segnalazione venne diffusa in video da Valerio Niccolosi, potete vederla qui. E’ una storia comune, purtroppo, perché riguarda tutte le donne catturate dalla cosiddetta guardia costiera libica e deportate nei lager della Libia.
Ho chiesto a Morena perché avesse scelto di ospitare Irene. La risposta è stata banale e bellissima: “Perché le volevo bene”. Non si può non volere bene a Irene, che negli oscuri anni della Libia ha trovato la forza di aiutare tante persone a Tripoli, soprattutto donne e bambini. Irene ha sempre lottato contro i tentativi del mondo di disumanizzarla e per farlo ha opposto l’unica cosa che le era rimasta: la sua umanità.
Sul volo di evacuazione era previsto anche l’imbarco di Hasan, diciottenne del Sudan da tempo in contatto con Morena. Ma a due giorni dalla partenza Morena è venuta a sapere che l’ospitalità ad Hasan, offerta da un istituto di confessione protestante, era saltata. Il ragazzino rischiava di rimanere in Libia. Ancora non sapeva nulla. “Non si fa così!” ha urlato Morena, ma una soluzione non c’era. Così l’indigente signora siciliana ha deciso di prendere nella sua casa anche Hasan.
Adesso vivono tutte e tre a Ragusa e sono molto felici.
Hasan vuole fare il calciatore, ora che mangia in modo sano ci riuscirà. Irene è una grande sarta e magari riuscirà a metter su una sua linea di abiti. Per loro si è aperto quel futuro che i respingimenti in Libia avevano oscurato.
Sarebbe molto bello mandare questa foto ai fasciorazzisti ringraziandoli per il prezioso consiglio.
Anche voi potete seguire il consiglio fasciorazzista “Portali a casa tua” e salvare persone dalla Libia.
Non tutti possono ospitare persone, è chiaro. Viviamo spesso in case piccole con una famiglia. Ma la guerra in Ucraina ci ha mostrato che sono tante, in Italia, le persone che hanno una stanza in più a casa e sono disponibili a prestarla ad un profugo. Si è tanto pubblicizzata la possibilità di ospitare profughi ucraini e la gente ha aderito. E’ possibile, ma non pubblicizzato, anche ospitare rifugiati evacuati dalla Libia. Morena l’ha fatto e potete farlo anche voi, se volete, perché tra qualche mese ci sarà un altro volo.
Il mio pensiero va soprattutto ai bambini che sono in Libia. Sono moltissimi (io ne ho contati 840 sotto i dieci anni tra le sole persone con cui sono in contatto) ma non se ne vedono molti sui voli di evacuazione. Uno dei problemi, a quanto pare, è la carenza di sistemazioni per i nuclei familiari.
In questo periodo io e altri attivisti stiamo cercando sistemazioni per famiglie con bambini e qualcuna l’abbiamo già trovata (grazie Baobab!!!).
Se avete spazio e voglia di ospitare qualcuno (single o famiglie) scrivetemi e vi metterò in contatto con chi si occupa di queste cose.
Se non avete spazio potete comunque aiutare cercando posti.
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