Sul naufragio di Cutro cala l’ombra dell’omissione di soccorso da parte di uno Stato che spende miliardi per catturare e deportare in Libia i migranti e quando invece c’è solo da salvarli si tira indietro.
Il naufragio di Cutro. Cosa sappiamo.
Da ciò che sappiamo, un caicco stipato di profughi afgani e siriani, circa 150, provenienti dalla Turchia, ha viaggiato per quattro giorni prima di affondare a pochi metri dalla costa calabrese, precisamente su una secca nella zona dela riserva marina di capo Rizzuto, in provincia di Crotone, all’alba del 26 febbraio 2023.
66 persone, soprattutto bambini, sono affogati.
Secondo la versione ufficiale, dalla barca sarebbe stata effettuata un’unica chiamata di soccorso alle 4 del mattino del 26 febbraio.
Dalle testimonianze dei sopravvissuti sappiamo che la barca è arrivata in vista della costa italiana nella serata del 25 febbraio. Un aereo di Frontex, Eagle1, l’ha individuata alle 21:27 UTC (in Italia le 22:27). Ha segnalato la posizione.
Tra mezzanotte e le 2 del mattino, due navi della Guardia di Finanza hanno provato a raggiungere il peschereccio, ma non ci sono riuscite. Per via del maltempo, si sono giustificati. Vero? Falso? Possibile? Impossibile? Non si sa. Un dato certo, confermato dal comandante della Guardia Costiera di Cotone, è che il mare era 4 e che a poca distanza, nel porto di Crotone, erano ancorate motovedette della Guardia Costiera capaci di effettuare salvataggi anche con “mare 8” e che non sono state chiamate.
La mattina, alle prime luci dell’alba, una chiamata di soccorso dalla barca ha avvisato che essa si era sfasciata e c’erano persone in acqua.
Il resto lo sappiamo: almeno 66 morti, molti dei quali bambini.
Naufragio. Cosa non torna: chi e quando ha chiamato i soccorsi?
Il mancato impiego delle motovedette della Guardia Costiera è la prima ombra su questo mancato salvataggio.
Analizzando il caso, ne ho trovata un’altra: la richiesta di soccorso.
L’aereo di Frontex Eagle1 pattuglia tutte le sere l’area di mare di fronte alla Calabria. Abbiamo il suo tracciato preciso, con tutti gli orari. Alle 20:36 UTC, Eagle1 fa una virata a U improvvisa e torna indietro. Può essere un caso, certo, ma può anche aver ricevuto una segnalazione.
Una segnalazione da chi? Se c’è stata, le ipotesi più plausibili sono due:
- Una chiamata di soccorso proveniente dal natante
- La segnalazione proveniente da una nave di passaggio
Di fatto Eagle1 vola diretto fino ad un certo punto, vira a destra, poi a sinistra e infine trova il barcone e lo sorvola alle 21:27 UTC. Si vede bene il giro, dalla sua rotta.
A vedere il tracciato, sembra che Eagle1 non si sia trovato davanti il barcone per caso, ma che lo abbia cercato. Aveva già delle coordinate? Fornite da chi?
Per saperlo occorrerebbe fare un accesso agli atti richiedendo le comunicazioni di Eagle1. Spero che ci sia qualche giurista interessato.
Aggiornamento: amici avvocati stanno presentando l’accesso.
AGGIORNAMENTO: avevo ragione! L’Italia sapeva!
E’ appena uscita la prima parte della verità: dispaccio del Centro nazionale di coordinamento del soccorso marino diramato alle 5.57 di sabato 25 febbraio. Parla di una possibile imbarcazione in difficoltà, ma senza coordinate. Fonte: Il corriere.
Editerò con novità e mie analisi.
Perché l’Italia non soccorre i migranti?
Ha pochi mezzi? Direi di no, altrimenti non si spiegherebbe perché il nostro paese doni decine di motovedette alla cosiddetta guardia costiera libica.
L’Italia è un paese in cui la Guardia Costiera funziona. Salva addirittura i cani! Soltanto ieri la Guardia Costiera di Trieste ha salvato un cane Labrador che era caduto in mare dalla scogliera. Fonte.
L’Italia salva i cani ma non le persone straniere?
Ebbene sì.
Basta guardare cosa accade in cielo. Proprio adesso, mentre scrivo. Guardiamo cosa accade in Libia:
Sulle coste libiche sono schierati ben 3 assetti aerei Frontex:
- L’aereo spia Osprey3
- L’’elicottero AW139 A7-GHP della Gulf Helicopters
- Heron Shoval (AS2132), ovvero il drone di Frontex
Sono lì per salvare le persone? No. Sono lì per individuare i gommoni in fuga dalla Libia e chiamare la guardia costiera libica per far deportare le persone nei lager libici.
Ho più volte raccontato l’attività degli aerei spia e vi ho più volte descritto la linea della morte, quella linea immaginaria nel mare che divide la SAR maltese da quella libica, che divide la sorte dei migranti tra morire affogati e morire nei lager.
Stamattina i droni di frontex hanno fatto questo:
Hanno sorvolato velocemente la SAR maltese e iniziato a pattugliare la SAR libica. Lo fanno ogni santo giorno. Questo perché dalla SAR maltese è vietato respingere le persone in Libia. Così… le lasciano affogare.
Il mio amico Don Mattia Ferrari ha detto che il naufragio di Crotone non è una tragedia, è una strage. Con dei mandanti, aggiungo io.
Aggiornamento 25/10/23: JLProject ricostruisce la Strage di Cutro
Questo articolo è dedicato al mio amico Luigi, del JLProject, che mi ha insegnato ad usare i siti di monitoraggio aereo.
Ringrazio anche Valerio Minnella che mi ha spiegato che non si dice “Mare forza 4” ma “Stato del mare 4” (da 0 a 9, scala Douglas).
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