Sulla scrivania della ministra Lamorgese giace, infirmato, un progetto per 5 o più voli di evacuazione di rifugiati dalla Libia.
Noi del JLProject, assieme a Mediterranea Saving Humans, abbiamo scritto al ministero dell’Interno chiedendo di attivare il progetto in tempi celeri.
Il motivo è che nelle ultime settimane sono morti di fame e/o malattia diversi rifugiati in in Libia. Malati, bambini, persone fragili che avevano sicuramente diritto ad una vita normale. I voli di evacuazione avrebbero potuto salvarli. I loro fratelli e sorelle faranno la stessa fine, se non ci muoviamo.
E così abbiamo scritto questa lettera alla ministra Lamorgese (o a chi la seguirà).
L’hanno firmata tante associazioni e tante persone che si battono ogni giorno per verità e giustizia. Se volete firmarla anche voi, aggiungete il vostro nome nei commenti.
Lettera aperta alla ministra Lamorgese
Gentile Ministra Lamorgese,
Sappiamo che il Suo Ministero da sei mesi sta lavorando all’attivazione di un bellissimo progetto per 5 voli di evacuazione dalla Libia verso l’Italia.
I soggetti organizzatori, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Comunità di Sant’Egidio, sono gli stessi che da anni evacuano con successo rifugiati siriani dal Libano ed hanno, quindi, tutte le carte in regola per gestire accoglienza e ricollocamento di persone nei vari Paesi europei senza gravare sullo Stato italiano.
Questi corridoi umanitari permettono a persone fuggite dai loro paesi e in condizione di vulnerabilità di accedere al loro diritto di chiedere asilo usufruendo di vie legali e sicure. Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, li ha definiti “un momento di realizzazione concreta dei principi della Costituzione italiana”.
Sappiamo che ogni progetto ha il suo iter, ma considerata l’emergenza umanitaria in Libia, Le chiediamo di concedere subito il nulla osta per attuare i 5 voli di evacuazione urgente.
Nelle ultime settimane diverse persone che avrebbero avuto diritto ad un posto su quei voli sono morte. Di malattia, fame e abbandono. Tra di loro c’erano anche un minorenne e una bimba di un anno e mezzo.
Le condizioni dei migranti in Libia peggiorano di giorno in giorno. Centinaia di donne e di uomini sopravvivono dietro le sbarre degli atroci campi o per strada, ad esempio nella pericolosa area di Tripoli. Molti hanno bambini piccoli. Tutti sono alla mercé di un Governo, quello libico, che li considera esseri inferiori da utilizzare come forza lavoro in un redivivo sistema economico basato sulla divisione in razze e sulla riduzione in schiavitù degli ultimi.
Affinché tutto questo non rimanga su un piano astratto, ci permetta di raccontarLe alcune storie reali di persone che stiamo cercando di evacuare:
– Maryam, Samira, Fatima e tante altre ragazze che seguiamo, dopo la cattura in mare sono state vendute come schiave da guardie o direttori di campi (anche di campi finanziati da progetti AICS!) per cifre attorno ai 1500 dollari. Le hanno comprate privati cittadini libici per usarle di giorno come domestiche non pagate, tutte le notti le hanno violentate.
– Paul, Sebastian e un numero altissimo di altri ragazzi, catturati in mare nel 2020, sono stati processati dal Tribunale ordinario di Tripoli. Legati, bendati e senza avvocati difensori. Da lì sono stati destinati ai lavori forzati: chi come operaio per costruire opere pubbliche e private, chi come schiavo–soldato.
Come saprà, l’articolo 6 della legge libica 19/2010 sull’immigrazione clandestina viene tuttora applicato dal Governo di Accordo Nazionale Libico (GNA). Tale legge, per il reato di immigrazione clandestina, prevede la pena della detenzione con lavori forzati.
Alla schiavitù si aggiunge la fame. E le conseguenti malattie. Anche chi è riuscito a scappare da prigioni, lavori forzati e torture sta morendo. Soprattutto i bambini. Soffrono di calo della vista, problemi cardiaci e di una serie di patologie provocate dallo stato di denutrizione in cui versano.
