La deputata Rossella Muroni (LeU) presenta alla Camera un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo italiano di far luce sul racket dei migranti catturati in mare e trasformati in schiavi soldato dal Governo di Accordo libico di Al-Sarraj.
E’ la quarta volta che il lavoro di questo mio piccolo blog finisce in Parlamento. Come, giustamente, scrive Rossella Muroni alla Camera: “tutto questo è solo una parte dell’ennesimo articolo denuncia di Sarita Fratini”.
La situazione dei rifugiati in Libia non fa altro che peggiorare.
Ragazzi e ragazze che ormai, dopo più di un anno, considero cari amici, spariscono, ingoiati dalla Libia, da un sistema che si nutre di carne umana e che gode dell’assoluto patrocinio del Governo italiano. Io ne seguo le tracce come un segugio, scopro nuovi orribili lager dove li detengono, cerco di mandar loro dei messaggi, a volte ci riesco, altre no, ma so che loro, ammesso che siano ancora vivi, sanno che ci sto provando, che non li dimenticherò mai, che non mi arrendo.
Oggi per me è stata una bella giornata: l’interrogazione alla Camera, la Mare Ionio che è ripartita e poi il Manifesto, che ha pubblicato una mia inchiesta. L’ha già letta tantissima gente.
Pochissime persone in tutto il mondo stanno dando voce alle vittime del racket (ormai possiamo chiamarlo così) delle deportazioni dal Mediterraneo alla Libia. Praticamente ci conosciamo tutti. Se facessimo una cena oggi, quasi non sarebbe considerata un assembramento. Ma, come vedete, non ci arrendiamo. Noi attivisti siamo così: fermiamo la gente per strada per raccontare una storia, rimettiamo in mare le navi che ci sequestrano, non ci lasciamo zittire dal primo NO ed insistiamo, sempre.
Rossella Muroni è una di noi. E’ una che blocca i pullman dell’ingiustizia e che, come potete leggere dell’interrogazione di oggi, chiede al Parlamento italiano una cosa importantissima: di ASCOLTARE le vittime di questo racket.
Ecco, se tutti ascoltassimo, prima di sparare a vanvera giudizi e decreti legge, il Mondo sarebbe un posto molto più giusto. Grazie a Rossella per avercelo ricordato.
Qui sotto trovate il testo dell’interrogazione parlamentare
MURONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
l’Onu ha segnalato la recente scomparsa di più di 1.700 persone nel sistema dei lager libici. Nei primi 5 mesi del 2020, un totale di 3.150 persone è stato catturato in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica e dai maltesi, con la quotidiana collaborazione degli aerei italiani della missione Frontex;
le 3.150 persone catturate in mare sono state tutte respinte in Libia, con sbarco nel porto di Tripoli. Di queste, segnala l’Onu, solo 1.400 si trovano attualmente nel sistema dei campi migranti «ufficiali» di Al Serraj. Riguardo alle altre 1.700 persone non si conosce la fine che hanno fatto;
in questi mesi tutti i gruppi di attivisti che si occupano di Libia hanno ricevuto moltissime segnalazioni di persone scomparse. Più di quante ne ricevono di solito. Parenti di rifugiati catturati nel Mediterraneo chiedono agli attivisti notizie dei loro cari, letteralmente scomparsi;
subito dopo la deportazione in Libia, la maggior parte è stata chiusa nel lager di Triq al Sikka. È da qui che sono iniziate le sparizioni. Una parte dei rifugiati è stata ceduta alle terribili milizie di Al Serraj per essere impiegati come schiavi-soldato. Vengono mandati in prima linea. Molti sono già morti al fronte. Un’altra parte ha subito un «processo» e con il reato di immigrazione clandestina sono stati condannati chi a 3 chi a 6 mesi di reclusione da scontare nelle carceri ordinarie (soprattutto nel carcere di El Jadida a Tripoli). Al termine di questa detenzione, alcuni sono stati riportati a Triq al Sikka e lì ceduti alle milizie di Al Serraj, quelle tristemente famose per torture e omicidi;
per fortuna, certe volte, alcuni rifugiati sono riusciti a sfuggire alle milizie e ad arrivare in Europa, riacquistando la libertà e raccontando le loro storie;
tra le testimonianze, c’è quella di Paul (nome di fantasia). La sua storia è recente, 2020, ed è allucinante. Dopo essere stato catturato in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica viene deportato in Libia, nel lager di Triq al Sikka. Trasferito al tribunale di Tripoli per un «processo», non gli è stato concesso il diritto di chiamare un avvocato ed è stato condannato a 3 mesi da scontare nel carcere ordinario di El Jadida, quello per criminali. Dopo è stato ricondotto a Triq al Sikka, ceduto alle milizie di Al Serraj e costretto a combattere in prima linea, assieme a tanti altri migranti schiavi-soldato;
queste persone hanno un nome quando si imbarcano per fuggire dalla guerra. Hanno un nome quando gli aerei di Frontex le scorgono dall’alto in mezzo al mare. Non hanno nome quando Frontex comunica le loro coordinate alla cosiddetta Guardia costiera libica. Vengono catturate e diventano degli invisibili, dei quasi-morti senza nome da spedire in prima linea a morire, carne da macello. Tutto questo è solo una parte dell’ennesimo articolo denuncia di Sarita Fratini pubblicato sul sito online «SaritaLibre – Una selvaggia parata di idee» –:
se il Governo non ritenga necessario attivarsi immediatamente nei confronti della Libia, assumendo iniziative, tramite i canali diplomatici, affinché:
a) sia fatta piena luce in merito alla vicenda esposta in premessa;
b) vengano messe in sicurezza le persone detenute nel centro di detenzione di Triq al Sikka e in altri luoghi di detenzione;
c) siano predisposti controlli adeguati, attraverso personale specializzato, relativamente all’uso dei metodi di tortura e della violenza;
d) vengano ascoltate le persone detenute nel centro di detenzione di Triq al Sikka, e in altri luoghi di detenzione, e condotte in luogo protetto a garanzia e tutela dei diritti della persona;
e) si preveda l’invio di rappresentanti di organismi di tutela dei diritti umani.
(4-05942)
Per avere notizie sull’iter di questa interrogazione andate qui.
Questo blog ha bisogno di aiuto, scopri perchè. Qui sotto trovi il link alla donazione con PayPal o carta. Sappi che il blog farà fruttare parecchio ogni euro che arriverà e ti renderà fiero di averlo donato.
Grazie. Ti ammiro moltissimo.