La Sea Eye vince la causa. Fu la motovedetta regalata dalla Meloni a mettere in pericolo il soccorso. Governo italiano condannato a pagare le spese legali.
Il 7 marzo 2024, in acque internazionali, due motovedette della cosiddetta Guardia costiera libica, la Murzuq (regalata alla Libia dal governo Meloni) e la Fezzan penetrarono in modo pericoloso in un soccorso quasi ultimato dalla nave ONG Sea Eye 4. Una di loro si avvicinò ad altissima velocità e lanciò il suo tender, provocando onde e mettendo in pericolo la vita delle persone migranti e dei soccorritori della Sea Eye. Per fortuna non ci furono vittime.
Questa è la verità processuale che emerge dalla sentenza emessa il 5 giugno 2024 dal Tribunale Ordinario di Reggio Calabria. Potete leggerla integralmente qui.
Il fermo amministrativo era illegittimo
Dopo l’attacco della cosiddetta Guardia Costiera libica alla Sea Eye, le autorità italiane incredibilmente bloccarono la nave Sea Eye. Il fermo amministrativo aveva la seguente motivazione: “non ha rispettato le indicazioni fornite dall’Autorità libica, per il tramite delle motovedette ‘Marzuq’, designata OSC, e ‘Fezzan’, in relazione all’area S.A.R. libica in cui si era verificato il soccorso, creando situazioni di pericolo“.
La Sea Eye presentò ricorso, allegando prove che ricostruivano gli eventi: carte, foto, video, registrazioni audio.
Le stesse prove, a dire il vero, erano state fornite immediatamente alle autorità italiane prima del fermo, ma non erano state considerate. Tra di esse c’era addirittura una conversazione radio in cui i libici… ringraziavano la Sea Eye per la collaborazione.
Eccola:
SEA Eye 4: “Guardia costiera libica, Guardia costiera libica, Sea-Eye 4 chiama”.
LCG: “Guardia costiera libica”
SEA Eye 4: “Qui Sea-Eye 4. Allora, siamo […] L’operazione di salvataggio è completata. Stiamo lasciando la scena, come da vostro consiglio, seguendo le vostre istruzioni, passo”.
LCG: “[inudibile] questa è la Guardia Costiera Libica, capito, ok e ora prendete la rotta 00 e lasciate quest’area, passo”.
SEA Eye 4: “Sì, lo faremo, seguiremo le sue istruzioni. Grazie per la vostra collaborazione”.
LCG: “Sea-Eye, qui Guardia Costiera Libica. Ok grazie per la vostra collaborazione [inudibile]”.
SEA Eye 4: “Sì, grazie mille per averci aiutato a salvare le vite delle persone e ora ce ne stiamo andando come da vostra richiesta, stiamo seguendo i vostri ordini”.
LCG: “Ok, grazie, grazie”
C’è da chiedersi come e perché le autorità italiane abbiano accusato la Sea Eye di mancata collaborazione con i libici.
Il governo italiano condannato al pagamento delle spese legali
Il tribunale ha condannato l’Italia (ministero dell’Interno, dei Trasporti e delle Finanze) a pagare le spese legali, quantificate in € 10.860,00 per compensi, oltre spese di contributo unificato ed accessori di legge.
Il costo del lavoro degli inquirenti, di un tribunale, dell’avvocatura di stato, più diecimila euro buttati, tutti a carico dei contribuenti italiani.
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