In Libia i migranti non hanno accesso a cure mediche. Seguiamo donne incinte che non hanno mai visto un dottore e saranno costrette a partorire nascoste, perché un’altra legge libica prevede l’arresto immediato per le donne che hanno figli senza marito. L’estate scorsa hanno arrestato una ragazza che conosciamo: la sua unica colpa era stata recarsi in un ospedale di Tripoli per non morire di parto, è stata portata in prigione poche ore dopo la nascita del suo bambino.
Se non interveniamo, queste persone moriranno in Libia, oppure tenteranno il mare, con i rischi che conosciamo bene.
L’Europa, come esposto nella denuncia presentata da Juan Branco e Omer Shatz alla Corte penale dell’Aia per Crimini contro l’umanità a giugno del 2019, è coscientemente responsabile delle morti per annegamento, dei respingimenti sia in Libia che lungo le rotte balcaniche, dei conseguenti crimini contro le persone respinte. Vediamo la politica italiana esprimere accorate parole di cordoglio per casi particolarmente drammatici, come la morte del piccolo Joseph o l’abbandono dei rifugiati nel campo di Lipa, ma non possiamo fare a meno di notare la sua ignavia, quando si tratta di intervenire con i fatti.
L’emergenza COVID-19 viene troppo spesso utilizzata come scusante per bloccare i corridoi umanitari. Eppure, la recentissima esperienza dal Libano ci ha dimostrato che non c’è cosa più sicura dei corridoi legali, che prevedono controlli medici accurati sui rifugiati in entrata nel nostro Paese.
Tra qualche anno, ciò che oggi stiamo raccontando finirà sui libri di Storia. Ma non vi finirà solo ciò che abbiamo detto, vi finirà anche e soprattutto ciò che abbiamo fatto – o non fatto – per evitarlo.
Oggi, con questa lettera, chiediamo di aprire urgentemente un canale legale e sicuro tra la Libia e l’Italia, ma anche di mettere in atto una svolta nella politica migratoria italiana e far sì che essa ispiri il resto d’Europa.
12/01/2021
Sarita Fratini, Armida Gaetana
e tutto il Josi & Loni Project
Firmatari
Primi Firmatari:
Altri firmatari:
Arte Migrante:
Basta Violenza alle Frontiere;
Borderline Europe – Italia;
Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos;
Fluechtlingsrat Berlin e.V., Berlin Refugee Council;
Fluechtlingsrat Hamburg e. V;
Flüchtlingsrat Sachsen-Anhalt e.V;
Forum Antirazzista Palermo;
Refugee Council Schleswig – Holstein, Kiel, Germany
Salvamento Maritimo Humanitario – SMH;
Yasmine Accardo (LasciateCiEntrare);
Tiziana Barillà (giornalista e scrittrice);
Giorgio Beretta (osservatorio OPAL);
Beatrice Brignone (segretaria “Possibile”);
Tiziana Carmelitano (attivista);
Marco Ciurcina (avvocato);
Giuseppe Civati (editore);
Luisa Coppo (attivista);
Federica Giglio (vignettista);
Carlo Gubitosa (giornalista e scrittore);
Federico Lera (avvocato);
Alessandro Luparello (attivista);
Luciana Negro;
Giusi Nicolini (attivista)
Valerio Nicolosi (regista, scrittore);
Fulvio Vassallo Paleologo (vice presidente ADIF);
Arturo Salerni (presidente Coalizione Italiana per le libertà e i diritti civili);
Paola Spinelli (attivista);
Daniele Vicari (regista);
Don Mussie Zerai;
Press – in aggiornamento
Trivate la lettera anche sul sito di Mediterranea!
La nostra lettera aperta alla ministra Lamorgese in queste ore sta arrivando anche ad alcuni giornali:
- Ministra Lamorgese, faccia partire subito i 5 voli di evacuazione dalla Libia scrive Il Manifesto.

- La Repubblica scrive “Migranti, la lettera-appello di Mediterannea alla ministra Lamorgese: “Apra subito un canale sicuro tra Libia e Italia“. Leggi l’articolo. (Peccato soltanto che abbiano tagliato alcuni pezzi della lettera…)

- Anche Vita.it pubblica la lettera. Scrivono: “Le Ong scrivono a Lamorgese: “Dare priorità ai corridoi umanitari dalla Libia”.


- Il Manifesto pubblica un ulteriore pezzo, a firma dell’ottimo Giansandro Merli, il cui titolo è anche una sua richiesta: «Ministra Lamorgese, sblocchi i corridoi umanitari dalla Libia». Leggi l’articolo.
- Mille grazie anche a Globalist per aver scritto della nostra lettera in questo articolo, che ha il merito di porre altre necessarie domande alla ministra Lamorgese.
Aderisco al vostro appello e lo sottoscrivo: aggiungete il mio nome, per favore. Grazie di cuore del vostro impegno!
Mi chiamo Mansur Cristian Farano e chiedo di essere aggiunto alla lista degli aderenti per questa azione giusta per i diritti umani
Ciao. Desidero aggiungere anche il mio nome.
Grazie per quello che fate.
Desidero aggiungere il mio nome, e vi ringrazio per quello che fate.
Per firmare la lettera a Lamorgese:
Marlène Micheloni, sociologa e attivista
Aderisco al vostro appello Neri Cristina
Aderisco al vostro appello
sottoscrivo e aderisco all’appello!
Aderisco al vostro appello
aderisco e sottoscrivo l’appello
Aderisco
Livia Medda
Il mio nome è Alfiella Puglisi, aderisco a questo appello alla ministra Lamorgese.
Grazie per il vostro impegno e la perseveranza, nel tenere alta l’attenzione sui diritti umani violati.
Aderisco e sottoscrivo. Siamo già in ritardo.
Sottoscrivo l’appello
aderisco e sottoscrivo l’appello.
Aggiungo la mia firma; per altruismo, perché ogni persona ha il diritto di vivere una vita degna, e per egoismo, perchè vorrei smettere di sentirmi in colpa per essere nata dalla parte giusta del Mediterraneo.
Un immenso grazie agli attivisti, persone e associazioni, che suppliscono all’ignavia e all’insipienza dei governi.
Sottoscrivo per il diritto alla vita di ognuno
Restiamo Umani…
✊✊✊
Desidero firmare anch’io
Emanuela Petrolati insegnante
Vi ringrazio per il lavoro che fate per impedire le morti di migranti in mare
Firmo anch’io la lettera per la ministra. Sono Nora Haydee Rodríguez, presidente di Arci servizio civile veneto
Firmo perché è la cosa giusta da fare.
Maria Giulia Amadasi
Aderisco e sottoscrivo.
Sottoscrivo e aderisco all’appello alla ministra Lamorgese
Alice De Pace
sono con voi, aderisco al vostr appello Francesca Scornajenghi
Luigi Galloni
Aderisco al vostro appello e vi ringrazio di cuore per l’iniziativa
Appoggio pienamente la vostra causa. Non si possono lasciare esseri umani in mano a dei criminali e non si possono far morire le persone per mancanza di cure.
Aderisco all’appello e sollecito la ministra a fare presto
Sottoscrivo l’appello con convinzione, perché la vita di ognuno è unica e importante. È sacra.
Non possiamo voltarci dall’altra parte davanti a bambini, donne e uomini che muoiono di fame e di stenti. Per favore mettete il mio nome. Grazie per il vostro impegno.
Aggiungo la mia firma alla lettera aperta.
Grazie
Sottoscrivo la lettera, Anna Damiani
Sottoscrivo l’appello urgente ed ineludibile, alla Ministra Lamorgese
Luigina Perosa
(Rete Solídale Pordenone – Associazione Immigrati di Pordenone)
Se sono ancora in tempo, vi chiederei di aggiungere anche il mio nome.
Grazie per tutto quello che state facendo, siete un faro nel buio!
Firmo perché questo è un passo importante sulla strada della nuova società solidale ecosocialista
Marianna Veraldi
Voglio firmare
Essere complici dei torturatori libici ci rende colpevoli quanti loro. Grazie per il vostro impegno.
Luca Bellanca
Gli Esseri Umani vanno aiutati e/o salvati,sempre.
Aderisco alla lettera, grazie.
Gentile Ministra Lamorgese, scriviamo un’altra storia fermando le stragi di uomini, donne e bambini ai confini italiani ed europei.
Please save the lives of your people.